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Panama, tensioni sul futuro di una delle più grandi miniere di rame al mondo

In 3 sorsi – A seguito delle proteste contro lo sfruttamento ambientale, a Panama chiude una delle più grandi miniere di rame al mondo. Ma l’elezione, nel maggio 2024, del Presidente Mulino sta cambiando gli equilibri del Paese.

1. IL SILENZIO DELLA MINIERA

A 120 chilometri da Panama City, nel distretto di Colòn, giace silenziosa Cobre Panamà, una delle miniere di rame più grandi al mondo. Inaugurata nel 2019, e proprietà dell’impresa canadese First Quantum, in soli tre anni si è collocata tra le prime dieci miniere mondiali per minerale estratto. Al tempo responsabile dell’1% della produzione mondiale di rame, la miniera chiuse nel 2023. La Corte Suprema panamense infatti, a seguito di numerose rivolte da parte degli ambientalisti, ha dichiarato “incostituzionale” il contratto che garantiva lo sfruttamento della miniera da parte di First Quantum. In seguito alla decisione, in accordo con “il valore equo stimato all’inizio dell’investimento”, la società canadese chiese un risarcimento di 20 miliardi di dollari per i danni economici derivanti dalla chiusura della miniera, oltre alla presentazione alla Camera di Commercio internazionale di una richiesta di arbitrato contro il Governo di Panama.

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Fig. 1 – Panoramica dall’alto della miniera di rame Cobre Panamà

2. IL RISVEGLIO DELLA MINIERA

Dopo due anni, l’elezione del Presidente Josè Raùl Mulino cambia gli equilibri. Le intenzioni della nuova Amministrazione si esplicitano con l’autorizzazione, concessa il 13 marzo di quest’anno, a sbloccare le 130mila tonnellate di rame estratte prima della dichiarazione d’incostituzionalità e rimaste in stand by per anni. Ciò nonostante, Mulino rende noto che il salto verso la riapertura della miniera si concretizzerà solo a una condizione: che First Quantum ritiri la richiesta di arbitrato contro il Governo panamense. Un’apertura accolta dall’impresa canadese, che, infatti, il giorno dopo il provvedimento annuncia di aver immediatamente annullato l’arbitrato: la conferma della rinuncia, arrivata ufficialmente il 9 aprile, realizza le condizioni necessarie per avviare “conversazioni formali” sul futuro della miniera. Tuttavia, l’attuale Governo panamense dovrà fare i conti con i propri cittadini contrari alla riapertura. Perciò durante una delle conferenze stampa settimanali, tenutasi il 24 aprile, Mulino ha tenuto a precisare che, in ogni caso, “la miniera apparterrà a Panama e se verrà riaperta lo si farà con un operatore incaricato degli aspetti tecnici”. Una vaghezza da parte del Presidente che però non lascia spazio a equivoci: se ce ne sarà bisogno, la miniera di rame verrà riaperta, soprattutto a fronte dei “benefici economici di cui il Paese ha disperatamente bisogno”.

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Fig. 2 – I lavoratori della First Quantum protestano contro il licenzionamento dopo la chiusura della miniera Cobre Panamà

3. IL GRIDO DEI PANAMENSI

“Il futuro di Panama non dipende dalla miniera, ma dalla sua biodiversità” è il grido di un’attivista ambientale che, insieme con centinaia di cittadini, è sceso in piazza nelle ultime settimane. Dall’altra parte, invece, le proteste dei circa 4mila lavoratori che hanno perso il lavoro dopo la chiusura della miniera. Le stime parlano chiaro: l’estrazione di rame, dal 2019 in poi, ha costituito il 75% delle esportazioni del Paese e il 5% del Pil nazionale. Panama quindi è a un bivio: da un lato, gli investimenti economici che la collocherebbero a pieno nel panorama geopolitico internazionale, dall’altro la preservazione delle proprie riserve naturali che la rendono un patrimonio mondiale da proteggere. Al di là delle opinioni, la scelta della rotta spetta alla neoeletta Amministrazione: il Presidente Mulino sembra orientato verso un accordo per la riapertura di Cobre Panamà, che sia però una partnership tra Stato e impresa secondo un modello di gestione in cui lo Stato avrà pieno potere sulla miniera.

Marzia Siano

Photo by Kaufdex is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • Dopo due anni di chiusura, a seguito della dichiarazione che rendeva incostituzionale il contratto con la First Quantum, la miniera di rame Cobre Panamà di Panama potrebbe essere riaperta.
  • Il neoeletto Presidente Mulino sembra essere intenzionato a sfruttare i benefici economici che la riapertura della miniera apporterebbe, a patto però che lo Stato di Panama ne abbia il pieno controllo: ottima notizia per i lavoratori licenziati dalla First Quantum, pessima per gli ambientalisti in protesta da settimane.

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Marzia Siano
Marzia Siano

Nata tra le braccia del golfo di Napoli. Approdata in Messico per un exchange year. Volata in erasmus per studiare “periodismo” all’Università di Siviglia. E laureata a Bologna in scienze politiche. Ora preferisco viaggiare con la mente grazie a un libro tra le mani. La mia routine mattutina? Sorseggiare una tazza di caffè cocente mentre leggo le notizie del giorno. Non vivo senza caffè, sono attratta dalla geopolitica e la scrittura è una mia necessità: sono nel posto giusto.

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