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Nasce Jamaat Ansar Al Furqan, il nuovo braccio di Al Qaeda in Siria

L’esercito turco è pronto a marciare su Idilib al fianco di ciò che rimane delle Free Syrian Army e con la copertura aerea russa. Hayat Tahrir al Sham affronta il ritorno dello Stato Islamico nella provincia di Hama e forse è pronto addirittura a scendere a compromessi con Erdogan. La frangia più estremista del gruppo dà così vita a quello che a tutti gli effetti sembrerebbe il nuovo braccio locale di al Qaeda

I VOLTI DELL’EX FRONTE AL NUSRA  L’evoluzione del contesto siriano e la fluidità delle alleanze tra i vari attori in gioco ci dimostra come le relazioni tra i vari protagonisti possano essere mutevoli. Questa fluidità ha investito anche le formazioni ribelli che da anni provano a sovvertire il regime di Assad e non ha risparmiato nemmeno quelle frange più radicali e islamiste che a varie riprese hanno dato vita a numerose coalizione tese a fare fronte comune nella guerra al regime ed ai suoi alleati. L’ex Fronte al Nusra è forse il gruppo che meglio di tutti ha incarnato questa fluidità. Nel corso della sua storia il gruppo ha più volte cambiato nome e ha formato diverse coalizioni con altri gruppi di rango minore che orbitavano nella galassia islamista dei ribelli siriani. Discostandosi da al Qaeda, il gruppo venne rinominato Jabhat Fatah al Sham. Persa la cruenta battaglia di Aleppo e confinato in parte nella regione di Idilib, il gruppo si sciolse e unendosi con l’ala più radicale del gruppo Ahrar al Sham diede vita all’organizzazione Hayat Tahrir al Sham.

Fig. 1 – uno dei simboli con il quale si identifica il gruppo Hayat Tahrir al Sham (immagine presa dal canale telegram ufficiale del gruppo)

Leader della nuova entità venne nominato Abu Jaber, ex comandante militare di Ahrar al Sham nella campagna di Aleppo, e Abu Mohammad al Joulani – fondatore e leader di Jabhat al Nusra – venne relegato al ruolo di direttore delle operazione militari, pur rimanendo nell’ombra il vero numero uno del gruppo. Con la nomina di Abu Jaber, il nuovo gruppo completava cosi una più vasta opera di rebranding che mirava a rendere il gruppo più “presentabile” sia agli occhi delle opposizione più moderate sia agli occhi degli avversari a fronte di eventuali trattative sul futuro siriano post-guerra.

LE MILLE DIFFICOLTÀ DI HAYAT TAHRIR AL SHAM – L’opera di “moderazione” del gruppo ha lasciato pesanti strascichi all’interno dell’organizzazione. Buona parte del clero che compone il Consiglio della Sharia del gruppo ha mal digerito la modalità con la quali al Joulani ha ritirato il proprio giuramento ad al Zawahiri al punto da ritenerlo non valido. Al primo deflusso di membri si è aggiunta anche la minaccia dello Stato Islamico, alla continua ricerca di territori utili per la riorganizzazione a seguito delle sconfitte patite a Raqqa, Deir ez Zor e Mosul. Nel mese di luglio la polizia del gruppo HTS aveva già sgominato una cellula dello Stato Islamico che probabilmente si celava dietro al tentato omicidio di Abdallah Muhammad al-Muhaysini, membro del clero del gruppo. Nonostante queste precauzioni, nei giorni scorsi un attacco improvviso nella provincia di Hama – altra enclave in mano ad HTS – ha messo a serio repentaglio il dominio del gruppo nella regione. Dopo aver quasi del tutto respinto l’offensiva del sedicente Califfato, il gruppo ha accusato il regime di Bashar al Assad di aver lasciato il via libera allo Stato Islamico per raggiungere la regione oggetto dell’attacco, in effetti completamente isolata dall’enclave dei seguaci al Baghdadi situata a Uqayribat.

