Caffè Lungo – La Corte Penale Internazionale potrebbe presto emettere un mandato d’arresto per il Generale Min Aung Hlaing, leader del regime militare, per crimini contro l’umanitĂ commessi nei confronti dell’etnia Rohingya. Nel frattempo, le varie forze di resistenza ribelli hanno conquistato numerose cittĂ e villaggi a discapito dell’esercito birmano guidato dalla giunta militare al potere. La mappa del conflitto mostra un Paese estremamente frammentato.
IL MANDATO DI ARRESTO PER MIN AUNG HLAING
Attraverso un comunicato pubblicato il 27 novembre, il pubblico ministero della Corte Penale Internazionale (ICC) Karim Khan ha annunciato di aver presentato domanda per un mandato di arresto contro il Generale Min Aung Hlaing, a capo del Consiglio di Amministrazione dello Stato (SAP, il regime militare) in Myanmar. Hlaing è accusato di crimini contro l’umanitĂ perpetrati contro il popolo Rohingya sia in Myanmar che nel vicino Bangladesh tra il 25 agosto e il 31 dicembre 2017. Karim Khan sostiene di aver raccolto numerose prove a sostegno dell’accusa, incluse testimonianze oculari, documentazioni e materiale scientifico, fotografico e video autenticato. I Rohingya sono un gruppo etnico, prevalentemente di religione musulmana, residente nello Stato di Rakhine in Myanmar. La popolazione, alla quale è stata negata la cittadinanza per motivi religiosi nel 1982, ha subìto nel corso degli anni severe persecuzioni da parte di diversi Governi birmani, condotte sia dalla polizia che dall’esercito, il “Tatmadaw”. Queste persecuzioni sono infine risultate nella pulizia etnica e nella migrazione forzata di centinaia di migliaia di Rohingya. Secondo Human Rights Watch, un milione di Rohingya vive con lo status di rifugiato nel Bangladesh, mentre circa 600mila sono rimasti in Rakhine, continuando ad affrontare discriminazioni e repressioni. La richiesta portata avanti da Karim Khan dovrĂ essere valutata e giudicata dai giudici dell’ICC. Tuttavia, anche nel caso in cui il mandato di arresto venisse approvato, la giurisdizione dell’ICC sarĂ limitata, in quanto il Myanmar non è uno Stato firmatario dello Statuto di Roma.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il procuratore della Corte Penale Intenzionale Karim Khan durante la sua visita in Bangladesh del luglio 2023, dove ha raccolto materiale per la recente richiesta d’arresto contro il generale Min Aung Hlaing
GUERRA CIVILE: LA SITUAZIONE
Dall’inizio del conflitto nel 2021, scaturito dal colpo di Stato militare che ha deposto il Governo democraticamente eletto di Win Myint, i recenti mesi sono stati tra i peggiori per la giunta militare. Il Tatmadaw ha perso numerosi territori in vari Stati a discapito della People’s Defence Force (PDF) – il braccio armato del Governo di UnitĂ Nazionale in esilio – e delle Allied ethnic armed organisations (Organizzazioni etniche armate alleate), che comprendono le note Arakan Army (AA), Ta’ang National Liberation Army (TNLA), Myanmar National Democratic Alliance Army (MNDAA) e Kachin Independence Army (KIA), tra le altre. Ad inizio ottobre, nello Stato di Rakhine, la AA ha catturato importanti avamposti militari nella municipalitĂ di Ann ed è avanzata verso il Comando Militare Orientale nella cittĂ , lanciando al contempo una nuova offensiva a Maungdaw. La KIA e forze di resistenza alleate hanno invece conquistato la capitale distrettuale Chipwi e la municipalitĂ di Tsawlaw nello Stato di Kachin, oltre che l’importante centro minerario di Pangwa e il villaggio al confine con la Cina Kan Paik Ti. Nello Stato di Sagaing, un’operazione congiunta con la PDF ha portato alla cattura di Pinlebu dopo mesi di combattimenti contro il Tatmadaw, che ha battuto in ritirata. Duri scontri si registrano a Tawnghkam e aree circostanti nello Stato di Shan tra la TNLA e il Tatmadaw. Il confronto prosegue da diversi mesi, ma nessuna delle parti è riuscita a ottenere il controllo sul villaggio, situato in un punto strategico cruciale dal punto di vista logistico. A novembre, la Karen National Liberation Army (KNLA) ha conquistato la base militare di Kuseik a Papun, nello Stato di Karen. La base era sotto il controllo del Tatmadaw da settant’anni e rappresentava un punto di comando cruciale nella regione. Nel frattempo, la giunta militare continua gli attacchi aerei e di artiglieria sulle aree sotto il controllo delle forze di resistenza. Gli attacchi hanno anche l’obiettivo di fermare le avanzate ribelli e proteggere importanti cittĂ e centri minerari. Ad esempio, nella Regione di Mandalay, il Tatmadaw ha recentemente bombardato Madaya, riconquistando poi parte delle sue aree occidentali. Il regime militare non può permettersi di perdere la cittĂ , poichĂ© sarebbe facilitata l’avanzata delle forze di resistenza verso la capitale regionale Mandalay, situata a soli 40 chilometri.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Alcuni soldati della Ta’ang National Liberation Army (TNLA) riposano dopo avere conquistato la base militare di Hsipaw, 15 ottobre 2024
LA MAPPA DEL CONFLITTO
La situazione sulla carta è la seguente. La giunta militare di Min Aung Hlaing controlla le aree centrali e meridionali del Myanmar, oltre che l’estremo nord dello Stato di Kachin e la regione orientale dello Stato di Shan. La capitale Naypyidaw e la vecchia capitale, nonché maggiore centro del Paese, Yangoon, oltre che altre importanti città come Mandalay e Monywa, sono sotto il controllo del regime. La AA controlla la maggior parte dello Stato di Rakhine e parte dello Stato di Chin a ovest, il cui controllo è diviso tra varie forze di resistenza, come la Chin Brotherhood Alliance e il Chinland Council. La KIA controlla vasti territori a nord-est del Paese, comprendenti la Regione di Sagaing, la Regione di Mandalay, lo Stato di Kachin e lo Stato di Shan. Parte dello Stato di Shan, a est, e una piccola porzione della Regione di Mandalay sono sotto controllo della TNLA, mentre la MNDAA controlla un’altra parte dello Stato di Shan e la Shan State Army un’altra ancora. Gli sforzi della PDF si concentrano nella Regione di Sagaing. Altre forze di resistenza, come la Karenni National Defence Force, controllano territori al confine con la Thailandia.
La guerra civile in Myanmar è estremamente complessa per via dei numerosi attori in campo, ciascuno dei quali, benché spesso alleati tra loro, rivendica un determinato territorio per poter costruire uno Stato, o al minimo una regione autonoma, sulla base della propria etnia. L’alleanza tra le ethnic armed organisations e il Governo di Unità Nazionale può compararsi a un matrimonio di convenienza atto a liberarsi del nemico comune, il regime militare. Se e quando il Consiglio di Amministrazione dello Stato di Min Aun Hlaing cadrà , il Governo birmano in esilio dovrà considerare le ambizioni delle forze di resistenza e un’efficace politica di disarmo per instaurare una pace duratura.
Andrea Pezzati
“Remembering Burma’s 8888 Uprising and the still ongoing struggle against the country’s current military junta.” by alisdare1 is licensed under CC BY-SA