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Francia: la nomina di Michel Barnier è l’ennesima scommessa di Macron

In 3 sorsiDopo circa due mesi di impasse, il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha finalmente nominato il nuovo Primo Ministro. Si tratta dell’ex funzionario e Commissario Europeo Michel Barnier, 73 anni ed esponente di punta del partito di centro-destra I Repubblicani.

1. MICHEL BARNIER PRIMO MINISTRO: TERMINA LO STALLO

A circa due mesi di distanza dalla celebrazione del secondo turno delle elezioni legislative francesi, il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha deciso di interrompere lo stallo politico incaricando Michel Barnier di formare un nuovo Governo. Si tratta dell’ennesima scommessa, da alcuni considerata ai limiti della provocazione politica, compiuta da Macron negli ultimi mesi. Con la nomina di Barnier, Macron punta alla creazione di un esecutivo di alto profilo, in grado di incorporare esponenti provenienti dalla sua coalizione centrista Ensemble e dall’ala più moderata de I Repubblicani (il partito di Barnier) e del Partito Socialista (nonostante esso sia parte integrante della coalizione di sinistra Nuovo Fronte Popolare). Nei fatti, dunque, una sorta di Governo di unità nazionale in grado di realizzare le riforme promesse ai cittadini francesi, isolando al contempo le istanze divisive e radicali dell’estrema destra e dell’estrema sinistra.

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Fig. 1 – Il nuovo Primo Ministro Michel Barnier (a destra) e il Primo Ministro uscente Gabriel Attal durante il passaggio di consegne, 5 settembre 2024

2. LA SINISTRA INSORGE, LA DESTRA ATTENDE

Dopo settimane di consultazioni con candidati provenienti dai diversi schieramenti della politica francese, la scelta di Macron risolve una crisi politica ma rischia subito di generarne un’altra. La nomina di Barnier, esponente di un partito arrivato quarto alle ultime elezioni e figura prestata da anni alla politica europea, non ha fatto altro che alimentare le proteste degli esclusi. Il Nuovo Fronte Popolare, la coalizione di sinistra che ha ottenuto la maggioranza relativa alle ultime elezioni, ha accusato il Presidente Macron “di aver tradito il risultato delle elezioni ed il voto dei cittadini francesi”, invitando il Presidente a “farsi da parte” e la società civile a manifestare il dissenso. All’opposto del panorama politico francese, il Rassemblement National, partito di estrema destra uscito a sorpresa come non vincitore delle ultime elezioni, ha per il momento sospeso il giudizio sulla nomina di Barnier. I dirigenti del partito, Marine Le Pen e Jordan Bardella, hanno affermato che attenderanno di conoscere l’agenda politica di Barnier prima di decidere se supportarlo oppure no. I due leader hanno concluso aggiungendo che apprezzano il profilo di Barnier in quanto “rispettoso di tutte le forze politiche, incluso il Rassemblement National stesso”.

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Fig. 2 – Una manifestazione a Rennes contro la nomina di Michel Barnier a Primo Ministro, 7 settembre 2024

3. LA SCOMMESSA DI MACRON TRA UNITÀ E PROVOCAZIONE

In attesa di scoprire da chi sarà formato il nuovo esecutivo, è già noto che i partiti della coalizione Nuovo Fronte Popolare (La France Insoumise, Partito Socialista, Partito Comunista Francese, Gli Ecologisti) non sosterranno il nascituro Governo, fatto salvo per la presenza di possibili franchi tiratori soprattutto tra le file dei socialisti. La rabbia della sinistra risulta comprensibile e prevedibile, dal momento che, come da prassi politica ma non da obbligo costituzionale, la nomina a Primo Ministro spetterebbe a un esponente del partito o della coalizione che ha vinto le elezioni. Tuttavia, la Costituzione francese concede al Presidente la discrezione di individuare il profilo ritenuto più adatto a salvaguardare la legalità, la stabilità e l’efficienza del Paese. La scelta di una figura come Barnier, ormai quasi più diplomatico europeo che politico francese (il suo ultimo incarico è stato infatti quello di rappresentante dell’UE nei negoziati per la Brexit con il Regno Unito), rappresenta a tutti gli effetti l’ennesimo capitolo della personale battaglia di Emmanuel Macron per la “salvezza” della Francia. Una battaglia che proseguirà all’insegna di una “coabitazione” che si preannuncia moderata e di una vera e propria guerra politica con le opposizioni più radicali, anche in vista della delicata approvazione della prossima legge di bilancio.

Giorgio Fioravanti

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Perchè è importante

  • La nomina di Barnier rappresenta l’ennesima scommessa, che è quasi una sfida, da parte di Macron nei confronti di quelle forze politiche ritenute inadatte a governare in quanto troppo divisive e radicali.
    • Con la nomina di Barnier a Primo Ministro la Francia è pronta a iniziare un nuovo capitolo della travagliata Quinta Repubblica.
    • La nomina di Barnier rappresenta l’ennesima scommessa, che è quasi una sfida, da parte di Macron nei confronti di quelle forze politiche ritenute inadatte a governare in quanto troppo divisive e radicali.

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    Giorgio Fioravanti
    Giorgio Fioravanti

    Classe 1997, aspirante diplomatico, nato e cresciuto a Rieti dove ho frequentato il Liceo Classico. La mia carriera universitaria si è svolta interamente a Trento, dove mi sono laureato in European and International Studies. Dopo la laurea ho frequentato con successo un Master in Studi Diplomatici presso la sede di Roma della SIOI. Il posto più curioso in cui ho vissuto è senza dubbio Gibilterra, dove ho anche svolto un periodo di ricerca tesi all’estero. Tra le mie passioni più grandi, naturalmente, la geopolitica ed il caffè.

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