L’Ambasciatore russo in Turchia è stato ucciso da un poliziotto al grido di “Allah è grande” all’inaugurazione di una mostra fotografica ad Ankara. Le ripercussioni con la Russia saranno limitate, ma il quadro di sicurezza in Turchia si fa sempre piĂą preoccupante
La Turchia è scenario dell’ennesimo attentato. Questa volta non una strage, ma un omicidio singolo di alto profilo: l’Ambasciatore russo. Sgombriamo subito il campo da alcune speculazioni che circolano: difficilmente i rapporti tra Ankara e Mosca si incrineranno. Al momento collaborare conviene a entrambi sia nel teatro Siraq – la Turchia ha giocato un ruolo chiave nelle trattative per l’evacuazione di Aleppo est e la Russia ha chiuso entrambi gli occhi sull’operazione turca Scudo dell’Eufrate – sia per quanto concerne le infrastrutture energetiche in via di costruzione. Erdogan vede indebolita la sua posizione nel rapporto bilaterale e probabilmente dovrĂ avvicinare la sua linea d’azione a quella di Putin, soprattutto in Siria. Al di lĂ delle conseguenze bilaterali, l’omicidio dell’Ambasciatore russo accende i riflettori sulla Turchia stessa. Il Paese si è esposto notevolmente nella regione negli ultimi anni, spesso flirtando, piĂą o meno esplicitamente, con gruppi jihadisti che al momento sembravano utili alla sue strategie. Giocando con il fuoco si è però scottata, e non poche volte. Inoltre, le purghe di Erdogan, sia prima che soprattutto dopo il fallito golpe di quest’estate, hanno probabilmente rimosso quadri importanti nelle forze di sicurezza, aprendo la strada all’entrata di individui a rischio radicalizzazione, come l’attentatore di ieri il quale faceva parte delle unitĂ antisommossa della polizia. Tutto questo in un Paese membro della NATO e con una procedura d’adesione all’UE ancora aperta seppur molto lontana dal realizzarsi.
Per quanto riguarda Berlino, serve una certa cautela nell’analizzare i fatti. Non è ancora chiaro se l’attentato sia stato organizzato da una struttura jihadista oppure si tratta dell’azione di un “lupo solitario”, come è successo altre volte soprattutto in Germania.
Emiliano Battisti
Foto di copertina di openDemocracy Rilasciata su Flickr con licenza Attribution-ShareAlike License