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"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

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Rinnovata opposizione

Le elezioni primarie di fine settembre hanno determinato la fine del periodo di transizione in seno alla leadership del Labour Party. Accantonata l’ultima debacle targata Gordon Brown ed il traghettamento ad interim di Harriet Harman, il partito della sinistra inglese presenta ora il volto giovane di Ed Miliband, pronto a voltare definitivamente pagina con il passato di blairiana memoria e a proporsi a capo di un’opposizione attenta ed intransigente con il fine di riconquistare quanto prima la fiducia dell’elettorato di Sua Maestà.

QUESTION TIME – Espletata la prassi della formazione del cosiddetto governo ombra con Alan Johnson cancelliere dello scacchiere, Ed Balls all’interno e Yvette Cooper agli esteri, il neo leader laburista Ed Miliband si è presentato in Parlamento con la sua squadra al gran completo per il primo question time da protagonista. Secondo una tradizione secolare, infatti, ogni settimana per circa mezz’ora vi è un confronto diretto alla Camera dei Comuni tra governo ed opposizione. Un vero e proprio botta e risposta sui temi più caldi del momento in cui il capo dell’opposizione dispone di circa sei domande per mettere alle corde il Primo ministro in carica.

Il tutto si svolge con toni sempre molto accesi, grazie ai commenti di sottofondo provenienti dai  parlamentari presenti in aula alle spalle dei contendenti, tuttavia vi è sempre un gran rispetto dei ruoli e della sacralità democratica del luogo del dibattito.

CHILD BENEFITS – Alla base della discussione in aula i tagli ai sussidi familiari, punto debole della coalizione di governo formata da Cameron e Clegg in quanto non previsti  esplicitamente nel programma presentato ad inizio del mandato.

Forte di questa mancanza, Ed Miliband ha affondato il colpo mettendo in difficoltà il Primo ministro che ha dovuto ripiegare sulla difensiva affermando che: “si tratta di una scelta difficile perché nel far fronte al deficit, dobbiamo chiedere alle persone benestanti di fare la loro parte. Il fatto è che oggi spendiamo un miliardo di sterline per gli assegni familiari destinati a famiglie che stanno relativamente bene”. Ma il giovane Ed ha continuato ad incalzare il Premier sostenendo che i primi a pagare per questa mossa, definita assolutamente azzardata, non saranno le famiglie benestanti bensì i ceti medi, già in forte difficoltà economica per via della crisi finanziaria.

Nonostante i sondaggi accreditino tuttora un largo consenso per il governo, questo provvedimento potrebbe suscitare un certo malcontento: nel Regno Unito, infatti, fin dagli anni Cinquanta il governo versa una cifra che è andata gradualmente aumentando per aiutare le famiglie con figli a carico. Al momento, stando ad un calcolo approssimativo, circa un milione e duecentomila nuclei familiari dovranno far a meno di questi sussidi a causa dei tagli voluti da Cameron.

AFGHANISTAN – L’altro tema caldo nel confronto parlamentare ha riguardato la missione in Afghanistan nella quale è recentemente rimasta uccisa una cooperante inglese. Cameron ha affermato a riguardo che presto verrà aperta un’inchiesta per stabilire come la donna inglese sia deceduta in occasione di un blitz che avrebbe dovuto liberarla dalla prigionia.

A differenza dei predecessori alla guida del Labour Party, Ed Miliband ha più volte ribadito la sua posizione di forte avversione nei confronti della guerra preventiva, come nel caso dell’intervento in Iraq votato dal governo Blair e da molti suoi attuali colleghi di partito. Inoltre sostiene apertamente una rapida risoluzione della questione afghana con il conseguente ritiro delle truppe britanniche.

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DAVID MILIBAND – Nel frattempo Ed Miliband ha dovuto incassare il secco rifiuto del fratello David che ha scartato la possibilità di scendere in campo all’interno del governo ombra laburista, non condividendone gran parte dell’impostazione programmatica.

David, infatti, vale la pena ricordarlo, era uno dei delfini di Blair e di Brown, nonché aperto sostenitore di quel New Labour tendente ad aperture centriste assolutamente non condivise da Ed.

IL RICAMBIO GENERAZIONALE – Ora che l’opposizione si è riappropriata di una forma, di un leader e di rinnovati contenuti il dibattito all’interno del Parlamento britannico è pronto a riprendere. Ciò che inevitabilmente risalta agli occhi degli osservatori più attenti è la giovane età dei tre principali esponenti dei partiti presenti nel Palazzo di Westminster ; nessuno tra Cameron, Clegg e Miliband supera i quarantacinque anni d’età e questo è un dato che la dice lunga su quanto conti un certo dinamismo ed il necessario ricambio generazionale all’interno di un sistema politico che possa definirsi realmente democratico.

Andrea Ambrosino [email protected]

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