venerdì, 5 Dicembre 2025

APS | Rivista di politica internazionale

venerdì, 5 Dicembre 2025

"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

Accordo Milan-RDC: il soft power di Kinshasa punta sul calcio

AnalisiLa RDC investe decine di milioni in sponsorizzazioni con club europei, mentre il Paese vive una crisi sociale, economica e di sicurezza. Tra soft power e sportwashing, la sfida al Ruanda nella diplomazia calcistica solleva dubbi su prioritĂ  e trasparenza.

I CONTENUTI DELL’INTESA

Il 19 giugno, a Roma, durante l’incontro tra rappresentanze africane, Unione Europea e Governo italiano per promuovere Piano Mattei e Global Gateway, il Ministero del Turismo della RDC e il Milan hanno concluso un accordo di sponsorizzazione.
I punti principali dell’accordo, negoziato a partire dallo scorso autunno, sono stati resi noti in un comunicato ufficiale del club milanese.
Il Ministero del Turismo congolese ottiene la qualifica di “Premium Partner” (accanto a marchi come BMW e TIM) e “Official Tourism Destination Partner”. Sul sito del Milan, alla pagina dedicata agli sponsor, compare già il logo “DRC, Heart of Africa”, corredato da un link che rimanda direttamente al sito del Ministero, in cui sono proposti pacchetti e itinerari destinati ai turisti occidentali. La RDC verrà promossa come destinazione turistica anche sui tabelloni di San Siro.
L’accordo prevede la nascita di una Milan International Academy in RDC. Il progetto “Academy”, inaugurato nel 2010, è stato rilanciato dai nuovi proprietari (i fondi statunitensi Elliott e, in seguito, Redbird), all’interno di una più ampia strategia commerciale per promuovere il “marchio-Milan”. Negli ultimi cinque anni sono sorte accademie rossonere in Cina, India, Emirati, Bahrein e Stati Uniti. La sede in RDC sarebbe la terza nel continente – dopo quelle aperte ad Algeri nel 2016 e a El-Aaiún (Sahara Occidentale) nel 2017 – e la prima in Africa subsahariana. L’Africa è considerata dalla proprietà un potenziale mercato, dal momento che il Milan è una delle squadre internazionali più tifate nel continente.
Inoltre, la charity Fondazione Milan “promuoverà una serie di azioni a beneficio delle comunità locali”, tra cui la “rigenerazione” di spazi sportivi destinati ai giovani e la costruzione di una scuola in collaborazione con la fondazione creata dalla moglie dell’ambasciatore Luca Attanasio, assassinato nel 2021.
Il logo della campagna di promozione turistica dovrebbe apparire sul retro delle maglie ufficiali di gara a partire dalla stagione 2026/27. Il Milan ha puntato molto sui ricavi dalle sponsorizzazioni sulla maglia, diventando l’anno scorso il club di serie A che guadagna di più da questo capitolo. Per la RDC il costo della sponsorship triennale sarebbe di ben 14 milioni di euro all’anno.

Embed from Getty Images

Fig. 1 – La Nazionale della RDC prima della semifinale della Coppa delle Nazioni Africane 2024 contro la Costa d’Avorio, ad Abidjan. Il gesto dei calciatori e la fascia nera sono messaggi per denunciare il disinteresse della comunitĂ  internazionale per la crisi nelle regioni orientali del Paese, 7 febbraio 2024

