L’Europa ha di fronte un’estate molto complessa, sia economicamente, sia politicamente. Vediamo in modo rapido tre esempi che Bruxelles dovrà seguire con estrema attenzione, ossia gli sviluppi della crisi in Grecia, con la chiusura della televisione pubblica e il declassamento della Borsa, il dibattito sull’adesione della Lettonia all’euro nel 2014, l’ingresso della Croazia nell’Unione il I luglio.
GLI IMPEGNI IMMINENTI – Dal I gennaio la Lettonia adotterà l’euro (sì, la Lettonia è un Paese membro, dal 2004!), mentre dal I luglio la Croazia sarà il 28° Stato ad aderire all’Unione Europea. Nel frattempo, però, la Grecia da un lato ha chiuso il servizio radiotelevisivo pubblico, la ERT, licenziando 2500 dipendenti e annunciando la sua ricostituzione con forte privatizzazione all’interno del programma concordato con la troika (BCE, FMI e UE), dall’altro lato ha subìto un declassamento della propria borsa (non dello Stato) nell’indice MSCI di Morgan Stanley da Paese sviluppato a Paese emergente. L’estate dell’Unione Europea si prospetta quindi piuttosto delicata, poiché sarà necessario gestire con oculatezza sia la ricostruzione del sistema radiotelevisivo greco, sia il percorso della Lettonia, con il via libero definitivo che dovrebbe arrivare a fine luglio, sia le prime fasi dell’allargamento alla Croazia. Si tratta di tre situazioni molto complesse, sebbene per motivazioni diverse.
GOVERNO A RISCHIO IN GRECIA? – La chiusura della ERT, infatti, oltre a essere un gravissimo vulnus per l’informazione in Grecia, nonché a significare la perdita del lavoro per più di 2mila persone, potrebbe condurre a una crisi di Governo: le opposizioni e il PASOK (partito nell’esecutivo di larghe intese) hanno duramente contestato il provvedimento, giunto con decreto ministeriale, ma il primo ministro Samaras non esclude di subordinare la discussione parlamentare sull’argomento a un voto di fiducia. Questo a pochi giorni dal fallimento dell’asta per la privatizzazione della società greca del gas, DEPA, con Gazprom che ha ritirato improvvisamente la propria offerta (più di 900 milioni euro) per le forti perplessità di Bruxelles.
LA LETTONIA NELL’EURO – Riguardo alla Lettonia, le Autorità europee hanno sostenuto che il Paese abbia raggiunto «un alto livello di convergenza economica sostenibile», dopo che, stante il crollo del PIL del 26,5% tra il 2008 e il 2010, anche Riga era dovuta sottostare a un intenso programma di austerità . In questo senso, secondo alcuni analisti la vicenda potrebbe giovare al rafforzamento dei cosiddetti “falchi” della rigidità economica, mentre per altri osservatori l’ingresso lettone potrebbe essere deleterio in primo luogo per il Paese stesso, e in seguito per l’Eurozona, per analogia col caso di Cipro. Al di là delle valutazioni strettamente economiche, Bruxelles ha sollecitato la Lettonia a porre rimedio alle zone oscure sulle quali aleggiano sospetti fondati di riciclaggio di denaro e movimenti finanziari dubbi, operando al contempo anche per tenere sotto controllo l’inflazione e i prezzi durante il passaggio all’euro.
BENVENUTA CROAZIA – Infine, l’adesione della Croazia all’Unione, prevista per il I luglio al termine di un percorso avviato nel 2003 e non sempre facile. Per esempio, per lungo periodo Francia, Gran Bretagna e Olanda hanno proposto che fosse applicata una sorta di “clausola di monitoraggio”, consistente nell’impegno per la Croazia di inviare trimestralmente rapporti a Bruxelles sullo stato del processo di attuazione dei Trattati, soprattutto circa la lotta alla corruzione. In Italia, solo pochi giorni fa, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, si è rivolto al presidente Enrico Letta chiedendo di tenere sotto controllo il rischio dumping, ossia, in questo caso, l’eventualità che nel nostro Paese arrivi un alto numero di lavoratori croati (analogamente alla celebre “calata dell’idraulico polacco”), un tema che sta destando preoccupazione anche in altri Stati. E, tuttavia, che è sempre ricorrente nelle circostanze dell’adesione di un nuovo membro. Per l’Unione Europea, quindi, l’estate non sarà certo tempo di vacanze.
Beniamino Franceschini