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Dicevano sarebbe stato impossibile, ma non conoscevano la Francia

In 3 sorsi – Dopo una lunga e inedita campagna elettorale, i francesi hanno scelto il loro Presidente. Emmanuel Macron guiderà la Francia per i prossimi cinque anni, ma l’incognita delle elezioni legislative pesa sul suo futuro mandato

1. TRA VINCITORI… – Con più 65,68% dei voti (Francia metropolitana) Emmanuel Macron è il nuovo Presidente della Repubblica francese. Sarà non solo il più giovane della storia del Paese, ma anche il più giovane capo di Stato tra i suoi omologhi del G20. Sarà inoltre il primo Presidente della V Repubblica a non aver fatto il servizio militare.
Con questa elezione l’Unione Europea sorride. Macron ha richiamato la sua importanza durante i festeggiamenti con i sostenitori presso il Carosello del Louvre. Il neo-eletto Presidente ha fatto il suo ingresso sulle note dell’Inno alla gioia, l’inno dell’Unione europea. «L’Europa e il mondo attendono che noi difendiamo lo spirito Illuminista», ha dichiarato Macron in un passaggio del suo discorso. Pur riconoscendo che il compito affidatogli sarà arduo e che bisognerà tenere conto di tutte le sfumature del voto, Macron ha promesso che farà di tutto perché i francesi non debbano più votare partiti estremisti per esprimere la loro collera.
Parigi ha largamente festeggiato la vittoria del nuovo Presidente (che nella capitale, così come nelle grandi città francesi, ha ottenuto fortissimi consensi) con una forte partecipazione ai festeggiamenti organizzati da En Marche! (circa 40.000 persone) e a un tifo quasi da stadio per il centro città. Il tutto continuando a sventolare bandiere francesi – e nel caso dei più giovani anche la bandiera europea.
Grande attesa per l’insediamento, che si terrà il prossimo 14 maggio, ma soprattutto per la nomina del Primo Ministro (attesa per il 15-16 maggio). A differenza di Marine Le Pen, infatti, Emmanuel Macron ha mantenuto il più stretto riserbo sul proprio Governo, incluso il suo capo.

Fig. 1 – Sostenitori di Emmanuel Macron durante i festeggiamenti presso il Carosello del Louvre

2. …E VINTI – Marine Le Pen ha riconosciuto la sconfitta poco dopo le 20, il momento degli exit-poll. Nel suo discorso ha ricordato che, nonostante sia stato Macron a spuntarla, il risultato ottenuto dal Front National è stato nettamente migliore (più del doppio dei consensi) rispetto al 2002, quando fu Jean-Marie Le Pen ad arrivare al secondo turno. Sul risultato sembra aver pesato negativamente il dibattito televisivo a due, che ha avuto luogo la scorsa settimana, che ha convinto molti indecisi a votare per Macron piuttosto che per il Front National.
Marine Le Pen ha inoltre annunciato che il suo partito andrà incontro a un rinnovamento che consenta di accrescerne la forza politica. Non è ancora chiaro in che direzione si andrà, ma diverse figure di spicco del partito hanno invitato a un momento di profonda riflessione. Secondo alcuni l’evoluzione si declinerà in una forte rottura rispetto alla gestione di Jean-Marie Le Pen, che potrebbe includere un cambio alla dirigenza e/o una modifica del nome del partito. In effetti, a più riprese Marine Le Pen è stata tacciata di essere solo l’ereditiera dello schieramento del padre, e non di aver raggiunto la propria posizione per meriti personali.
Le prossime elezioni legislative rappresenteranno una ulteriore cartina di tornasole per il Front National, importante in vista di questo processo di rinnovamento recentemente annunciato.

3. IL PESO DELLE LEGISLATIVE – In un Paese politicamente fratturato, le elezioni legislative avranno un ruolo fondamentale. In effetti, il tasso di astensione (24,66%) e il numero di schede bianche e nulle (circa l’11%) mostrano che una parte consistente degli aventi diritto – circa 14 milioni – ha scelto di non appoggiare nessuno dei due candidati. A questo bisogna aggiungere che una parte non computabile di voti espressi per Macron non viene da suoi sostenitori, ma da elettori che intendevano bloccare la corsa all’Eliseo di Marine Le Pen.
I partiti che hanno avuto il maggior numero di preferenze al primo turno – Front National, Les Républicains e France Insoumise (il movimento di Mélenchon) – stanno già rilanciando la campagna per le legislative. L’obiettivo è di ottenere la maggioranza dei seggi per poter fare opposizione al nuovo Presidente.
Al contempo, anche Macron dovrà cercare di consolidare la propria posizione e i consensi ottenuti, così da potersi assicurare una maggioranza che consenta di portare avanti le riforme promesse.
Ancora una volta, il futuro politico della Francia rimane in bilico. Alle posizioni dei partiti principali si intrecciano quelle dei singoli esponenti, che non sono necessariamente in linea. BisognerĂ  dunque aspettare un mese per comprendere meglio quali saranno le basi politiche per il prossimo quinquennio.

Giulia Tilenni

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Il Presidente eletto ha partecipato, insieme al Presidente uscente Hollande, alle cerimonie ufficiali dell’8 maggio, data in cui ricorre la fine delle ostilità della Seconda guerra mondiale. Nel 2012, anche Hollande aveva partecipato invitato dell’allora Presidente uscente Sarkozy.[/box]

Immagine di copertina dell’autrice

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Giulia Tilenni
Giulia Tilenni

Laureata magistrale in Relazioni Internazionali a Bologna – dove ha anche completato il Master in Diplomazia e Politica Internazionale, che l’ha portata a Francoforte sul Meno per un tirocinio di ricerca di tre mesi. Dopo una tesi in Studi strategici che analizza l’intervento militare in Libia del 2011 e una ricerca sui velivoli a pilotaggio remoto, è entrata a far parte del Caffè Geopolitico nel team Miscela Strategica.

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