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Francia: il Governo Bayrou alla prova del voto di fiducia

In 3 Sorsi – Il Primo Ministro francese François Bayrou ha annunciato per il prossimo 8 settembre un voto di fiducia sul proprio esecutivo di minoranza. Con il giĂ  annunciato voto contrario di Rassemblement National e La France Insoumise, sembra molto probabile che la Francia si trovi presto nuovamente senza capo di Governo.

1. IL PRIMO MINISTRO BAYROU SI GIOCA TUTTO CHIEDENDO UN VOTO DI FIDUCIA

Negli ultimi giorni la Francia è ripiombata nell’ennesima crisi politica della Quinta Repubblica. Il prossimo 8 settembre è in programma un voto di fiducia nei confronti dell’attuale Primo Ministro François Bayrou, nominato dal Presidente della Repubblica Emmanuel Macron lo scorso dicembre. Nonostante l’affermazione di estrema destra ed estrema sinistra alle ultime elezioni europee tenutesi a giugno 2024, il Presidente francese aveva deciso di affidare la formazione del Governo a un centrista moderato come Bayrou, leader del piccolo partito Movimento Democratico (MoDem). Ciò aveva provocato l’inevitabile dissenso da parte delle opposizioni, le quali avevano accusato Macron di “aver calpestato la volontà popolare e i principi della democrazia”. A distanza di alcuni mesi, la situazione non è mutata, ma è anzi peggiorata. Il Governo di minoranza di Bayrou ha ora l’arduo compito di adottare il bilancio finanziario annuale, che prevede tagli per circa 44 miliardi di euro dovuti alla scarsa crescita dell’economia francese, circa +0,3% nel secondo quadrimestre del 2025. La richiesta di un voto di fiducia da parte dello stesso Primo Ministro rischia di rivelarsi un importante autogol, dal momento che il Rassemblement National e La France Insoumise, i due partiti oggi più popolari in Francia hanno, prevedibilmente, già dichiarato che voteranno contro la fiducia a Bayrou.

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Fig. 1 – Il premier francese Bayrou

2. I CITTADINI E I PRINCIPALI PARTITI FRANCESI CHIEDONO LE ELEZIONI

Qualora dovesse essere sfiduciato, come ritenuto probabile dai sondaggi, Bayrou sarebbe solo l’ultimo capo del Governo in ordine di tempo a perdere il sostegno popolare, dopo Borne, Attal e Barnier. Alcuni sondaggi su un campione di cittadini francesi mostrano come quasi il 70% sia favorevole alla convocazione di nuove elezioni, mentre circa il 65% desidera che il Presidente Macron si dimetta senza aspettare la scadenza del proprio mandato nel 2027. Tali istanze sono riprese di continuo tanto dai nazionalisti del Rassemblement National quanto dai populisti di sinistra de La France Insoumise. I rispettivi leader, Jordan Bardella e Marine Le Pen da una parte e Jean-Luc Mélenchon dall’altra, ritengono che Macron non abbia altra scelta se non quella di sciogliere il Parlamento e convocare nuove elezioni. Non è detto, tuttavia, che tale soluzione risolva lo stallo politico che persiste in Francia da più di tre anni. 

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Fig. 2 – Jordan Bardella e Marine Le Pen del Rassemblement National

3. CONTO ALLA ROVESCIA PER IL FUTURO DEL GOVERNO BAYROU

Nonostante l’esito di eventuali elezioni anticipate non possa garantire un ritorno alla stabilità politica, diversi osservatori ritengono che la “caduta” di Bayrou possa rappresentare una parziale vittoria agli occhi dei cittadini che rivendicano un “ritorno della democrazia nel Paese”. Il prossimo 10 settembre, infatti, numerose categorie sociali francesi hanno proclamato un’imponente manifestazione pubblica per opporsi ai tagli a settori chiave della società come sanità e istruzione. Guardando a episodi simili avvenuti nel passato recente, caratterizzati da violenza e caos, il Governo francese ha invitato la cittadinanza ad avere pazienza, affermando di poter comunque produrre sostanziali miglioramenti nel periodo che precede il voto di fiducia dell’8 settembre.

Giorgio Fioravanti

Photo by jackmac34 is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • Le difficoltĂ  dell’esecutivo Bayrou, il sesto nominato da Macron negli ultimi sei anni, sono lo specchio del caos politico della Repubblica francese.
  • L’adozione di un budget finanziario ridotto rischia di pesare molto in vista del voto di fiducia dell’8 settembre.

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Giorgio Fioravanti
Giorgio Fioravanti

Classe 1997, nato e cresciuto a Rieti, attualmente ricopro il ruolo di Assistente di redazione presso la sede regionale della TGR Rai di Trento. Proprio a Trento si è svolta la mia intera carriera universitaria, completata con una laurea in European and International Studies. Dopo la laurea ho frequentato con successo un Master in Studi Diplomatici presso la sede di Roma della SIOI. Ho collaborato con diverse redazioni e siti online pubblicando contenuti di attualitĂ  e geopolitica. Il posto piĂą curioso in cui ho vissuto è senza dubbio Gibilterra, dove ho anche svolto un periodo di ricerca tesi all’estero. Tra le mie passioni piĂą grandi, naturalmente, la geopolitica e il caffè.

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