In 3 Sorsi – Il 23 aprile 2025, il Ministro degli Interni giordano, ​​Mazin Al Farrayeh, ha annunciato la messa al bando della Fratellanza Musulmana, organizzazione islamista operativa sul territorio dalla fondazione della Monarchia e con cui quest’ultima, sin dagli albori, ha avuto un rapporto altalenante, tra collaborazione e repressione.
1. ORIGINI E SVILUPPO DELLA FRATELLANZA MUSULMANA
La Fratellanza Musulmana è un’organizzazione islamista che deve la propria esistenza all’ideologia dell’insegnante egiziano Hassan al-Banna, il quale proprio in Egitto fondò il movimento nel 1928. Tra gli obiettivi di quest’ultimo c’era l’idea di portare a una modernizzazione dell’Islam, attraverso la quale i Paesi arabi avrebbero potuto emanciparsi dalla colonizzazione e dall’influenza occidentale cui erano sottoposti durante la prima metĂ del Novecento. Presto, a partire dal Cairo, la dottrina dei Fratelli Musulmani si diffuse nell’area mediorientale, attecchendo nel substrato sociale dei vari territori, tra cui la Giordania, dove venne fondata una succursale del gruppo nel 1945.
Sin dagli albori, la nascente Monarchia hashemita intessé un rapporto altalenante con i Fratelli Musulmani, dapprima attraverso una collaborazione, lasciando che questi svolgessero un ruolo centrale nella edificazione della macchina statale giordana e della sua stabilità , in un momento storico caratterizzato da forti incertezze, tanto interne quanto regionali. Ciò conferì all’associazione islamista la possibilità di rafforzarsi, istituendo anche una forte rete di assistenza sociale, sino all’ingresso in politica, per cui alcuni membri di spicco dei Fratelli Musulmani poterono partecipare ai colloqui del Consiglio Consultivo Nazionale (1978-1984). In questi anni la popolarità dei Fratelli Musulmani accrebbe significativamente, in particolare nelle università .
Fig. 1 – Alcune persone camminano nel cuore della capitale della Giordania, Amman, intorno al 1955
2. VERSO IL DETERIORAMENTO DEI RAPPORTI
Un momento nevralgico della relazione tra la Monarchia hashemita e la Fratellanza Musulmana si ebbe negli anni Novanta, che videro le tensioni tra l’organizzazione islamista e lo Stato giordano passare da una condizione di potenza ad atto. Tra gli elementi che vi contribuirono ci fu la crescente influenza della Fratellanza Musulmana che, grazie all’istituzione del proprio braccio politico nel 1992, il Fronte d’Azione Islamica (FAI), poté permeare anche quest’ambito. Non solo, nel 1994 il gruppo si oppose alla firma del Trattato di Pace tra la Giordania e Israele. Gli attriti si acuirono nel 1997, quando le elezioni legislative furono boicottate dal FAI. Così, quella che un tempo fu un’organizzazione percepita come in grado di svolgere una funzione di collante in una fase di costruzione statale, con l’avvio del nuovo millennio fu ufficialmente percepita come un ostacolo per la Monarchia, nel frattempo passata sotto re Abdullah II, nel 1999. Iniziò così una fase di repressione, che però ebbe delle ripercussioni anche interne ai Fratelli Musulmani: sommata alle circostanze internazionali, contribuì all’elezione di un leader meno predisposto alla collaborazione, Hamam Said. Il deterioramento del rapporto oramai in atto subì un’accelerazione ulteriore con le Primavere arabe, evento che scosse l’intera regione e che portò la Monarchia hashemita a stringere ancor di più il controllo sulla Fratellanza Musulmana, che nel mentre era salita al potere in Egitto con l’allora Presidente Morsi, nel 2012. Di fatto, nel 2015, ci fu la messa al bando dell’organizzazione, e i beni di quest’ultima furono trasferiti a una nuova entità , la quale prese il nome di Associazione della Società dei Fratelli Musulmani, acuendo la spaccatura nel fronte interno. Successivamente, nel 2020, fu imposto lo scioglimento del gruppo.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Ad Amman, numerose persone partecipano a una manifestazione a sostegno della Palestina, promossa dal FAI, il 10 ottobre 2023
3. IL 2023 COME ANNO SPARTIACQUE E LE PROSPETTIVE FUTURE
Nonostante la dichiarazione di scioglimento, la Fratellanza Musulmana ha continuato a operare, traendo grande vantaggio anche dal sostegno fornito alla popolazione palestinese durante il conflitto in corso – di fatto, gran parte del popolo giordano è di origine palestinese. Ciò fu evidente durante le elezioni legislative del 2024, quando il FAI raggiunse risultati senza precedenti, ottenendo 31 seggi su 138. A ribaltare gli equilibri fu, lo scorso aprile, l’arresto da parte della Monarchia di 16 persone riconducibili alla Fratellanza Musulmana, sospettate di condurre azioni volte a “prendere di mira la sicurezza nazionale, seminare caos e sabotaggio“. Aderendo a quanto è stato riportato, il motivo dell’imputazione sarebbe da ricondurre al ritrovamento di armi in possesso dell’organizzazione, nonchĂ© alla produzione delle stesse e a un piano di addestramento di alcuni individui, tanto in Giordania quanto al di fuori del Paese. La denuncia della Monarchia è stata però smentita dall’organizzazione. A ciò seguì, una settimana dopo, l’annuncio da parte del Ministro degli Interni giordano, Mazen al Faraya, circa la chiusura di ogni ufficio dell’associazione, della confisca dei beni e della categorizzazione di ogni attivitĂ come “illegale”. Inoltre, d’ora in poi non sarĂ consentita alcuna attivitĂ riconducibile al gruppo stesso. Quanto al FAI, al momento non è chiaro se proseguirĂ la propria attivitĂ . In ogni caso, la mossa della Monarchia rappresenta un punto di svolta nei rapporti tra lo Stato e la Fratellanza Musulmana, incrinando significativamente una relazione giĂ di per sĂ© altalenante. La scelta della Monarchia di mettere al bando i Fratelli potrebbe risiedere nel tentativo di mantenere la stabilitĂ del Paese e dei suoi rapporti con l’Occidente, alternando un atteggiamento di apertura verso Israele, gli Stati del Golfo – ad esempio, deviando i missili iraniani nell’aprile 2024 o mettendo al bando i Fratelli Musulmani, peraltro vicini ad Hamas – e, al contempo, accogliendo alcune istanze del popolo palestinese. Tale modus operandi, però, può portare con sĂ© dei rischi. Da una parte, il vuoto creatosi dalla Fratellanza Musulmana potrebbe essere colmato, ad esempio, dall’Iran. Oppure, ancora, la repressione nei confronti dell’associazione potrebbe portare a un’ulteriore radicalizzazione, che finirebbe per minare a sua volta la stabilitĂ del Paese, in un momento fortemente destabilizzante per il mondo, ma, soprattutto, per la regione.
Alice Serra
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