IL FUMOSO LEGAME CON IL PIANO MATTEI

Il comunicato del Milan mette in evidenza – senza fornire alcuna ulteriore precisazione – un asserito legame tra gli obiettivi della partnership e il Piano Mattei, definito “progetto strategico di diplomazia, cooperazione e investimento”. Oltre a promuovere turismo e “sviluppo socio-economico” nel Paese africano, l’intesa dovrebbe contribuire a “valorizzare l’unicità del territorio e della biodiversità”, ma soprattutto “favorirà l’attrazione di nuovi investimenti e la creazione di opportunità di business con stakeholder italiani e internazionali”.
Per quanto poco chiara, la collocazione dell’accordo nella cornice del Piano Mattei fa sorgere interrogativi sulle sue reali finalità: all’ombra di progetti di valore sociale, l’intesa potrebbe favorire interessi privati e sfruttamento delle risorse naturali di cui la RDC è ricca.
Significativo in questo senso l’annuncio di una futura visita di dirigenti e giocatori rossoneri in RDC, per celebrare l’accordo, ma specialmente per “favorire sinergie tra rappresentanti delle istituzioni locali, dell’Ambasciata italiana a Kinshasa e aziende che costituiscono il tessuto economico dei due Paesi”. Va ricordato per completezza che il Presidente del Milan, Paolo Scaroni, è stato amministratore delegato di ENI e ricopre attualmente la presidenza di ENEL.

CRITICHE E PERPLESSITĂ€

Secondo il Ministro del Turismo congolese, Didier Musanga, la partnership dovrebbe contribuire ad affermare la RDC “sulla scena internazionale come leader indiscussa del continente africano”, potenziando il suo “soft power”.
La vaghezza di alcuni punti del comunicato, tuttavia, sollecita qualche dubbio. Quali strutture sportive in RDC saranno “rigenerate”? Quale “serie di azioni” verrà implementata a beneficio delle comunità locali? In cosa mai potrà sostanziarsi il richiamo alla valorizzazione della “biodiversità”? Inoltre, se il proposito dichiarato dal Governo congolese di fare della RDC la “leader indiscussa” in Africa è parecchio complicato di per sé, sembra improbabile che ciò avvenga grazie ad accordi di questo tipo.
Malgrado le critiche, il Governo congolese punta convintamente su questa strategia. Nella prossima stagione, infatti, il Milan non sarà il solo club europeo sponsorizzato dalla RDC: tra giungo e luglio sono stati ufficializzati un accordo con l’A.S. Monaco (che prevede un esborso di 4,8 milioni in tre anni da parte congolese) e uno con il Barcellona (30 milioni in tre anni, più potenziali bonus).
Negli ambienti calcistici della RDC questi accordi sono considerati uno spreco di risorse che potrebbero essere investite nelle fatiscenti strutture sportive nazionali. L’allocazione di ingenti fondi pubblici in contratti di sponsorizzazione con club europei contrasta con la situazione del campionato congolese, sospeso e poi annullato nella stagione 2022-23 per carenze finanziarie: il Governo non era riuscito a mantenere l’impegno di farsi carico delle spese di trasferta, non più sostenibili per le squadre. Più in generale, risulta difficilmente accettabile l’impiego di tali somme quando il Paese manca di servizi fondamentali efficienti, a partire da ospedali, scuole e strade.

Embed from Getty Images

Fig. 2 – Tifosi dell’Arsenal protestano contro la campagna “Visit Rwanda” di fronte all’Emirates Stadium di Londra prima della semifinale di Champions League tra il club inglese e il Paris Saint Germain, 29 aprile 2025

