In 3 sorsi – Nel corso dell’ultimo Consiglio Affari Esteri, tenutosi il 21 giugno, i rappresentanti degli Stati membri dell’UE hanno convenuto sulla necessità di incrementare il supporto nei confronti dell’Iraq, sostenendo le riforme strutturali che il Paese sta perseguendo e monitorando il processo elettorale.
1. IRAQ, SICUREZZA, ECONOMIA E SUPPORTO DELL’UE
Dalle due Guerre del Golfo alla crescita di un’organizzazione d’ispirazione jihadista che sarebbe presto divenuta nota al livello globale come Stato Islamico (o ISIS), l’Iraq ha subìto nel corso degli anni un progressivo sgretolamento delle proprie Istituzioni politiche e delle infrastrutture fisiche. Di conseguenza le condizioni di sicurezza e la stabilità economica nel Paese sono al momento più che precarie, nonostante le riforme che il Governo ha realizzato a partire dal 2014. La presenza di numerosi gruppi armati ribelli e la conseguente incapacità dello Stato di esercitare a pieno alcune funzioni basilari, quali la riscossione delle tasse nel proprio territorio, non permettono a oggi il consolidamento di una condizione di stabilità e crescita. È per questa ragione che, dal 2017, l’Unione Europea ha avviato una missione in Iraq nel contesto della Politica Comune per la Sicurezza e la Difesa, denominata EUAM Iraq (EU Advisory Mission in support of security sector reform in Iraq), al fine di supportare le capacità del Governo di ricostituire una struttura statale solida e che possa garantire la sicurezza dei propri cittadini. L’UE rappresenta inoltre, ad oggi, uno dei principali attori di supporto per la risposta irachena alla crisi umanitaria, attraverso l’implementazione di programmi di protezione, assistenza sanitaria d’emergenza per coloro i quali ne abbiano necessità .
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Un manifestante iracheno sventola la bandiera nazionale dell’Iraq durante una manifestazione a Baghdad
2. LE DECISIONI DEL CONSIGLIO AFFARI ESTERI
Nel corso dell’ultima riunione del Consiglio Affari Esteri dell’UE, svoltasi il 21 giugno, i Ministri degli Stati membri hanno concordato l’implementazione di una missione europea di osservazione elettorale in Iraq (Election observation mission – EUEOM), in vista delle prossime elezioni legislative nel Paese. Questo genere di missioni rappresenta uno dei principali canali per la promozione della democrazia, dei diritti umani e della rule of law al livello globale. Si tratterebbe della seconda occasione in cui, in Iraq, viene implementata una missione di osservazione elettorale, dopo le elezioni del marzo 2010, durante le quali un gruppo di esperti logistici ed elettorali ha operato a Baghdad, Erbil e Basra, contribuendo attraverso raccomandazioni nel breve medio e lungo periodo in merito alla condotta delle operazioni elettorali.
Il Consiglio ha inoltre stabilito che il Comitato di Cooperazione relativo all’Accordo di Partenariato e Cooperazione UE-Iraq (EU-Iraq Partnership and Cooperation Agreement) si riunirà entro la fine del 2021. L’accordo in questione, entrato in vigore nel 2018, stabilisce un partenariato tra l’Unione Europea, i propri Stati membri e l’Iraq, al fine di instaurare un solido rapporto di dialogo politico, promuovere il commercio e le relazioni economiche, nonché fornire una base per una consolidata cooperazione legale, sociale e culturale.
Fig. 2 – Il Ministro degli Esteri iracheno Fuad Hussein incontra l’Alto Rappresentante UE Josep Borell a Bruxelles
3. IL FUTURO INCERTO DELL’IRAQ
Il 10 ottobre di quest’anno l’Iraq dovrà andare al voto per le elezioni legislative. Gli oltre 3.500 candidati presentati dalle 44 coalizioni interne, così come l’elevato rischio di frodi e il rigido controllo di cui sono state incaricate le commissioni indipendenti al fine di esaminare tutti i candidati rappresentano solo alcune delle problematiche legate a queste elezioni. Nel contesto più ampio, le complicanze generate dalla successione di eventi che hanno caratterizzato il territorio iracheno nel corso degli ultimi trent’anni impongono uno sforzo deciso e coerente nell’implementazione di misure per il consolidamento del settore della sicurezza e per la rinascita economica dello Stato. A discapito di una frequente inadeguatezza delle missioni ed operazioni militari (amministrate dall’UE nell’ambito della Politica di Sicurezza e di Difesa Comune), l’efficacia dimostrata nelle missioni civili dell’Unione potrebbe rappresentare un punto di forza per il ruolo che l’UE cerca di ricoprire all’interno di questo processo. Tuttavia è probabile che l’utilizzo di misure per il monitoraggio elettorale e il dialogo politico dovranno essere accompagnate da un concreto e rinnovato supporto economico, coadiuvato dalla fornitura della strumentazione e dell’addestramento necessari alle Autorità irachene per garantire la sicurezza dei propri cittadini.Â
Marco Monaco
Immagine in evidenza: Hearing of Josep Borrell, High Representative / Vice President-designate, A stronger Europe in the World. 2019-10-07. Proprietà del Parlamento Europeo. Licenza: Creative Commons Attribution.