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Gli Occhi nel Jihad: 2 – 16 ottobre

Miscela Dark – Gli avvenimenti principali riguardanti la galassia jihadista in queste due settimane.

GRECIA

  • Il campo rifugiati di Moria, nell’isola greca di Lesbo, sta fronteggiando gravi difficoltà dovute alla sempre più forte presenza dell’ideologia jihadista vicina alle istanze dello Stato Islamico. In particolare, si apprende da un documentario realizzato da Deutsche Welle, un gruppo di rifugiati giunti dal governatorato di Deir ez Zor sta provando a imporre violentemente la sharia in tutto il campo, che conta quasi 8mila rifugiati. Il gruppo composto da circa 50 persone, inoltre, gestisce un giro di traffici illeciti che varia dalla vendita di droga allo smercio di cellulari.
SPAGNA

  • Il Ministro degli Interni spagnolo ha affermato che le Autorità del Paese hanno smantellato un network jihadista vicino allo Stato Islamico attivo nei penitenziari spagnoli, costituito da 25 detenuti e che si estendeva in ben 17 prigioni.
UK

  • In settimana sarà rilasciato il predicatore estremista Anjem Choudary, detenuto in carcere dal 2016 per aver incitato cittadini britannici a sostenere lo Stato Islamico. Nonostante la promessa del MI-5 di monitorare attentamente il soggetto, è altissima la preoccupazione per un probabile revival del gruppo al Muhajiroun, un network di estremismo salafita nel quale confluirono, direttamente o indirettamente, Khuram Buttpresunto leader degli attentatori che entrarono in azione sul London Bridge – e Khalid Masoodattentatore di Westminster.
LIBIA

  • Un raid del LNA – Esercito Nazionale Libico – nei sobborghi di Derna ha condotto all’arresto di Hisham al Ashamawy, noto terrorista egiziano leader del gruppo terroristico Ansar al Islam. Hisham al Ashamawy è un ex colonnello dell’esercito egiziano radicalizzatosi, riportano fonti interne del Cairo, in seguito alla scomparsa del padre. Allontanato dall’esercito, al Ashamawy si unì all’organizzazione jihadista Ansar Bait al Maqdis, gruppo precursore della filiale nel Sinai dello Stato Islamico. Al momento della dichiarazione di fedeltà del gruppo al califfo Abu Bakr al Baghdadi, nel 2015, abbandonò l’organizzazione e fondò il gruppo Ansar al Islam, proclamando la propria lealtà al leader di al Qaeda Ayman al Zawahiri e rivendicando l’attacco che nell’ottobre del 2017 costò la vita a 54 agenti di polizia nell’oasi di Bahariya.
TUNISIA

  • Il gruppo Katiba Uqba bin Nafi, la filiale tunisina di al Qaeda nel Maghreb Islamico, ha rivendicato l’attacco che ha colpito un blindato dell’esercito tunisino, provocando un morto e diversi feriti, nella provincia di Kasserine nei pressi del monte Chaambi.
Al Hijrah media, canale mediatico vicino ad al Qaeda, diffonde la notizia della rivendicazione di KUBN
SOMALIA

  • Il gruppo al Shabaab ha rivendicato l’uccisione di 10 spie che collaboravano per i Governi statunitense, britannico e somalo. Tra i dieci giustiziati figurerebbe anche il foreign fighter britannico Mohammed Ahmed Mohamed, che riuscì a eludere i controlli dell’antiterrorismo travestendosi da donna per poi abbandonare il Paese e raggiungere la Somalia. Gruppi terroristici come al Shabaab usano spesso il pretesto del controspionaggio semplicemente per giustiziare degli oppositori interni o dei membri appartenenti a organizzazioni rivali.
LAGO CIAD

  • Quattro operazioni compiute dallo Stato Islamico nell’Africa Occidentale nelle ultime due settimane. È in aumento l’attività del gruppo nella regione di frontiera tra Nigeria, Niger, Cameroon e Ciad. La più importante, compiuta contro la base dell’esercito nigeriano a Kanghrawa, ha portato alla morte di 31 soldati e alla cattura di 5 operativi. 
Traduzione del bollettino informativo di Amaq News Agency diffusa dal canale telegram pro-IS Halummu
SIRIA

