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Ecuador, Moreno non vuole essere Correa

A sei mesi di distanza dalle elezioni, Moreno traccia la sua politica. Mira a distanziarsi dal predecessore, dando un nuovo impulso alla Revolución Ciudadana. Il progetto deve fare i conti, però, con una situazione economica traballante e alcuni scandali legati alla corruzione

DIFFERENZE TRA MORENO E CORREA – Che Rafael Correa e Lenín Moreno siano due uomini e due leader molto diversi, non rappresenta certo una novità. Subito dopo le elezioni di aprile, ci si chiedeva quale sarebbe stata la direzione del nuovo esecutivo. Dopo appena quattro mesi di governo, è chiaro il tentativo del presidente di separazione dal correismo, di cui è stato uno dei rappresentanti negli ultimi dieci anni. Per comprendere questa differenza, partiamo dai quattro punti principali del discorso d’investitura, pronunciato il 24 maggio scorso: dialogo, consenso, rapporto con i cittadini, cambio di opinione.

MORENO, IL DIALOGO ED IL CONSENSO – Il dialogo è la base su cui costruire la nuova leadership. Moreno non ha la formazione e il carisma del suo predecessore, ma è un eccellente oratore e ama il confronto. Il 24 maggio, ha proposto di superare le divisioni del Paese assicurando di voler tendere la mano a tutti i settori politici ed economici, scatenando così le ire dell’ala più a sinistra del suo partito. Il dialogo, afferma il presidente, deve condurre al consenso delle parti e deve essere condotto con moderazione e basato sul compromesso. Si tratta di un cambio molto significativo: non più il governo dei poveri, ma il governo di tutti.

CITTADINI, VERITÀ, OPINIONI – Per dieci anni, Correa ha utilizzato una grande macchina organizzativa che gli ha permesso di comunicare con il popolo in maniera diretta, saltando i grandi mezzi di comunicazione: l’enlace ciudadano (collegamento cittadino). Moreno ha cambiato completamente formato ed eliminato l’incontro diretto con il popolo: video di massimo 15 minuti, trasmessi alla televisione. Questa presa di posizione è una mano tesa ai mezzi di comunicazione che per dieci anni di sono scontrati duramente con Correa.
La riflessione sulla verità e sul cambio di opinione è forse la più interessante del lungo discorso del presidente. È ancora più importante riascoltarlo oggi, per capire le posizioni che lo distanziano dal governo che ha sostenuto per diversi anni. Quella del 24 maggio sembra, infatti, una giustificazione a priori: come l’essere umano cambia e vuole migliorare la propria condizione, spiega, così la figura politica cambia le sue convinzioni per lo sviluppo benefico del proprio Paese. È un messaggio molto chiaro: le politiche di Correa si possono cambiare, anche se chi le cambia le ha sostenute in passato.

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Fig.1 – Un momento dell’inaugurazione del presidente Moreno, il 24 maggio 2017. 

ALIANZA PAÍS: GUERRA INTERNA – Il partito di governo Alianza País vive una profonda spaccatura interna: da una parte, i sostenitori del presidente, dall’altra quelli di Correa. Se i primi accettano la postura dialogante nei confronti dell’opposizione, i secondi la attaccano duramente. Il timore principale è che il dialogo tra la destra e Moreno arrivi al punto tale da cancellare i risultati del suo predecessore, trasformando il “socialismo del XXI secolo” in una nuova fase neoliberista di difesa degli interessi finanziari.

