El-Beblawi è il nuovo Primo Ministro egiziano e al suo fianco come vice-premier con responsabilità per gli Affari Esteri ci sarà el-Baradei. La nomina è stata approvata anche dal partito al-Nour, nonostante la presenza del premio Nobel stia incontrando forti opposizioni. Per oggi sono previste altre manifestazioni in tutto il Paese, mentre nel Sinai alcuni miliziani islamisti hanno attaccato un posto di blocco militare.
LA FINE DELL’IMPASSE – Dopo una settimana di negoziazioni, il presidente Mansour ha affidato la carica di Primo Ministro a Hazem el-Beblawi, economista e già ministro delle Finanze, il quale avrà come vicepremier con delega agli Affari Esteri el-Baradei. Contestualmente, secondo quanto riferito da un comunicato della Presidenza della Repubblica, sarebbero cominciate le consultazioni per la formazione del Governo, con el-Beblawi disposto a offrire alla Fratellanza Musulmana alcuni ministeri, che, però, sarebbero stati rifiutati. La nomina a Primo Ministro di un economista era una delle ipotesi più probabili, considerato che l’origine della rivolta dei Tamarrud è formalmente nelle condizioni economiche dell’Egitto e che il Paese dipende per larga misura dagli interventi del FMI. In questo senso, il partito al-Nour, che nei giorni scorsi si era ritirato dalle trattative in seguito alla strage dell’8 luglio (51 morti negli scontri tra esercito e sostenitori di Morsi), ha garantito il sostegno a el-Beblawi, ma ha mostrato alcune obiezioni sull’ingresso di el-Baradei al Governo. Le formazioni islamiste e i gruppi a favore del Presidente destituito, infatti, hanno più volte affermato che la presenza nell’esecutivo del premio Nobel sia contraria alla costituzione di un fronte di solidarietà nazionale, giacché el-Baradei, oltre a essere il portavoce del fronte “30 Giugno”, è considerato troppo vicino agli Stati Uniti e agli attori occidentali.
PRIME VOCI SUL GOVERNO – Il nuovo Primo Ministro el-Beblawi è un economista con un’esperienza al dicastero delle Finanze nel Governo di Sharaf, nel periodo di transizione seguito alla caduta di Mubarak. Proveniente dal Partito socialdemocratico, del quale è tra i fondatori, el-Beblawi è stato scelto inaspettatamente, dopo che el-Din, considerato fino a ieri il favorito, ha ritirato la propria disponibilità per l’ostilità mostrata dalle formazioni islamiste. Secondo le prime previsioni, nel Governo resteranno tre figure chiave dell’esecutivo precedente, ossia Ibrahim all’Interno, Amr agli Esteri e Sissi, che è anche alla guida del Supremo Consiglio delle Forze Armate, alla Difesa.
FIAMME ANCORA ACCESE – La situazione nel Paese, tuttavia, resta tesa e delicata. La Fratellanza Musulmana, che non ha accettato gli incarichi offerti da el-Beblawi, continua a invocare l’insurrezione di «un milione di martiri» per la liberazione di Morsi e il ripristino dell’ordine costituzionale, contestando anche la roadmap del presidente Mansour che definisce il percorso verso le elezioni nei prossimi sei mesi. In tutto l’Egitto sono in atto manifestazioni a sostegno di Morsi e anche per oggi si prevedono imponenti proteste al Cairo. Nel frattempo, ieri sera un posto di blocco nel Sinai è stato preso d’assalto da combattenti islamisti (almeno 2 morti e 8 feriti), a dimostrazione di quanto il vuoto di potere nella penisola rischi di ampliarsi, con la conseguente avanzata di gruppi dell’Islam combattente rapidi ed efficienti nell’infiltrarsi nel precario equilibrio tribale.
Beniamino Franceschini