giovedì, 18 Dicembre 2025

APS | Rivista di politica internazionale

giovedì, 18 Dicembre 2025

"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

Filippo VI alla corte di Xi: un re spagnolo in Cina dopo 18 anni

In 3 sorsi –  Il 12 novembre il Re Filippo VI di Spagna è atterrato in Cina per incontrare Xi Jinping, proseguendo di fatto il percorso avviato dalla visita del premier Pedro Sánchez dello scorso aprile, in un momento in cui molti Paesi occidentali cercavano una mediazione con Washington, più che con Pechino. Come si stanno evolvendo, dunque, i rapporti sino-spagnoli negli ultimi anni?

1. SPAGNA E CINA: UN PROGRESSIVO RIAVVICINAMENTO

Per comprendere il contesto, bisogna tornare alla guerra commerciale scatenata da Donald Trump, che ha portato diversi leader europei a recarsi a Pechino, spaventati dalle possibili ripercussioni dei dazi. Sánchez è stato il primo leader del Vecchio Continente a essere ricevuto da Xi Jinping, segnando la sua terza visita in meno di due anni e trasformando la Spagna in un interlocutore privilegiato tra Cina e Unione Europea, un ruolo riconosciuto dallo stesso Presidente cinese. In cambio, Pechino ha garantito condizioni agevolate per le aziende spagnole interessate ad aprire filiali nel Paese del Dragone, oltre a intensificare gli investimenti cinesi in Spagna. La dinamica non è passata inosservata a Washington: il segretario del Tesoro statunitense, Scott Bessent, in occasione della visita di Sánchez, aveva avvertito che i Paesi “tentati” da un eccessivo avvicinamento alla Cina “si taglieranno la gola da soli”, con un riferimento nemmeno troppo velato a Madrid. La strategia di Sánchez si colloca quasi all’opposto di quella di Giorgia Meloni, che negli ultimi anni ha cercato una maggiore sintonia con la Casa Bianca, piuttosto che con Pechino. Non stupisce dunque che nel giugno scorso, in seguito al vertice NATO, si siano registrate frizioni tra USA e Spagna riguardo al contributo iberico alla difesa comune, considerato “troppo basso”: Madrid è tuttora l’unico tra i 32 Paesi membri a non aver accettato l’aumento della spesa al 5% entro il 2035, ottenendo un compromesso al 2,1%, ritenendo l’obiettivo più elevato controproducente per altri settori chiave.

Embed from Getty Images

Fig. 1 – Il premier spagnolo Pedro Sánchez insieme a Xi Jinping durante la sua visita in Cina, 11 aprile 2025

2. LA VISITA DEL RE COME CONFERMA POLITICA

La presenza di Filippo VI in Cina, la prima di un sovrano spagnolo dal 2006, rappresenta di fatto una conferma istituzionale della linea promossa da Sánchez. Pur non avendo un ruolo operativo nella politica estera, il Re ne incarna la continuità: la sua partecipazione agli incontri con Xi Jinping e Li Qiang mostrano come Madrid voglia consolidare una relazione che poggia soprattutto sul piano economico. Per Pechino, la Spagna è un partner europeo pragmatico e non conflittuale; per Madrid, la Cina rimane un mercato chiave per export, turismo e investimenti in settori come automotive, logistica ed energie rinnovabili. Sul piano economico, i rapporti restano però sbilanciati: nel 2024 la Spagna ha importato dalla Cina beni per circa 45 miliardi di euro, a fronte di 7,5 miliardi di esportazioni, facendo della Cina uno dei principali fornitori di Madrid, ma non uno dei suoi primi mercati di sbocco. 
Durante la visita, Felipe VI e Xi Jinping non si sono limitati a un incontro formale: al Great Hall of the People di Pechino il monarca spagnolo ha partecipato a una cerimonia con onori militari — con guardia d’onore, 21 ­colpi di cannone e inni nazionali — e a una cena di Stato serale, a sottolineare il peso simbolico della visita. Inoltre, il Re ha definito i rapporti bilaterali come “una relazione di fiducia” e ha elogiato i risultati cinesi nel campo dello sviluppo sostenibile, segnalando l’intenzione di rafforzare la cooperazione.

Embed from Getty Images

Fig. 2 – Filippo VI insieme al premier cinese Li Qiang a Pechino, 12 novembre 2025

3. UNA RELAZIONE PRAGMATICA DA BILANCIARE

Resta da capire quanto questa strategia potrà rimanere sostenibile in un contesto europeo e atlantico sempre più sensibile alla competizione USA-Cina. Madrid punta a bilanciare: collaborazione economica con Pechino, ma senza rompere con Washington e senza assumere toni apertamente critici verso la Cina su temi come tecnologia e diritti umani. La visita del Re appare dunque come un passo ulteriore verso un equilibrio delicato: mantenere aperto il canale cinese, ma senza compromettere la credibilità europea e atlantica di Madrid. Una linea che Sánchez dovrà gestire con crescente cautela nei prossimi anni.

Annachiara Maddaloni

Daiga Mieriņa tiekas ar Spānijas karali” by Saeima is licensed under CC BY-SA

Dove si trova

Perchè è importante

  • La visita di Filippo VI in Cina, a 18 anni dall’ultima missione reale, conferma e rafforza il progressivo riavvicinamento sino-spagnolo promosso dal premier Pedro Sánchez, incentrato su cooperazione economica e dialogo pragmatico con Pechino.
  • In un contesto di crescente competizione USA-Cina, Madrid cerca di bilanciare l’apertura verso la Cina con la propria collocazione europea e atlantica, mantenendo un equilibrio politico sempre più delicato.

Vuoi di più? Associati!

Scopri che cosa puoi avere in più associandoti

Annachiara Maddaloni
Annachiara Maddaloni

Appassionata di Asia, fin da piccola ho avuto il privilegio di partecipare a varie esperienze linguistiche e culturali nel Regno Unito e negli Stati Uniti. La curiosità per i contesti multiculturali mi ha portata, a 15 anni, a vincere una borsa di studio per trascorrere un breve periodo in Cina. Durante il percorso universitario ho approfondito gli studi presso la Fu Ren Catholic University di Taipei e la Beijing International Studies University.

Dopo quattro anni in aziende multinazionali, dal 2020 collaboro con l’Istituto Confucio dell’Università Cattolica, dove coordino i progetti editoriali e scolastici legati alla promozione della lingua e cultura cinese in Lombardia.

Contestualmente, da qualche anno ho scoperto una grande passione per l’insegnamento delle lingue. Avere a che fare con le nuove generazioni stimola la mia crescita personale e professionale, oltre a spingermi ad approfondire ciò che succede nel mondo e a verificare con cura le fonti da cui provengono le informazioni.

Ti potrebbe interessare