In 3 sorsi – Un paese dal potenziale enorme e dai forti contrasti sociali si appresta a realizzare una opera di indiscusso valore logistico e di interesse geopolitico. SaprĂ il canale del Nicaragua ricompensare i duri compromessi a cui sottoporrĂ la sua gente?
1. NICARAGUA, UN PAESE DAL POTENZIALE ENORME
Il Nicaragua è il piĂą grande paese del Centro America, con una popolazione di poco superiore ai 6,5 milioni di abitanti. Ha un PIL in crescita del 4,3%, come Panama è una giurisdizione a fiscalitĂ territoriale (si pagano le tasse solo sui proventi nazionali), ha il segreto bancario, si affaccia su due oceani e, come Panama, ha deciso di intraprendere la strada del commercio mondiale attraverso un mega progetto del canale piĂą lungo delle Americhe, tra i due oceani e finanziato da capitali cinesi. Come molti altri paesi è divenuto ormai meta di espatriati dagli USA in cerca di una vita comoda e rilassata, soprattutto con tasse zero e imposte sugli immobili ridicole, ultimamente salito alle cronache prima per non aver firmato l’accordo di Parigi sul clima, poi il 23 ottobre per averlo firmato. Un paese di contrasti e di enormi ricchezze naturali e grandi differenze sociali, il cui progetto, quello del canale, finanziato dalla HKND da un lato mette a repentaglio le proprietĂ private di numerosi popoli indigeni presenti lungo la linea delineata come area da scavare e rischia di creare ingenti danni all’ambiente, e dall’altro potrebbe garantire al paese una posizione strategica nello scacchiere geopolitico futuro. Alla luce del fatto che il commercio mondiale  stenta a ripartire , la scommessa del canale è una partita di dominio geopolitico tra Washington (ancorata al canale di Panama), e la Cina, nuovo impero economico, che, crescendo, ha bisogno di avere maggiore contezza delle rotte mercantili nel globo, e vede in America Latina e nel canale del Nicaragua una delle sue migliori armi di controllo mondiale.
Fig 1 – Proteste contro la costruzione del Canale del Nicaragua
2. PROBLEMI AMBIENTALI E CONCORRENZA GEOPOLITICA
Il tutto senza pensare poi troppo ai disastri ambientali e sociali che tale opera possa portare. Vale la pena ricordare che buona parte di tutta l’ area attorno al canale di Panama, ad esempio, non è balneabile data la tremenda contaminazione avutasi con l’incessante e violenta costruzione del Canale di Panama e della cittĂ poi. Ma alle prove di forza geopolitiche non si può dire di no, sopratutto se sei il Nicaragua e se chi ti interpella è la Cina. I risvolti economici sarebbero interessanti da osservare, dato che lo stesso canale avvantaggerebbe anche gli Stati Uniti, che troverebbero una rotta assai piĂą vicina a Miami, San Diego e Los Angeles, ma sempre sotto l’egida di Pechino, relegando Panama ad un uso piĂą locale, di cui usufruirebbero maggiormente i suoi alleati e vicini latino – americani. In generale lo stesso Canale del Nicaragua permetterebbe alla Cina di penetrare piĂą facilmente, abbattendo i costi, il mercato americano, pur sempre ancora il primo mercato mondiale dei consumi, rendendo i propri prodotti piĂą economici di quanto lo siano adesso. Inoltre renderebbe piĂą facile il commercio di petrolio tra Venezuela e Cina, dato che attualmente il Venezuela non dispone di uno sbocco diretto sul Pacifico e non sfrutta adeguatamente il Canale di Panama, e forse darebbe maggiore contiguitĂ alla vicinanza monetaria voluta da Maduro, postulando che che lo stesso sopravviva all’imminente default. Infatti, si preferisce passare per Cabo de Buena Esperanza in Africa, piuttosto che allargare la rotta attraverso il canale di Panama che anche allo stato attuale non permette il passaggio delle petroliere piĂą capienti e maggiormente utilizzate, le VLCRR, Very Large Crude Carrier. Ricordiamo che il Venezuela è il primo esportatore di petrolio verso la Cina, e che la Cina è il primo consumatore mondiale di petrolio dopo gli USA , petrolio quasi tutto Venezuelano ed ecuadoregno. In termini economici, si tratta di un investimento diretto di 40.000 milioni di dollari Americani poi aggiornato a 50.000, vale tra le quattro e le cinque volte il PIL del Nicaragua, investimento diretto Cinese che apporterebbe un vantaggio competitivo in termini economici al paese nel medio e lungo termine. Nessuno sa quando sarĂ posta la prima pietra di quest’opera faraonica, e per la quale si è speso direttamente il presidente Ortega, ma è a tutti gli effetti una partita su cui verteranno gli assi commerciali e geopolitici futuri, se verrĂ effettivamente realizzato, o funzionerĂ come grande “spauracchio” per tenere alta l’attenzione della Casa Bianca nell’area.Â
Fig 2 : Un tipico Tanker che trasporta petrolio nel canale di Panama
3. VANTAGGI E SVANTAGGI : DUE FACCE DELLA STESSA MONETA
Ma, come detto, il commercio globale sarebbe, secondo alcune fonti, in grande difficoltĂ Â e ciò rischia di causare una frammentazione del giĂ flebile mercato dei tanker, con conseguenze probabilmente negative per entrambi i paesi. Forse meno per il Nicaragua verrebbe da dire, alla luce del fatto che il mercato energetico dei mega tanker giĂ evita il Canale di Panama e sfrutta passaggi si piĂą lunghi attraverso l’ Africa, ma decisamente piĂą efficienti per via delle quantitĂ trasportate in una sola traversata, e troverebbe nel canale del Nicaragua la risposta perfetta in termini di efficienza sia economici che temporali rendendo possibile un livellamento verso il basso dei costi di trasporto e stoccaggio del greggio, permettendo alla lunga un abbassamento dei costi alla pompa per il consumatore finale o per lo meno un risparmio sulla catena di distribuzione. Lo stesso Nicaragua si avvantaggia inoltre delle forti spalle cinesi che finanziano anche progetti sociali e supportano il rating del paese di fronte alle Agenzie di Classificazione Internazionale del Rating. Un’opera, quella del canale del Nicaragua, che come tutte le mega opere dell’ingegno e laboriositĂ umana porta con se inevitabilmente duri compromessi da accettare e difficili situazioni sociali da superare  per il bene collettivo ed economico di una nazione. Il Nicaragua, che pur sempre rimane una delle piĂą povere nazioni dell’emisfero, troverebbe nel canale uno sbocco sicuro a flussi economici internazionali importanti che finanzierebbero da soli il pagamento del debito pubblico e migliorerebbe le condizioni di vita di milioni di persone che vivono ancora oggi in precarie condizioni di insicurezza sociale ed economica.
Ivan Memmolo
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą
La fine dell’opera e il suo successo dipenderanno molto da come si sapranno proteggere i 330 patrimoni culturali e i 217 pre registrati siti archeologici presenti sulla via della costruzione.
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