In 3 sorsi – Dallo scorso maggio si sono riaccese le proteste in eSwatini a causa del Governo assolutistico del Re Mswati III. Dopo anni di soprusi e repressioni dei diritti civili e politici i cittadini continuano a chiedere uno Stato piĂą democratico.
1. LE PROTESTE
Nell’eSwatini (ex Swaziland), uno dei Paesi piĂą piccoli del continente africano, le proteste infuriano da ormai due mesi. Il casus belli è stato il ritrovamento del cadavere dello studente Thabani Nkomonye nella periferia di Manzini lo scorso maggio. Secondo il rapporto ufficiale della polizia il ragazzo è rimasto vittima di un incidente stradale, ma molti giovani non ci credono e sostengono che la morte del loro coetaneo sia il triste esito dell’ennesimo episodio di violenza delle forze dell’ordine. In breve gli studenti hanno organizzato manifestazioni in tutto il Paese con lo slogan #justiceforThabani e in poche settimane l’intera popolazione è scesa in piazza per protestare contro il regime assolutistico che governa il Paese da decenni. Le insurrezioni non sono nuove nell’ex Swaziland – nome ufficiale dello Stato fino al 2018, – ma le ultime si stanno rivelando le piĂą violente dei 53 anni di indipendenza. Al momento Amnesty International denuncia la morte di almeno 20 manifestanti, mentre negli ospedali gli infermieri affermano che non si è mai registrato un tasso così alto di feriti per arma da fuoco. Gli approvvigionamenti alimentari cominciano a scarseggiare e gli aiuti umanitari sono bloccati alle frontiere per volere del Governo, che ha anche imposto il coprifuoco nazionale dalle 18,00 alle 5,00. Dal Vaticano è arrivato l’accorato appello di Papa Francesco rivolto “a tutti coloro che detengono la responsabilitĂ Â e quanti manifestano le proprie aspirazioni per il futuro del Paese” affinchĂ© compiano “uno sforzo comune per il dialogo, la riconciliazione e la composizione pacifica delle diverse posizioni”. La settimana scorsa sono circolate voci di una fuga dal Paese del Re, perchĂ© è stato visto il suo jet privato decollare dall’aeroporto nazionale, ma il Primo Ministro in carica assicura che Mswati III si trova ancora in eSwatini e che continua a lavorare con il Governo. Nonostante la difficoltĂ di avere notizie in tempo reale, è chiaro che il popolo sia determinato a continuare a lottare per una nuova forma di Governo piĂą democratica, anche a costo di scatenare una guerra civile.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Un manifestante brucia un vestito con la bandiera del Re Maswati III nella cittĂ di Manzini
2. IL REGNO DI MSWATI III
Mswati III, al potere dal 1982, è l’unico monarca assoluto ancora in carica in Africa. Nonostante ci siano un Primo Ministro e un Parlamento bicamerale, la monarchia di Mswati si fonda su principi tradizionali assolutistici e il Re esercita l’autorità suprema su tutti i rami del Governo. Nel 2005 fu approvata una riforma costituzionale, ma permangono diverse criticità che ostacolano i diritti civili e politici dei cittadini. Innanzitutto il Primo Ministro ha un ruolo simbolico e alle elezioni possono partecipare solo i candidati scelti dal Re tra i propri fedelissimi. Inoltre anche se la Camera Bassa del Parlamento è eletta con voto popolare, segue il sistema tinkhundla, che attribuisce ai governatori locali il potere di influenzare la scelta dei candidati. La riforma del 2005 non tutela adeguatamente le categorie più deboli della società e non garantisce la libera partecipazione alle elezioni dei partiti se non favorevoli alla monarchia. Un altro motivo di scontento popolare riguarda le esose tasse volte a sostenere lo stile di vita sfarzoso del Re, che possiede numerose proprietà , circa il 25% dei contratti minerari del Paese, 14 mogli e diverse cortigiane a fronte dei sudditi ridotti in condizioni di povertà estrema. Negli ultimi tempi anche i parlamentari hanno criticato le spese superflue del sovrano, atto che ha incoraggiato i cittadini a dar voce alle richieste per un Governo più democratico.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Re Mswati III in abiti tradizionali alla cerimonia del suo 30° compleanno, che coincide con l’anniversario dell’indipendenza del Paese
3. SITUAZIONE CRITICA
Nello eSwatini abitano “solo” 1milione e 130mila persone, ma oltre il 50% di loro vive sotto la soglia di povertĂ . Il Paese inoltre detiene il primato per i malati di HIV, che sono piĂą del 30% della popolazione. Mancano le infrastrutture, la corruzione dilaga e lo Stato limita la libertĂ di espressione per mantenere il controllo sui cittadini. Durante i recenti tumulti l’African National Congress, il partito al potere in Sudafrica, ha esortato il sovrano a intraprendere riforme democratiche e a fermare la “brutale repressione delle legittime preoccupazioni civili”. Nel 2019 durante una serie di dialoghi con le Nazioni Unite emerse che il popolo non è totalmente contrario alla monarchia se integrata da leggi piĂą democratiche, tuttavia Mswati sembra non voler scendere ad alcun compromesso riguardo alla gestione del proprio Regno.
Alessandra De Martini
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