Miscela Strategica – Il nuovo programma di finanziamento europeo Horizon 2020 copre anche le tematiche calde legate alla sicurezza e alla difesa dei Paesi membri. Vediamo insieme nel dettaglio quali sono le aree interessate dai finanziamenti europei per il settennio 2014-2020
COS’E’ HORIZON 2020 – Nell’ambito dei finanziamenti diretti dell’Unione Europea, il settennio 2014-2020 sarà concentrato in particolare sul nuovo programma Horizon 2020. In una fase di chiusura e rendicontazione relativo al Settimo Programma Quadro 2007-2013, gli Stati Membri hanno solo da poco iniziato ad interfacciarsi operativamente con Horizon 2020, il più grande programma europeo tutto incentrato sui temi di Ricerca e Innovazione, che prevede uno stanziamento di oltre 80 miliardi di Euro distribuiti nei sette anni di programmazione. Il programma Horizon 2020 è ricompreso nella più ampia strategia Europa 2020, orientata al superamento della crisi economica che ha martoriato praticamente tutti gli Stati membri e che punta ad una crescita sostenibile, intelligente e solidale. Nella pratica, questo dovrebbe tradursi nel raggiungimento dei cinque obiettivi prioritari della strategia: occupazione (aumento del tasso di occupazione al 75% nella fascia di età 20-64 anni), Ricerca e Sviluppo (crescita degli investimenti al 3% del PIL europeo), cambiamenti climatici e sostenibilità energetica, istruzione (aumento del 40% dei trentenni con formazione universitaria) e, infine, lotta alla povertà e all’emarginazione sociale. Il programma Horizon 2020 si inserisce nel pacchetto di iniziative “Unione nell’Innovazione”, che asseconda il principio di crescita intelligente delineato dalla strategia Europa 2020. Che cos’è, nella pratica, Horizon 2020? Le sezioni in cui si suddivide il programma sono tre, e vanno considerate come dei macro-pilastri. Si tratta di Excellent Science, con sotto-sezioni relative alle tecnologie emergenti, alla ricerca di settore e alle ITC; di Industrial Leadership, con una forte impronta sull’innovazione delle piccole e medie imprese; e di Societal Challanges, la sezione più corposa e ricca di contenuti tematici. I sette campi d’azione individuati dalla terza sezione sono tutti accomunati da una progettualità rivolta al superamento delle sfide della società europea sul medio periodo:
- Salute, cambiamenti demografici e benessere;
- Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, bioeconomia, ricerca in ambito marittimo;
- Energia sicura, efficiente e pulita;
- Trasporti intelligenti (smart), verdi e integrati;
- Azione climatica, ambiente, efficienza delle risorse e materie prime;
- Europa in un mondo che cambia, società innovative e inclusive;
- Società sicure, protezione della libertà e della sicurezza dell’Europa e dei suoi cittadini.
È quest’ultimo campo d’azione, Secure Societies, che va direttamente ad impattare sulle aree legate alla politica di difesa e sicurezza degli Stati Membri. Vediamo ora con più attenzione come e perché.
Fig. 1 – Il Direttore Generale per la Ricerca e l’Innovazione, il tedesco Robert-Jan Smits, spiega il programma
LA SFIDA PER LE “SECURE SOCIETIES” – Senza dimenticare il filo-conduttore di tutto il programma Horizon 2020, la sfida raccolta da Secure Societies riguarda a pieno titolo tutte quelle attività di ricerca e innovazione direttamente legate alla protezione dei cittadini europei, della società, dell’economia e, naturalmente, di tutto il complesso infrastrutturale. Horizon 2020 mette a disposizione per la ricerca nel settore sicurezza e difesa, nell’ambito della sezione Secure Societies, 1.695 milioni di Euro. Il budget, come previsto dalla normativa europea di riferimento, sarà ripartito nei sette anni di vita del programma e stanziato come finanziamento diretto a progetti dedicati.
La procedura sarà la stessa per tutte le aree interessate da Horizon 2020, e prevede come conditio sine qua non per la presentazione di un progetto, un partenariato composto da almeno tre enti (pubblici, privati o no profit) di tre diversi Paesi membri. Inoltre, la possibilità di partecipare alle call di Horizon 2020, in alcuni casi, è stata aperta anche ad alcuni Paesi non membri ed è valutata caso per caso. Entrando nel cuore dell’area dedicata alla sicurezza delle società europee, si evidenziano alcuni obiettivi primari che devono essere l’aspirazione finale di ogni progetto finanziato.
Fig. 2 – Cerimonia dell’alza bandiera con il vessillo dell’Unione
IL WORK PROGRAMME 2014-2015 – Gli obiettivi primari di Secure Societies sono i perni intorno ai quali viene elaborato e rilasciato il programma di lavoro biennale. Il Work Programme è un documento che contiene al suo interno tutte le specifiche per la formulazione dei progetti nell’area di riferimento, tra le quali anche la suddivisione del budget per i due anni di riferimento. Il programma di lavoro inerente il biennio 2014-2015 è stato adottato il 10 dicembre 2013, con una revisione sul budget previsto per il 2015 rispetto al programma presentato ufficialmente nel novembre 2013. Il documento specifica subito nella sua Introduzione che il programma di lavoro in atto andrà a contribuire direttamente ai goals definiti nella strategia Europa 2020. Questi goals, nello specifico, sono la Politica di Sicurezza Industriale, la Strategia di Sicurezza Interna e la Strategia per la Sicurezza Cybernetica. Il documento prosegue indicando le specifiche call per ciascuno degli obiettivi individuati. In primo luogo, si focalizza l’attenzione sull’implementazione delle capacità di resilienza delle società europee in caso di disastri naturali o a causa dell’uomo. In questo contesto, l’obiettivo è quello di raggiungere nel medio termine un livello di interoperabilità e di strumenti di gestione delle crisi adeguato alle necessità e in continuo adattamento. La protezione delle infrastrutture critiche a livello nazionale e transnazionale rientra in questa visione strategica. In secondo luogo, poi, un altro obiettivo è direttamente connesso alla lotta contro il terrorismo e il crimine organizzato. In questo senso, una interessante porzione del budget è dedicata al finanziamento di progetti aventi carattere di collaborazione fra stati sul piano dell’analisi d’area e forense. Anche la protezione dei confini europei, la cosiddetta “border security”, rientra fra gli obiettivi primari. Particolare attenzione è rivestita dalle attività a supporto della politica esterna e di sicurezza europea attraverso la prevenzione dei conflitti e il peace-building. Da ultimo, certamente non per valore, un obiettivo è interamente individuato nello sviluppo di attività orientate alla sicurezza dello spazio cyber, con un focus particolare sui sistemi di scambio delle informazioni. L’opportunità data ai centri di ricerca, alle imprese, alle organizzazioni no profit e agli enti istituzionali e governativi di consorziarsi per portare avanti progetti in questo settore, potrebbe e dovrebbe diventare un incentivo a formulare politiche e programmi di ricerca e innovazione. Gli Stati Membri dovrebbero muoversi nell’ottica di una comune strategia di sicurezza europea che necessita, alla luce delle crisi in atto, di assumere pregnanza, rilevanza e – soprattutto – credibilità a livello sia nazionale che internazionale.
Emma Ferrero
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Un chicco in più
Le modalità per partecipare al programma Horizon 2020 sono consultabili sul sito della Commissione Europea
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Foto: DJEI Press