Recensioni | Geomovies – Non possono guidare, nemmeno per portare i figli a scuola. Non possono chiedere un passaporto, aprire un conto corrente, stipulare un contratto di affitto, sottoporsi a cure mediche
Trattate come bambine tutta la vita, le donne saudite non possono svolgere nemmeno la più banale attività quotidiana senza un tutore, ovviamente maschio. Nella maggior parte dei casi, il walis è il marito, il fratello o addirittura il figlio come è il caso di Faidia al Khadra, una delle tre donne candidate alle storiche elezioni del 12 dicembre 2015 che Mona El-Nagga, reporter del New York Times, ha ripreso nel suo docu-film Ladies first: Saudi Arabia‘s Female Candidates.
“Se non vinco, comunque è una esperienza – tutte dicono cosi – io invece sto dicendo che vincerò. Voglio vincere.” (Faidia al Khadra)
Tra le più oscurate al mondo, donne invisibili, le saudite ora possono votare grazie ad un provvedimento “rivoluzionario” adottato nel 2011 dall’allora re Abdullah bin Abdulaziz al Saud, complice il vento di Primavera che soffiava da quelle parti.
Ladies First corre su due binari, da un lato l’appuntamento con la Storia, il momentum rappresentato dal primo suffragio femminile nella monarchia saudita, dall’altro l’occasione per Mona El-Nagga (di origini egiziane) di guardare dentro la vita delle donne saudite, da nascita alla morte nelle mani di un uomo.
Il rinnovo dei 284 consigli municipali a cui le donne per la prima volta nella storia sono state chiamate a partecipare, hanno riguardato il rinnovo dei due terzi dei componenti, il resto è nominato dal governo. In apparenza non c’è molto in gioco, la politica del regno, quella importante, è decisa dalla famiglia reale, i ministri nominati dal re e finora nessuna donna ha mai assunto una carica ministeriale. Eppure, seppur limitati a funzioni consultive nella amministrazione locale, i consigli municipali rappresentano l’unica espressione di democrazia diretta del regno saudita, saldamente (e totalmente) governato dalla dinastia Saud, grazie al patto di ferro con il potentissimo clero fondamentalista, che in cambio della tutela dell’Islam versione wahabita, le assicura mano libera nella gestione della cosa pubblica.
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Il docu-film è interamente visibile qui:
Foto di copertina di Tribes of the World Licenza: Attribution-ShareAlike License