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Ecuador in preda alla violenza dei narcos: rischio di una guerra civile

In 3 sorsi – In Ecuador il rischio di una guerra civile non è mai stato così alto dopo l’evasione di due dei narcos più potenti del Sudamerica. Scontri e violenze profuse in tutto il Paese. Colombia e Perù indicono lo stato di emergenza sui confini.

1. I NARCOS TERRORIZZANO L’ECUADOR

In Ecuador i narcos stanno tentando di portare a termine un narco-golpe, caratterizzato da violenze inaudite contro polizia e civili. Il caos è scoppiato lo scorso 8 gennaio, quando il Presidente, Daniel Noboa, ha annunciato l’evasione dal carcere di Guayaquil di José Adolfo Macias, detto Fito. Chiamato anche l’Escobar dell’Ecuador, Fito è uno dei boss più influenti del Sudamerica, capo del gruppo dei Choneros. La fuga è avvenuta in circostanze molto dubbie: è stato sostituito nella cella da un apparente sosia, probabilmente molto prima dell’8 gennaio.
Macías non è l’unico narcotrafficante evaso, a lui si unisce anche Fabricio Colón Pico, leader dei Lobos che ha contattato le Autorità, affermando di essere evaso poiché minacciato di morte in prigione e ha chiesto di potersi costituire in maniera pacifica. Il Presidente ha affermato che Pico è libero di affidarsi alle Forze dell’Ordine, ma che nessuno sconto di pena verrà applicato.
La risposta alle violenze da parte del Governo è stata molto dura: il Presidente Noboa ha decretato lo stato di emergenza per 60 giorni con conseguente coprifuoco dalle ore 23 alle 05, ha inviato mezzi blindati nelle principali città e i corpi speciali hanno già evacuato circa 40 ostaggi. Tredici i morti confermati a causa degli scontri, 5 dei quali sono terroristi. Gli arresti sono più di 300. In ostaggio rimangono circa un centinaio di persone, principalmente nelle carceri del Paese.

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Fig. 1 – Mezzi militari nelle principali vie di Quito

2. LA PROPAGANDA DELLE VIOLENZE

Le organizzazioni criminali stanno usando i principali canali social per diffondere i video delle loro azioni: ufficiali della polizia penitenziaria presi in ostaggio e uccisi a sangue freddo, cadaveri abbandonati nelle strade e violenze indiscriminate contro i civili. 
In aggiunta, subito dopo l’evasione di Fito un gruppo di narcos ha fatto irruzione negli studi di TC Television, durante la diretta del telegiornale pomeridiano. Armati e a volto coperto, i criminali hanno preso in ostaggio tutti i presenti. Si può notare un membro del gruppo inserire all’interno del taschino del conduttore della dinamite, fortunatamente non innescata. I corpi speciali hanno dichiarato di aver liberato gli ostaggi e arrestato i terroristi, senza causare vittime. 
L’obiettivo del narco-golpe non è quello di prendere il potere, bensì creare terrore, in maniera da destabilizzare l’ordine democratico e la sicurezza del Paese. Il Presidente Noboa sta infatti tentando di smantellare l’intera rete che ruota intorno alla vendita di cocaina, marijuana e droghe sintetiche. Si tratta di un mercato che annualmente produce più di un miliardo di euro. Grazie alla paura, Fito e i suoi sicari stanno cercando di far perdere al giovane Presidente la fiducia del Paese, permettendo così all’elevata corruzione di proliferare nuovamente senza intoppi.

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Fig. 2 – Soldati ecuadoreñi pattugliano i dintorni degli studi televisi di TC Television dopo l’attacco

3. L’ARENA INTERNAZIONALE GUARDA ATTONITA

I primi due Paesi a muoversi dopo lo scoppio delle violenze sono stati i confinanti Colombia e Perù. Su entrambi i confini è stato infatti indetto lo stato di emergenza. Inoltre il Presidente colombiano Gustavo Petro ha inviato un ingente numero di soldati alla frontiera, rafforzando i controlli. La situazione tra questi due Stati è particolarmente delicata poiché la Colombia è uno snodo vitale nel traffico mondiale di stupefacenti, con una fitta rete di organizzazioni criminali legate al narcotraffico. La paura che l’ondata di violenze possa espandersi è molto alta.
Gli Stati Uniti si sono dichiarati estremamente preoccupati e hanno comunicato l’invio di alti dirigenti dell’esercito per aiutare Daniel Noboa a risolvere quello da lui definito come un conflitto armato interno.
Nel mentre, la Comunità Internazionale osserva con attenzione l’evolversi delle vicende, sperando che gli scontri non si trasformino in una vera e propria guerra civile.

Ildebrando Ceolin

Ecuador Grunge Flag” by Grunge Love is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • In Ecuador indetto lo stato di emergenza dopo il tentativo di un narco-golpe.
  • Le azioni dei narcos trasmesse in tempo reale su tutti i canali social, soprusi e violenze inaudite.
  • Colombia e Perù rafforzano i controlli, la Comunità Internazionale osserva attentamente l’evolversi delle vicende.

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Ildebrando Ceolin
Ildebrando Ceolin

Classe 2000 di Como. Laureato in Mediazione Linguistica e Culturale con una tesi sulla dottrina Monroe presso l’Università degli Studi di Milano. Al momento frequento la laurea magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’università di Bologna. Sono molto curioso e cerco di imparare il più possibile da ogni esperienza. Tra le mie più grandi passioni ci sono la musica, la geopolitica, la storia e il caffè, rigorosamente amaro.

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