Tra il 17 e il 19 aprile si è svolta a Roma la quinta edizione del CBRNe Summit Europe, l’evento annuale sulla protezione da attività Chimica, Biologica, Radiologica e Nucleare organizzato dall’Osservatorio Sicurezza e Difesa CBRNe (OSDIFE) in collaborazione lo Stato Maggiore della Difesa e con il NATO Joint Chemical, Biological, Radiological and Nuclear Defence Centre of Excellence (JCBRN Defence COE), al quale noi de Il Caffè Geopolitico abbiamo avuto la fortuna di partecipare.
I primi due giorni dell’evento hanno visto lo svolgersi di una conferenza con gli interventi di vari relatori, nazionali ed internazionali, esperti professionisti, tecnici specializzati e/o rappresentati di enti privati che si occupano della difesa da attacchi di tipo CBRNe e della non proliferazione di questo tipo di armamenti.
Il terzo giorno, conclusivo dell’evento, prevedeva una live demo, nel porto di Civitavecchia, dei reparti delle Forze Armate in ambito CBRN al quale hanno partecipato il 7° Reggimento NBC Cremona dell’Esercito, il 3° Stormo dell’Unità di bio-contenimento dell’Aeronautica Militare e il personale della Marina Militare sulla fregata Virginio Fasan.
La prima parte dell’evento ha visto protagonista il 3° Stormo dell’Unità di bio-contenimento dell’Aeronautica Militare, impegnato nella simulazione della decontaminazione di un elicottero AW 139 entrato in contatto con sostanze chimiche tossiche. La dimostrazione ha messo in risalto l’importanza di garantire ai membri dell’equipaggio, prima di recarli nell’area di decontaminazione allestita sul posto, l’assoluto non contatto, diretto o non diretto, con la parte esterna dell’elicottero. Sono state di conseguenza decontaminate, prima di provvedere all’estrazione del personale a bordo, le pale dell’elica del motore principale e degli sportelli. Una volta portato fuori l’equipaggio, l’elicottero è stato decontaminato in tutte le sue parti esterne.
La seconda parte della demo live ha invece dimostrato come si procede alla raccolta di prove su un luogo esposto ad un attacco CBRN. Il 7° Reggimento Cremona dell’Esercito, dopo aver mostrato come si mette in sicurezza il perimetro del luogo dell’attacco – con mezzi LINCE e fanteria, ha dispiegato sul campo il suo VBR-NBC plus, mezzo blindato leggero adibito a un primo sopralluogo per non esporre, direttamente sul campo, nessun membro del suo equipaggio. Segnalate così le zone d’interesse con apposite bandierine, il mezzo ha lasciato poi posto all’impiego della squadra vera e propria, divisa a sua volta in due unità denominate Dirty e Clean. La prima si occupa della raccolta diretta sul campo di prove o campioni che verrano poi analizzati dalla seconda, che invece si tiene in disparte sempre in prossimità del luogo di contaminazione per l’analisi primaria dei campioni.
L’evento si è poi concluso con la visita a bordo della fregata Virginio Fasan, dove è stato possibile visionare, in corso d’opera, le procedure che scattano nel caso in cui la nave venga esposta, per esempio durante l’accertamento di un mercantile non meglio identificato, a una nube tossica. Si è posto in particolare l’attenzione sulla pronta reazione della Sala Macchine nel segnalare l’allarme e sulla sua pronta reazione nell’attivazione dei sistemi dei nebulizzazione. Questi ricoprono l’intero scafo con acqua marina per bloccare il più possibile la contaminazione delle superfici. È stato, infine, possibile visionare anche la parte della nave dentro la quale il personale che sia stato esposto alla contaminazione viene decontaminato e la sala dove vengono monitorati i sensori principali della fregata.
A cura di Emiliano Battisti e Valerio Mazzoni
Foto di copertina e nell’articolo a cura degli autori