In 3 sorsi – Il 23 ottobre scorso Xi Jinping ha tenuto un importante discorso per commemorare i settant’anni dell’intervento cinese nella Guerra di Corea. Non sono mancati velati riferimenti alle tensioni attuali con gli USA e chiari avvertimenti all’indirizzo di Washington.
1. I 70 ANNI DELLA GUERRA DI COREA
In piena Guerra Fredda, nell’ottobre del 1950, la Cina maoista dispiegava le proprie truppe al confine con la Corea del Nord. Dal giugno dello stesso anno era infatti in corso un conflitto nella penisola coreana, divisa in due all’altezza del 38° parallelo: al nord la Repubblica Democratica Popolare di Corea, governata da Kim Il-sung e appoggiata da Cina e URSS; al sud la Repubblica di Corea, guidata da Syngman Rhee e sostenuta dagli Stati Uniti. Centinaia di migliaia di soldati cinesi (ufficialmente ”volontari”) varcarono il fiume Yalu per offrire il loro sostegno alle forze nordcoreane: la Cina entrava, a tutti gli effetti, in guerra contro l’esercito sudcoreano e i suoi alleati occidentali. In occasione del 70esimo anniversario di questo avvenimento, la scorsa settimana, a Pechino, sono stati organizzati grandiosi eventi commemorativi, accompagnati dalle testimonianze dei veterani di guerra e dalle proiezioni di film e documentari in memoria del conflitto e culminati in un discorso, dai toni piuttosto accesi, tenuto dal Presidente Xi Jinping nella Grande Sala del Popolo.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Soldati cinesi assistono al discorso di Xi Jinping per il 70esimo anniversario dell’intervento cinese nella Guerra di Corea, 23 ottobre 2020
2. IL DISCORSO DI XI JINPING
Sebbene la Guerra di Corea sia terminata formalmente sul 38° parallelo senza vincitori né vinti, con l’armistizio di Panmunjom del 27 luglio 1953, è innegabile che le sorti del conflitto cambiarono proprio grazie all’intervento cinese. L’apporto di Pechino fu decisivo per evitare che l’alleato nordcoreano soccombesse alle forze sudcoreane e statunitensi. Ed è proprio questo tema che è stato il fulcro del discorso commemorativo di Xi Jinping, dai forti toni nazionalistici. Il Presidente ha infatti osannato lo spirito patriottico e il grande eroismo dei soldati cinesi che parteciparono al conflitto coreano e che, combattendo strenuamente, riuscirono a piegare gli Stati Uniti, l’aggressore “imperialista” ritenuto, fino ad allora, invincibile. Xi ha colto l’occasione per riaffermare la volontà della Cina di difendere i propri interessi e ha sottolineato che il Dragone «non si arrenderà mai alle minacce, né sarà soggiogato dalla repressione». Il Presidente cinese ha inoltre ribadito la necessità di accelerare i ritmi della difesa nazionale e della modernizzazione dell’Esercito Popolare di Liberazione, di cui egli stesso è il capo, poiché «senza un esercito forte non ci può essere una madrepatria forte».
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Parata con mascherina per commemorare gli “eroi” del conflitto coreano, 23 ottobre 2020
3. L’ATTACCO “VELATO” DI XI AGLI STATI UNITI
Quelle di Xi sono parole piuttosto forti, fanno leva sul sentimento di coesione nazionale e sono velatamente indirizzate agli Stati Uniti. Pur non avendo mai menzionato questi ultimi in maniera esplicita, è chiaro come il linguaggio utilizzato in quest’occasione da Xi sia piena espressione dell’attuale precarietà delle relazioni sino-americane, esacerbata non solo dalle conseguenze della pandemia mondiale, ma anche dalla guerra tecnologica in corso tra le due superpotenze, così come dalla questione taiwanese. Non è un caso, infatti, che il discorso di Xi sia arrivato proprio all’indomani dell’approvazione della vendita di armamenti a Taiwan da parte degli Stati Uniti, per un valore di circa 1,8 miliardi di dollari. La recente stipulazione di nuovi accordi militari tra gli USA e Taipei – definita “’isola ribelle” e spina nel fianco del Dragone – ha contribuito ulteriormente a inasprire i rapporti tra Washington e Pechino. Xi non è disposto a tollerare l’ingerenza statunitense negli affari interni cinesi e, nel suo discorso, ha invitato i connazionali a tenere alta la guardia, affermando: «Il popolo cinese non creerà problemi, ma non abbiamo paura di loro, e non importa le difficoltà o le sfide che affrontiamo, le nostre gambe non tremeranno e le nostre spalle non si piegheranno». Di certo il discorso pronunciato da Xi durante questo avvenimento ha offerto al Presidente un’occasione per riaffermare la superiorità della leadership cinese, di cui Xi stesso è “nucleo” e nuovo “timoniere”.
Federica Ingrosso
“Xi Jinping, painted portrait _DDC2208” by Abode of Chaos is licensed under CC BY