SOFT POWER, SPORTWASHING, FOOTBALL DIPLOMACY: LE STRATEGIE DI RUANDA E RDC

La strategia della RDC – che, in linea con un’ormai diffusa tendenza africana, vede nel calcio un veicolo di relazioni internazionali – è direttamente ispirata a quella ruandese. La campagna “Visit Rwanda”, nonostante le critiche, ha avuto un buon successo nell’attrarre turisti e investimenti nel Paese. Non è certo però che tale successo sia replicabile in RDC, la cui notoria instabilità potrebbe non incentivare viaggiatori e capitali occidentali a scegliere il Paese come destinazione.
Peraltro, l’idea di promuovere il turismo attraverso queste sponsorizzazioni tende ad assumere connotazioni surreali se si considera che i Ministeri degli Esteri di Francia, Spagna e Italia sconsigliano fortemente ai propri cittadini di effettuare viaggi in RDC, soprattutto nell’Est del Paese, dove si trovano molti dei parchi nazionali pubblicizzati dalla campagna turistica.
Il piano di sponsorizzazione ha creato tensioni e una certa competizione anche in seno allo stesso Governo: i ritardi nella finalizzazione dell’accordo con il Milan sembrano dovuti a contrasti tra il Ministero del Turismo e quello dello Sport. In effetti, mentre il Milan ha negoziato con il Ministero del Turismo, gli accordi con Monaco e Barça sono promossi dal Ministero dello Sport. Addirittura, i due dicasteri hanno progettato campagne diverse, con slogan e loghi differenti.
Tale mancanza di coordinamento fa sorgere il sospetto che l’intera operazione miri a sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle difficoltà interne – scontri con l’M-23 e altri gruppi armati nell’Est del Paese, crisi economica, emergenza sociale – e che la strategia del Governo congolese non sia altro che un caso di sportwashing.
Paradossalmente, proprio l’accusa di sportwashing era stata mossa dallo stesso Governo congolese pochi mesi fa contro il Ruanda. Il piccolo Paese rivale, spina nel fianco Est della RDC da più di trent’anni, ha da tempo dispiegato una diplomazia sportiva di successo, stipulando sponsorizzazioni con Arsenal, Paris Saint-Germain e Bayern Monaco. A febbraio, mentre l’M-23 sostenuto dal Ruanda avanzava nel Kivu, la RDC aveva inviato lettere a questi club, chiedendo di annullare una partnership “macchiata di sangue”.
Ora, la RDC tenta di inseguire il Ruanda sul piano della football diplomacy, ma sarà difficile che ottenga gli stessi risultati: la situazione congolese è ben diversa in termini di stabilità, capacità governativa, disponibilità finanziaria. Non che la strategia di Kigali, pur capace di attrarre turisti nel Paese, abbia davvero migliorato le condizioni della popolazione ruandese, in particolare delle fasce più povere.
Le strategie calcistiche di Ruanda e RDC sembrano rispondere più all’ambizione delle classi dirigenti (e alla personale passione per il pallone dei due Presidenti rivali, Paul Kagame e Félix Tshisekedi) che ai bisogni concreti delle popolazioni.

Giovanni Tosi

Stade National Amahoro, Kigali, Rwanda : des supporteurs congolais laissent Ă©clater leur joie lors de la finale du CHAN qui opposait la RD Congo au Mali ce dimanche 8 fĂ©vrier.” by MONUSCO is licensed under CC BY-SA

Dove si trova

Perchè è importante

  • La RDC ha siglato un oneroso accordo di sponsorizzazione con il Milan per promuovere turismo e investimenti nel Paese. Contemporaneamente ha stretto partnership simili con Monaco e Barcellona, delineando una strategia “calcistica” per il suo soft power.
  • L’operazione, ispirata al modello ruandese, mira a migliorare le relazioni internazionali e la percezione esterna della RDC. Tuttavia, questa strategia non è esente da critiche: spreco di risorse, sportwashing, incertezza sui risultati.

Vuoi di piĂą? Associati!

Scopri che cosa puoi avere in piĂą associandoti

Giovanni Tosi
Giovanni Tosi

Classe 1998. Ho conseguito, presso l’Università degli Studi di Milano, una laurea triennale in Filosofia e una magistrale in Storia, con una tesi sulla Cina e la Responsibility to Protect. I miei principali interessi di analisi riguardano la politica estera dei Paesi afro-asiatici, l’evoluzione storico-politica delle Organizzazioni internazionali e il processo di transizione sistemica innescato dall’ascesa dei Paesi emergenti. Per il resto, mi piace leggere, suonare e camminare in montagna.

Ti potrebbe interessare