ECONOMIA: CRISI E AUSTERITÀ – Dal 2015, l’economia dell’Ecuador ha registrato un rallentamento preoccupante dovuto all’abbassamento del prezzo del petrolio e delle materie prime, l’apprezzamento del dollaro, e le conseguenze del terribile terremoto dell’aprile 2016. Nel suo discorso d’insediamento, il presidente ha riaffermato l’impegno alla dollarizzazione e ha posto l’accento sul fatto che non ci sarà nessuna moneta alternativa in circolazione. Alla fine di luglio, ha presentato un budget proforma per il 2017 che si aggira intorno ai 37 milioni di dollari. Gli investimenti maggiori in ordine di priorità di spesa sono divisi tra: educazione, sicurezza e difesa, salute, abitazioni e welfare. In particolare, molti dubbi sono stati sollevati sulle coperture finanziarie per le 325 mila abitazioni che Moreno si è impegnato a costruire e a consegnare alle fasce più deboli. Il presidente ha anche annunciato misure di austerità fiscale. Queste, coniugate con una spesa “ottimizzata” nel settore pubblico (con riferimento all’austerità nelle spese di governo e alla vendita delle auto di lusso), dovrebbero portare alla riduzione del deficit fiscale rispetto al 2016.
Il piano economico per il 2018 era atteso per il mese di settembre, ma al momento nessuna comunicazione o documento ufficiale è stato reso disponibile.

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Fig.2 – Una strada di Manta completamente bloccata dalle macerie dopo il terremoto, 23 aprile 2016. 

CORRUZIONE – Intanto, il caso Odebrecht continua a massacrare la classe dirigente latinoamericana. In Ecuador, hanno creato forti tensioni le accuse al vice-presidente Jorge Glas, già vice di Correa dal 2013 e suo grande alleato. Le accuse si sono trascinate durante gli ultimi mesi, e il capo dell’ala correista di Alianza País si è presentato spesso davanti alle autorità giudiziarie per affermare la propria innocenza. La rottura con il presidente è stata profonda: quest’ultimo non ha scommesso sull’innocenza del suo vice e ha ritirato le sue funzioni (non l’incarico, che essendo di natura elettiva non può essere ritirato dal presidente).
Ai primi di ottobre, Glas è stato arrestato preventivamente. Continua a ribadire la sua innocenza dal carcere, mentre dal Belgio arriva la reazione indignata di Correa.

CONSULTAZIONE POPOLARE – Il tema della corruzione è al centro della consultazione popolare proposta dall’Esecutivo. Questa, previa approvazione della Corte Costituzionale, sarà composta da sette domande riguardanti: corruzione, riforma istituzionale, emendamenti costituzionali, economia, temi ambientali e sociali e codice penale. Si tratta di una proposta molto osteggiata dalle forze di sinistra vicine a Correa, che accusano l’esecutivo di cedere alle richieste dell’opposizione e distruggere la Revolución. Dal suo canto, Moreno scommette fortemente sul plebiscito, che vede come l’opportunità perfetta per consolidare il suo consenso.

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Fig.3 – Jorge Glas durante una conferenza stampa, qualche giorno prima dell’arresto

A settembre, Cedatos-Gallup registrava l’appoggio a Moreno al 77%. Con i recenti sviluppi sui casi di corruzione che hanno toccato la dirigenza vicina a Correa, è probabile che il presidente venga premiato per le sue forti posizioni anti-corruzione. Rimangono invece incerti gli sviluppi economici. Moltissimo dipenderà dai risultati che Moreno riuscirà a portare a casa dal dialogo con l’opposizione e, soprattutto, con la parte della sinistra che tanto sta facendo infuriare.

Elena Poddighe

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Lo scontro tra Moreno e Correa si fa sempre più acceso. Dal Belgio, l’ex presidente ha deciso di riprendere il rapporto diretto con il suo popolo tramite un enlace digital (collegamento digitale). Sulla sua pagina Facebook trovate i video con cui risponde alle affermazioni e alle accuse di Moreno, dell’opposizione e della stampa. [/box]

 

Foto di copertina di AgenciaAndes Licenza: Attribution-ShareAlike License

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Elena Poddighe
Elena Poddighe

Nata a Sassari nel 1993, ho studiato in Italia, Francia e Belgio. Sono laureata in Scienze Politiche e specializzata in Relazioni Internazionali. Dopo l’esperienza Erasmus ho preso sul serio l’idea che tutto il territorio europeo potesse essere casa mia, così mi sposto costantemente da un punto all’altro, scoprendo pregi e difetti di questa nostra bellissima Europa. Non so preparare il caffè e non lo bevo, ma so cucinare e soprattutto mangiare le lasagne!

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