La cittĂ di Odessa è stata teatro di nuove pesanti violenze nell’ambito della crisi che affligge l’Ucraina da Febbraio 2014. Le proteste hanno causato decine di morti e hanno contribuito ad innalzare il livello di instabilitĂ delle regioni orientali del Paese, giĂ in fermento e teatro di operazioni delle forze armate governative volte a ristabilire il controllo di Kiev. In 3 Sorsi analizziamo gli eventi, la visita del Primo Ministro ucraino nella cittĂ e le conseguenze del rilascio degli attivisti filo-russi
LE VIOLENZE A ODESSA – Negli ultimi giorni, l’Ucraina è stata protagonista di nuovi pesanti scontri tra le forze governative e i separatisti filo-russi. Venerdì 2 Maggio gli scontri nella cittĂ di Odessa (cittĂ costiera sul Mar Nero) si sono conclusi con uno dei piĂą pesanti bilanci dall’inizio delle proteste che in Febbraio portarono alla cacciata del Presidente JanukovyÄŤ con 46 morti secondo la CNN. Durante le violenze l’edificio sede del sindacato è stato incendiato e 40 delle vittime sono morte a causa delle fiamme (32 per asfissia). Le restanti 6 negli scontri veri i propri. Fino a venerdì, la cittĂ di Odessa aveva dimostrato un certo sostegno ai separatisti, ma nulla avrebbe fatto presagire scontri di tale entitĂ . Queste vicende si inquadrano nel piĂą ampio intervento delle forze armate e di sicurezza ucraine per riprendere il controllo delle regioni “separatiste” dell’est del paese.
IL PRIMO MINISTRO IN VISITA – Il Primo Ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk si è recato in visita nella cittĂ sul Mar Nero domenica 4 Maggio in seguito agli eventi di venerdì. Durante la sua permanenza (che dimostrerebbe un certo ristabilimento della situazione e della sicurezza) ha incontrato esponenti del mondo sociale, politico, economico e culturale della regione stando alle dichiarazioni ufficiali del suo Ufficio. Il Primo Ministro ha inoltre osservato un minuto di silenzio per le vittime degli scontri. Nell’intento di placare gli animi della popolazione locale, Yatsenyuk ha parlato di garanzie per le minoranze linguistiche da inserire nella Costituzione ucraina e di possibili concessioni di maggiore autonomia alle regioni orientali tramite un decentramento dei poteri.
Durante un breve colloquio con i giornalisti presenti, Yatsenyuk ha dichiarato che i provocatori e i violenti di Odessa sono stati appoggiati dai “Servizi Speciali russi” con l’obbiettivo piĂą ampio del porre in uno stato di caos l’intera parte orientale del territorio ucraino. Il Primo Ministro ha anche accusato Mosca di aver iniziato il dispiegamento di proprie ulteriori truppe nella Crimea occupata dopo aver affermato: “Il processo di dialogo era iniziato (riferendosi ai colloqui di Ginevra), ma è stato abbattuto sotto i colpi di Kalashnikov russi”. La Russia, secondo le sue affermazioni, avrebbe l’intenzione di “dividere la popolazione attraverso la storia, la cultura. l’ideologia, la lingua e il territorio”.
FILO-RUSSI RILASCIATI – Domenica 4 Maggio sono state rilasciate 67 persone che erano state arrestate con l’accusa di aver partecipato attivamente agli scontri a Odessa venerdì scorso. Il rilascio è avvenuto in seguito ad un assalto da parte di attivisti filo-russi del quartier generale della polizia della cittĂ . Il sito del Ministero dell’Interno ucraino in un comunicato stampa ufficiale afferma che la decisione è stata presa dal Pubblico Ministero regionale a causa delle richieste dei manifestanti. Il Pubblico Ministero locale ha immediatamente smentito il contenuto del comunicato, attribuendo la responsabilitĂ alle forze di polizia che si sono dimostrate “non in grado di eseguire i propri doveri”. Il PM ha inoltre aggiunto che è stata aperta un’apposita inchiesta per far luce sulle azioni dei poliziotti che hanno portato al rilascio dei detenuti. La notizia della scarcerazione ha provocato veementi proteste da parte di attivisti pro-Kiev che hanno marciato sull’edifico del sindacato bruciato durante gli eventi del 2 Maggio, tenendo una piccola commemorazione, sostituendo la bandiera russa con quella ucraina e chiedendo spiegazioni alle autoritĂ riguardo al rilascio dei filo-russi.
Emiliano Battisti