  • Procede con difficoltà, nel settore di Hajin, l’offensiva delle SDF, le milizie a guida curda supportate dalla Coalizione Internazionale, che sta ripulendo la valle dell’Eufrate dalle ultime sacche di resistenza territoriale dello Stato Islamico. L’avanzata, riportano i media, procede con tutte le difficoltà preventivate. I miliziani dello Stato Islamico evitano lo scontro aperto, lasciano le loro posizioni e colpiscono le SDF a colpi d’artiglieria. I seguaci di Abu Bakr al Baghdadi hanno inoltre sfruttato una tempesta di sabbia per scatenare una violenta controffensiva che ha permesso allo Stato Islamico di prendere in ostaggio più di cento famiglie di rifugiati.
  • Il gruppo Tanzim Hurras al Din, alleato ad al Qaeda in Siria, ha bersagliato per due giorni consecutivi le postazioni delle SAA, nella campagna di Hama, a colpi di mortaio. 
  • Il gruppo HTS – Hayat Tahrir al Sham – ha diramato un comunicato relativo agli accordi di Sochi siglati da Turchia e Russia. Il documento, in sostanza, non definisce una chiara posizione del gruppo e lascia quindi possibile ogni tipo di previsione. HTS rifiuta in sostanza gli accordi siglati, ma afferma che prenderà tutte le iniziative politiche che gli sono permesse dalla sharia per tutelare gli abitanti del cantone di Idlib. Ribadisce che continuerà nella sua guerra contro Assad, poiché la sua destituzione resta uno degli obiettivi fondanti della rivoluzione, e che le armi in possesso sono l’unico mezzo a disposizione per combattere per la libertà dei siriani. Questo, però, non impedisce al gruppo, di prendere accordi, sia interni che esterni, sempre al fine di tutelare i cittadini delle aree liberate. In conclusione, la leadership di HTS esprime gratitudine, riconoscenza e continuo sostegno per tutti quei combattenti non siriani che hanno aiutato negli anni la rivoluzione siriana contro il regime, cercando quindi di spegnere le voci che volevano il gruppo in rotta di collisione con la sua folta schiera di foreign fighters.
Traduzione del bollettino informativo di Amaq News Agency sulle operazioni del gruppo in Siria, diffuso da Halummu
AFGHANISTAN

  • Lo Stato Islamico nel Khorasan ha rivendicato l’attacco suicida che ha colpito un congresso elettorale nella provincia di Nangarhar, provocando 13 morti e oltre 30 feriti. 
  • L’Emirato Islamico dell’Afghanistan ha diramato un comunicato in cui condanna le imminenti elezioni parlamentari che si terranno nel Paese il 20 ottobre, descrivendole come un mero tentativo delle forze straniere per legittimare la loro occupazione. Si invitano, quindi, i cittadini a boicottare completamente il voto e i candidati politici a rinunciare alla “farsa”. Si chiede, inoltre, ai mujahidin di colpire gli interessi americani, ma di proteggere, con qualsiasi mezzo, la vita dei civili.
Traduzione in inglese del comunicato ufficiale dello Stato Islamico che rivendica l’attentato nella provincia di Nangarhar diffusa dal canale Caliphate News 24
JIHADIMEDIA

  • Uscito il quarto numero del magazine jihadista online al Haqiqa. Tra i contenuti in evidenza di questo numero: l’intervista ad un comandante del gruppo TTP – Tehrik e Taliban Pakistan – Adnan Rasheed d una breve biografia dell’ex leader del TTP Mullah Fazlullah.
  • Il gruppo al Abd al Faqir Foundation, un gruppo di sostenitori dello Stato Islamico su Telegram, ha creato una nuova rivista per i sostenitori del Califfato intitolata Youth of the Caliphate – La gioventù del Califfato.
  • Ghulibati a Rum, canale italiano dei sostenitori dello Stato Islamico, ha diffuso la traduzione in italiano dell’ultimo audio messaggio del portavoce del gruppo, Abul Hasan al Muhajir, che rivendica l’attentato contro l’Iran.
Locandina del canale telegram Ghulibati a Rum che annuncia la diffusione della traduzione del discorso di Abul Hasan al Muhajir

 

                                                                                                             Valerio Mazzoni

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Valerio Mazzoni
Valerio Mazzoni

Nato, cresciuto e residente a Roma classe 1989, laureando in Scienze politiche per le Relazioni Internazionali presso l’Università Roma Tre. Formato accademicamente da nottate passate a giocare ad Age of Empire e Risiko, nutre da sempre una smodata passione per la storia e per le relazioni internazionali, con particolare interesse per il fondamentalismo islamico, i servizi segreti e la loro controversa storia. Per il Caffè Geopolitico si occupa della Russia e delle ex Repubbliche Sovietiche. I viaggi e la Lazio sono le sue passioni più grandi, anche se non disdegna rapide incursioni nel mondo NBA.

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