Per il Caffè Geopolitico abbiamo intervistato Davide Ferretti, autore del libro “Il potere dell’azione” pubblicato da Paesi Edizioni, istruttore di tattiche difensive delle squadre speciali militari e di polizia e docente nei corsi anti terrorismo destinati alle Forze Armate.
Quali sono gli aspetti mentali che si vanno a sviluppare nell’addestramento delle forze speciali e nei suoi corsi antiterrorismo?
Previsione, anticipazione e reazione sono senza dubbio gli aspetti che richiedono una maggiore attenzione durante la fase d’addestramento. Per quanto un’operazione possa essere programmata in tutti i suoi dettagli non può però passare inosservato il fattore umano. Questo rende l’operazione comunque soggetta ad un’infinità di variabili che richiedono, da parte degli operatori di sicurezza, un’attenzione costante che deve quindi essere allenata e migliorata con continuità . Durante l’addestramento cerchiamo di porre l’attenzione sulla crescita che le reclute vivono in prima persona, ponendo l’accento sul percorso che stanno intraprendendo e sui miglioramenti che hanno raggiunto.
Al netto di tutte le variabili del caso, quale atteggiamento mentale deve assumere un civile in caso, ma anche in previsione, di un possibile attacco terroristico?
Sono poche le contromisure psicologiche che un civile, in questo caso intendiamo chi non ha mai ricevuto un addestramento militare o simile, può attuare in casa di un attacco terroristico. Si può provare, anzi si deve provare, a non cedere al panico e a valutare la situazione nel modo più lucido possibile. Ma questo può avvenire soprattutto se assumiamo degli atteggiamenti positivi in previsione di un eventuale attacco. Questi atteggiamenti positivi da assumere dovrebbero essere quotidiani ma non devono in nessun modo andare ad intaccare il nostro stile di vita limitandoci magari negli spostamenti o nei luoghi da visitare. Il primo che mi viene in mente è la calibrazione ambientale, una buona abitudine che ci permette sempre di essere consapevoli del luogo nel quale ci troviamo. Visualizzare bene dove siano le uscite da imboccare in caso di fuga o quale sia la più vicina a noi. Da dove potrebbe arrivare un eventuale attacco? Da quale entrata? Oppure quali possono essere degli eventuali nascondigli da utilizzare? Altro aspetto da non sottovalutare è la conoscenza. Questo non vuol dire essere perfetti conoscitori del contesto internazionale o, per esempio, delle organizzazioni terroristiche attive o meno nel nostro Paese. Però comprendere, o quantomeno provarci, le diverse culture con cui entriamo in contatto, il loro modo di pensare, oppure avere un minimo di conoscenza di ciò che accade vicino e lontano da noi può aiutarci. Questi semplici atteggiamenti, soprattutto se li rendiamo quotidiani, ci rendono meno superficiali e ci aiutano a capire e a conoscere meglio ambienti e contesti nei quali ci muoviamo e viviamo e possono fare la differenza, anche in caso di un attacco terroristico.
All’estero i nostri soldati sono spesso impiegati nell’addestramento degli operatori di sicurezza dei Paesi nei quali intervengono. Lei che è docente, anche dei nostri soldati, può dirci perché?
Innanzitutto all’estero riconoscono la facilità con la quale riusciamo ad entrare nelle grazie della popolazione locale. La forte empatia che riusciamo ad instaurare con quest’ultime spesso ci permette, anche nel corso di un’operazione militare, di prendere la decisione migliore perché ci fornisce un parametro di giudizio in più che delle volte viene invece ignorato dagli operatori di altri Paesi. La situazione interna del nostro Paese di relativa tranquillità , inoltre, ci permette di investire molto tempo nell’addestramento e nell’aggiornamento continuo delle nostre truppe, le quali riescono spesso così a colmare il gap tecnologico con quelle di altri paesi. La nostra costante preparazione e la continua ricerca di migliorare le nostre risorse umane ha il duplice effetto positivo di renderci ottimamente utilizzabili sia in situazioni d’intervento interforze sia in caso di missioni d’addestramento. Motivo per il quale siamo tra i paesi con più richieste per interventi di questo tipo, che hanno a che fare con la ricostruzione del tessuto sociale di una nazione e con la preparazione dei loro sistemi operativi di sicurezza.
Valerio Mazzoni
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą
Davide Ferretti è anche considerato uno dei massimi esperti italiani di arti marziali. Istruttore di MMA – mixed martial arts, guida dal 2013 la Nazionale Italiana Fight1 di MMA. [/box]