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COP 16.2 di Roma: risultati importanti in tempo di crisi della diplomazia climatica

In 3 sorsi – La COP supplementare svoltasi a Roma ha concluso le questioni lasciate in sospeso dall’edizione precedente di Cali. Tuttavia, la crescente frammentazione geopolitica e il perdurare delle crisi internazionali stanno influenzando negativamente i negoziati climatici e il tema sembra allontanarsi dalle prioritĂ  dei decisori politici.

1. NUOVI RISULTATI

I “tempi supplementari” della COP 16 di Cali hanno portato a risultati importanti per la tutela della biodiversità e al raggiungimento degli obiettivi d’azione del “Quadro globale sulla biodiversità di Kunming-Montreal” (KMGBF). La COP 16.2 di Roma ha definito una strategia per individuare 200 miliardi di dollari l’anno entro il 2030 per la biodiversità, con una roadmap finanziaria definita da due documenti: “Mobilitazione delle Risorse” e “Meccanismo Finanziario”. Tuttavia rimane sospesa la definizione della sua governance, sia essa in mano al Global Environmental Facility o un fondo creato ad hoc. Questo nodo verrà sciolto alla prossima COP sulla biodiversità a Yerevan nel 2026. Inoltre, è stato istituito il Fondo di Cali, un meccanismo volontario per ridistribuire i benefici derivanti dall’uso delle Digital Sequence Information, con contributi obbligatori per aziende sopra i 20 milioni di dollari di fatturato o 5 milioni di utile. Le Parti hanno migliorato anche aspetti già decisi nelle COP precedenti, come il quadro di monitoraggio del KMGBF concordato alla COP15.

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Fig. 1- La ministra dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile colombiana María Susana Muhamad

2. UNA COP DI SUCCESSO?

Questo appuntamento extra è servito in quanto la COP16 di Cali, pur raggiungendo risultati significativi, non ha concluso tutti i dossier. Difatti, l’edizione colombiana è stata un fallimento parziale per quanto riguarda il mancato raggiungimento della cifra da stanziare nel Global Biodiversity Framework Fund (GBFF), un fondo istituito per sostenere gli investimenti nella biodiversitĂ  globale e facilitare il finanziamento delle iniziative previste dal KMGBF. Il GBFF mira ad aiutare i paesi a raggiungere gli obiettivi del KMGBF, con un focus strategico sul rafforzamento della gestione della biodiversitĂ  a livello nazionale, della pianificazione, delle politiche, della governance e degli approcci finanziari. Ciò considerato, la cosiddetta COP 16.2 è stata un successo. La Presidente della COP 16, la ministra dell’Ambiente e dello Sviluppo sostenibile colombiana, MarĂ­a Susana Muhamad, ha affermato come i giorni di negoziati a Roma sono stati proficui registrando con soddisfazione l’impegno a far progredire l’attuazione del Quadro globale per la biodiversitĂ , nonchĂ© concludere le questioni sospese a Cali.

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Fig. 2 – Un flashmob di attivisti per l’ambiente al Circo Massimo, Roma

3. TEMPI DIFFICILI

Sebbene i due vertici che hanno riguardato la COP 16 siano stati positivi, la diplomazia climatica sta vivendo un momento difficile. Le tensioni internazionali stanno provocando una crescente frammentazione dell’ordine internazionale verso il multipolarismo. Di conseguenza, la persistenza di rivalitĂ  sistemiche specialmente tra i grandi attori globali rallentano notevolmente l’operato della diplomazia climatica per la crescente sfiducia. Questo influenza inevitabilmente la lista delle prioritĂ  dei decisori politici, focalizzandola su altri temi come la difesa e la competizione economica. Tali cambi di rotta influiscono sul ritmo dei negoziati, portando a impegni annacquati o a ritardi nell’azione. Sebbene le crisi in Ucraina e Medio Oriente siano legittimamente dirimenti, è necessario non dimenticare  la rilevanza che la questione climatica sta assumendo nella vita delle persone.

Lorenzo Avesani

“Euglossini” by Carlos Eduardo Joos is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • A Roma si è svolta la seconda parte della sedicesima Conference of Parties (COP) la quale ha risolto il nodo legato alla definizione dei fondi necessari per la conservazione della biodiversitĂ . 
  • Questo risultato non nasconde però la crescente indifferenza della classe politica internazionale nei confronti delle tematiche ambientali. 

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Lorenzo Avesani
Lorenzo Avesani

Nato e residente a Negrar di Valpolicella (VR), classe 1999. La mia carriera universitaria si è sviluppata a Trento e a Forlì nell’ambito delle Relazioni Internazionali. Ho vissuto un’esperienza Erasmus in Slovacchia dove ho coltivato la passione per l’Europa centro-orientale. Mi interessano particolarmente le tematiche riguardanti sicurezza energetica e cambiamento climatico.

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