In 3 sorsi – L’india è un Paese vasto e diversificato, ma le forti spinte nazionalistiche stanno mettendo in crisi il suo delicato equilibrio interno. Le recenti vicende afghane hanno innescato una violenta reazione ai danni delle minoranze religiose, che giornalmente denunciano crudeli attacchi. Il nuovo Governo talebano a Kabul rappresenta sia una seria minaccia per l’incolumità dei fedeli musulmani in India, sia un’opportunità per il partito nazionalista indù BJP.
1. LA PREOCCUPAZIONE DELLE MINORANZE RELIGIOSE IN INDIA
Tensioni e rappresaglie ai danni di minoranze religiose sono all’ordine del giorno in India, specialmente contro i fedeli musulmani. Nel Paese si sono progressivamente radicati gruppi estremistici indù, come il Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS), un’organizzazione paramilitare di estrema destra attiva sin dal 1925, mentre in tempi più recenti si è affermato il Bharatiya Janata Party (BJP), considerato una diretta diramazione del gruppo nazionalistico sopracitato. Dall’ascesa politica del BJP nel 2014 l’India è stata investita da un’ondata di islamofobia: il Governo è stato messo sotto accusa dai critici e dalla comunità internazionale per aver promosso politiche ostili o discriminatorie verso la minoranza musulmana. Un esempio di tali politiche sono gli emendamenti del 2019 alla legge sulla cittadinanza, apportati al fine di consentire a diverse minoranze perseguitate nei Paesi limitrofi di accedere alla cittadinanza indiana, ma omettendo deliberatamente ogni riferimento alle minoranze musulmane. La discriminazione non si esaurisce a livello governativo e legislativo: negli ultimi anni si sono intensificati gli episodi di violenza urbana e crimini d’odio ai danni delle minoranze religiose, di cui, secondo un reportage del 2019, il 90% delle vittime negli ultimi 10 anni è musulmano.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Fedeli musulmani in preghiera in una strada di Kolkata, agosto 2021
2. CRESCONO GLI ATTACCHI D’ODIO RELIGIOSO
Le recenti vicende afghane costringono l’India a fronteggiare una rinnovata campagna d’odio contro i musulmani presenti in territorio. Non appena è stata appresa la notizia della destituzione del Governo afghano da parte dei talebani sui social media indiani è entrato in tendenza l’hashtag #GoToAfghanistan, un chiaro segnale d’odio religioso dei gruppi di estrema destra indù che rimarca la precedente campagna del #GoToPakistan. Nelle strade indiane si respira un’aria di repressione religiosa, le giornate sono scandite da violenti attacchi che vengono filmati ed esibiti sui social media come trofei. Risalgono infatti ad agosto, a pochi giorni distanza l’uno dall’altro, i video di pestaggi da parte della folla indù ai danni di uomini musulmani: un video diventato virale mostra una bambina terrorizzata aggrappata al padre mentre viene aggredito e in un altro video si vede un venditore di bracciali picchiato e schiaffeggiato da una folla impetuosa. Attacchi simili vengono segnalati in continuazione, il nazionalismo religioso sembra aver preso con prepotenza le redini del Paese. Questi ultimi avvenimenti mostrano come l’odio si stia diffondendo a macchia d’olio, ma il Governo, capeggiato dal Primo Ministro Narendra Modi, si mostra restio dal prendere una chiara e forte posizione in merito.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Protesta in Bangladesh contro le violenze anti-musulmane nella vicina India, marzo 2020
3. I TALEBANI ALLE PORTE: UN’OPPORTUNITÀ PER IL BJP
La presa del potere dei talebani in Afghanistan ha avuto forti ripercussioni sulle relazioni diplomatiche tra il Paese e i suoi vicini. Durante gli ultimi vent’anni l’India era riuscita a tessere solide relazioni diplomatiche con Kabul, ma il repentino cambio di Governo sembra già causare le prime diatribe. Oltre alla questione irrisolta del Kashmir, dove i locali separatisti filo-pakistani possono ora contare sull’appoggio talebano, l’India deve fare i conti con il disordine sociale innescato dai sostenitori della destra indù. Avere i talebani alle porte del Paese e la crescita del sentimento antislamico a livello locale potrebbero però rappresentare un prezioso espediente per il BPJ. L’anno prossimo si terranno nuove elezioni sia locali che nazionali e il BPJ potrà molto probabilmente contare sull’esteso consenso degli elettori indù, specialmente in Stati come l’Uttar Pradesh e l’Uttarakhand. L’ulteriore polarizzazione di un Paese già di per sé profondamente diviso solleva grandi preoccupazioni a livello sociale e con un probabile Governo a maggioranza radicale si teme una sempre più limitata libertà religiosa.
Alessia Sauda
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