Fig. 2 – Ebaa news agency – canale mediatico ufficiale di Tahrir al Sham – ha diffuso questa mappa nel giorno dell’offensiva. In verde l’area occupata dalle forze governative dove sono sottolineati i 50 km di “corridoio” lasciati allo Stato Islamico (nero) per attaccare la provincia tenuta dai ribelli. (foto presa dal canale telegram EbaaNews)

IL NUVO CORSO DI AL QAEDA IN SIRIA – L’imminente offensiva turca nel cantone di Idilib, il dissenso ideologico nel gruppo e la minaccia persistente dello Stato Islamico devono aver convinto al Joulani a rigettare la maschera di coordinatore militare del gruppo e a riprendere in mano le redini dell’organizzazione. La sua rinomina però non è stata in grado di arginare un processo in corso sin dagli albori di Tahrir al Sham. Abbiamo così assistito alla nascita della nuova unità Jamaat Ansar al Furqan fi Bilad al Sham. Lo zoccolo duro del gruppo sembra che sia composto da giordani e siriani disillusi fuoriusciti dal gruppo di al Joulani, sul quale pende anche il sospetto che sia pronto a sedersi al tavolo delle trattative con Erdogan per mitigare l’entità degli scontri all’orizzonte. Probabilmente la nuova entità qaedista sposerà l’aterritorialità tanto invocata da al Zawahiri e dall’ideologo al Maqdisi, primo critico di al Joulani nel momento dello split da al Qaeda nonché uno dei massimi teorici del jihadismo odierno.

Fig. 3 – una delle prime immagini pubblicate dal gruppo (simbolo in alto a sinistra) ritrae le bandiera turca e delle FSA (considerate ormai proxy di Ankara) in fiamme con Idilib sullo sfondo. (foto presa dal canale telegram as Sahab Media)

Inoltre sembra che il leader della nuova organizzazione sia Abu Julaybib, membro fondatore di al Nusra nel 2011 e braccio destro di al Zarqawi ai tempi di AQI (al Qaeda in Iraq). In attesa di ulteriori sviluppi rimangono molti dubbi e perplessità riguardanti la galassia jihadista attiva in Siria. Come si comporterà il gruppo nei confronti degli ex commilitoni di Tahrir al Sham ? La minaccia che questo gruppo pone alla Turchia rimarrà collocabile nello scenario Siriano o porterà il terrore dentro i confini turchi ? Rimarrà un gruppo numericamente limitato, come lo è allo stato attuale, o altri disillusi di HTS ne ingrosseranno le fila ? L’unica certezza che abbiamo al momento è che, nonostante le difficoltà, i messaggi di al Zawahiri non cadono mai nel vuoto.

Valerio Mazzoni

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Il 12 ottobre un primo convoglio di truppe turche è entrato nella provincia di Idilib. A scortare la spedizione, riferisce un comandante delle FSA, era presente un battaglione del gruppo ribelle Tahrir al Sham. Potrebbero essere confermate quindi le indiscrezioni che parlavano del gruppo HTS pronto a negoziare con la Turchia per il proseguimento del cessate il fuoco. Questo porrà il gruppo HTS sempre di più in scontro aperto con la nuova organizzazione Jamaat Ansar al Furqan fi Bilad al Sham. [/box]

Foto di copertina di theglobalpanorama Licenza: Attribution-ShareAlike License

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Valerio Mazzoni
Valerio Mazzoni

Nato, cresciuto e residente a Roma classe 1989, laureando in Scienze politiche per le Relazioni Internazionali presso l’Università Roma Tre. Formato accademicamente da nottate passate a giocare ad Age of Empire e Risiko, nutre da sempre una smodata passione per la storia e per le relazioni internazionali, con particolare interesse per il fondamentalismo islamico, i servizi segreti e la loro controversa storia. Per il Caffè Geopolitico si occupa della Russia e delle ex Repubbliche Sovietiche. I viaggi e la Lazio sono le sue passioni più grandi, anche se non disdegna rapide incursioni nel mondo NBA.

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