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Hillary Clinton e la difficile scelta del “running mate”

Caffè Americano – È da qualche giorno ormai che le testate USA fanno trapelare la notizia di possibili running mates di Clinton e alcuni nomi sono già stati annunciati. Vediamo gli interrogativi ai quali Hillary deve rispondere prima della scelta e i profili dei candidati

UN TICKET AL FEMMINILE? – La scelta di Clinton sul suo eventuale vice-presidente non può essere fatta con leggerezza. Essa, infatti, può determinare l’andamento delle prossime primarie, delle elezioni presidenziali dell’8 novembre e, ovviamente, del futuro della politica degli Stati Uniti. Le prime domande che Clinton deve porsi prima della scelta definitiva sono: gli Stati Uniti sono pronti per una Casa Bianca interamente al femminile? Quanto potrà influire sulle scelte dell’elettorato la possibilità di avere due donne alla Casa Bianca? Se Clinton volesse una donna come running mate, pare che una possibile Madame Vice President sia la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren, donna molto popolare tra i democratici, nonostante abbia rifiutato pubblicamente l’endorsement alla candidata presidenziale. Un’altra possibile nomina è Amy Klobuchar, senatrice del Minnesota dal 2007, ma poco conosciuta nel panorama politico degli States. Possibile ma non probabile, invece, Cheryl Mills, la Chief of Staff di Hillary al Dipartimento di Stato e vice consigliere alla Casa Bianca per il marito.

UN RIVALE PER BILL? – La seconda domanda che Clinton dovrebbe porsi prima della scelta del vice presidente è se questo sarà in grado di tenere testa a Bill Clinton. Il potenziale First Gentleman avrà un ruolo molto importante nel futuro decision-making process della Casa Bianca, sia come marito della front runner democratica, sia come ex Presidente degli Stati Uniti. Lo Studio Ovale, nel caso in cui Hillary vincesse, avrà bisogno di qualcuno che non si faccia mettere in ombra dal ruolo e dall’autorità di Bill Clinton. E l’ex Segretario di Stato lo sa bene: durante la presidenza del marito, lei e il Vice Presidente Al Gore divennero rivali, in particolar modo per quanto riguardava tematiche come il sistema sanitario. Morale della favola: Hillary deve capire in che misura vale la pena stare in mezzo ai due possibili litiganti.

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Fig. 1 – Hillary Clinton gioisce: la nomination democratica è praticamente in cassaforte

UN FUTURO AVVERSARIO? – Quanto è probabile che il futuro vice decida di candidarsi alla Presidenza tra quattro anni? Questa la terza domanda che Clinton dovrebbe porsi. Scegliendo un candidato giovane è probabile che Hillary fornisca un trampolino di lancio al suo futuro avversario, nel caso in cui lei stessa si voglia ricandidare alle presidenziali del 2020. Mentre i due vice presidenti al termine del mandato o passati (Biden e Cheney per esempio) erano devoti al loro lavoro ma troppo “anziani” per sopportare un’altra estenuante campagna elettorale, un numero due giovane potrebbe rappresentare una minaccia per il futuro politico di Clinton.

PUNTARE ALLA DIVERSITÀ? – La quarta domanda che l’ex Segretaria di Stato deve porsi è: quanto può aiutare la diversità nella corsa alla Casa Bianca? In effetti, da giorni e a gran voce, i supporters di Clinton stanno facendo pressione per fare in modo che il running mate democratico sia afro-americano o ispanico, ovvero che sia un rappresentante dei due gruppi di elettori di Hillary più fedeli. In questo caso, i candidati pare che siano l’ex governatore del Massachusetts Deval Patrick (afro-americano), Thomas  Perez, Segretario del Lavoro dal 2013 e avvocato per i diritti civili della comunità ispanica, il senatore del New Jersey Cory Booker (afro-americano) e Julian Castro, 41 anni, ex sindaco di san Antonio e Federal Housing Secretary, l’ispanico più popolare del partito democratico.

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Fig. 2 – Hillary Clinton con il Sindaco di San Antonio Julian Castro

GLI ALTRI CANDIDATI E L’ASSENTE – I candidati come running mates della Clinton non finiscono qui. Tra i nomi dei possibili vice presidenti troviamo anche il senatore della Virginia ed ex governatore Tim Kayne, molto popolare ma forse troppo moderato, e l’ex governatore della Virginia Mark Warner, conosciuto per la sua esperienza nell’esecutivo, nel business e nel legislativo. Sherod Brown è invece il senatore dell’Ohio dal 2007, liberale, rispettato tra i democratici e alleato storico di Hillary. Nel caso fosse eletto, però, il suo posto da senatore verrebbe da sicuro riempito da Kasich (il governatore dell’Ohio), con un altro repubblicano e questa è un’eventualità che qualsiasi Presidente democratico dovrebbe considerare. Probabilmente, Clinton sceglierà il nome del suo running mate dopo l’annuncio della scelta del vice presidenti dei candidati repubblicani, per mettere in atto una mossa strategica. La decisione sarà presa insieme a James Hamilton (l’avvocato che ha scelto il vice presidente di Obama nel 2008) e a John Podesta, il Campaign Manager di Hillary. Manca qualcuno: Bernie Sanders. Clinton, per ora, non ha mai mostrato l’intenzione di nominare Sanders come running mate, sicura di non avere bisogno dei voti dei sostenitori di Bernie una volta arrivata alla nomination e certa che avere un socialista come Sanders alla Casa Bianca potrebbe rappresentare solo un impiccio.

Giulia Mizzon

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Anche Ted Cruz si sta preparando alla nomina del running mate. Uno dei nomi papabili è quello di Carly Fiorina, ex candidata presidenziale repubblicana. [/box]

Foto: US Embassy New Zealand

Foto: usembassylondon

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Giulia Mizzon
Giulia Mizzon

Nata a Imperia nel 1992, laurea magistrale in Politiche Europee e Internazionali all’Università Cattolica di Milano. Affascinata dalle dinamiche della politica internazionale, frequento un Master in International Relations all’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali. Confesso di essere un’amante degli States, sempre presenti nei miei programmi futuri, e una lettrice accanita di qualsiasi cosa mi capiti sottomano.

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