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Iran e Pakistan: dispute di confine e prospettive strategiche

Miscela strategica – Sin dall’antichitĂ , il legame tra Iran e Pakistan è piuttosto stretto. Al giorno d’oggi subisce varie oscillazioni legate a dispute di confine, questioni economiche e cambiamenti di equilibri geopolitici nei Paesi circostanti. La gestione delle piĂą recenti tensioni all’interno e al di lĂ  dei confini determinerĂ  significativamente le future relazioni tra Teheran e Islamabad.

POSTURA STRATEGICA – L’Iran è situato in una posizione strategica nel mondo islamico. La sua posizione ne fa un collegamento naturale tra il Medio Oriente, il Caucaso e l’Asia centrale e meridionale. Ma la sua collocazione è tanto favorevole quanto pericolosa, perchĂ© rischia di coinvolgerlo in molte questioni a livello regionale. Inoltre, l’Iran possiede enormi riserve petrolifere e di gas naturale che gli conferiscono ancora maggiore importanza. Repubblica islamica, l’Iran è tradizionalmente culla della secolare cultura persiana. Paese a maggioranza sciita, punta ad aumentare la propria influenza in Medio Oriente facendo asse con i gruppi sciiti negli altri Paesi dell’area.
Il Pakistan si trova in una posizione geografica altrettanto favorevole. Situato nell’Asia meridionale, congiunge la parte meridionale e orientale del continente asiatico e si trova vicino ai i maggiori Paesi produttori di petrolio. Non è esente da dispute di confine, in particolare quelle relative alla Durand Line con l’Afghanistan, quelle con l’Iran relative alla regione del Belucistan e le decennali tensioni con l’India riguardo al Kashmir. Paese a maggioranza sunnita, è l’unica potenza nucleare islamica. Nonostante le differenze religiose, Pakistan e Iran hanno conservato buone relazioni per decenni. Negli anni Novanta gli sviluppi della situazione in Afghanistan divennero fonte di tensioni visto che il gruppo etnico degli Hazar, sostenuto da Teheran, divenne obiettivo dei Talebani appoggiati dal Pakistan. La questione afghana continua a essere una potenziale spina nel fianco nei rapporti Iran-Pakistan. Non è escluso che potrebbero aggiungersi ulteriori tensioni, frutto di dispute di confine e cambiamenti in corso negli equilibri regionali.

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Fig.1 – Cacciabombardieri F-4 dell’aviazione iraniana durante un’esercitazione in zona di confine

[box type=”shadow” align=”alignright” class=”” width=””]Il CIA World Factbook raccoglie dati interessanti ai fini della nostra analisi:

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Pakistan

Gruppi etnici: Punjabi 44.68%, Pashtun (Pathan) 15.42%, Sindhi 14.1%, Sariaki 8.38%, Muhajirs 7.57%, Beluci 3.57%, altri 6.28%.
Religioni: Musulmani (ufficiale) 96.4% (Sunniti 85-90%, Sciiti 10-15%), altri (inclusi Cristiani) 3.6% (2010).
Popolazione: 196,174,380 (al luglio 2014).
Tasso di crescita reale del PIL: 4.1% (2014), 3.7% (2013), 3.8% (2012).
Esportazioni: Stati Uniti 15%, Cina 9.6%, Afghanistan 7.5%, Regno Unito 6.3%, Germania 4.6% ( 2013).
Importazioni : Cina 17.1%, Emirati Arabi Uniti 16.4%, Arabia Saudita 9.9%, Kuwait 7.5%, India 4.5% (2013) . Il petrolio è il primo nella lista dei prodotti importati dal Pakistan.
Produzione di petrolio: 59,590 barili/giorno (2013).
Produzione di gas naturale: 41.4 miliardi mc (2012).

FONTE: CIA Pakistan

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Iran

Gruppi etnici: Persiani 61%, Azeri 16%, Curdi 10%, Lur 6%, Beluci 2%, Arabi 2%, Turkmeni e altri 2%, altri 1%.
Religioni: Musulmani (ufficiale) 99.4% (Sciiti 90-95%, Sunniti 5-10%), other (inclusi Ebrei e Cristiani) 0.3%, non specificati 0.4% (dati al 2011).
Popolazione: 80,840,713 ( al luglio 2014).
Tasso di crescita reale del PIL: 1.5% (2014),-1.9% (2013),-6.6% (2012).
Esportazioni: Cina 26.8%, Turchia 11%, India 10.6%, Giappone 7.3%, Corea del Sud 5.9% (2013). Maggiore prodotto esportato è il petrolio che corrisponde all’80% delle esportazioni.
Importazioni: Emirati Arabi Uniti 35.8%, Cina 18.6%, India 6.4%, Corea del Sud 5.8%, Turchia 5.4% (2013).
Produzione di petrolio: 3.113 milioni di barili/giorno (2013).
Produzione di gas naturale: 166.6 miliardi mc (2012).

Fonte: CIA Iran

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RELAZIONI IN EVOLUZIONE – I rapporti tra Iran e Pakistan sono volatili e potrebbero rafforzarsi o indebolirsi a seconda dell’andamento delle dispute di confine o dei mutamenti negli equilibri regionali. Questi fatti includono le tensioni nella zona di confine del Belucistan, l’evoluzione del teatro afgano dopo il ritiro delle forze statunitensi, e possibili cambiamenti dovuti al patto sul nucleare stilato tra Iran, Stati Uniti e P5.
Parte delle provincia iraniana del Belucistan confina con il Pakistan. Quest’area, a maggioranza sunnita, è spesso soggetta a instabilità e conflitti a causa di discriminazioni da parte della maggioranza sciita iraniana. L’Iran ritiene che i maggiori gruppi ribelli del Belucistan, Jundullah e Jaish-ul Adl, siano sostenuti dal Pakistan. Tensioni tra Islamabad e Teheran sono sorte negli ultimi anni, inclusi il 2013 e 2014, a causa del fatto che le forze iraniane hanno effettuato attacchi contro questi gruppi violando confine e spazio aereo pakistano. Nove attacchi sono stati effettuati solo negli ultimi tre mesi del 2013. In risposta al rapimento delle sue guardie di confine da parte di Jaish-ul Adl, l’Iran ha minacciato di inviare le sue forze in Pakistan per liberarle. Ma il Pakistan invocherebbe una violazione del diritto internazionale se questo dovesse succedere.
Il ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan ha creato un contesto che potrebbe evolversi in diversi modi. L’Iran mira a sopire i conflitti nelle sue zone di confine con l’Afghanistan, attraverso cui passano molti profughi afgani che cercano rifugio in Iran da conflitti e povertà. Inoltre, l’Afghanistan è responsabile di circa il 90% della produzione mondiale di oppio che, è noto, passa attraverso l’Iran. Ai confini iraniani si sono già verificati conflitti tra trafficanti di droga e guardie di confine iraniane. Obiettivo dell’Iran è supportare la minoranza sciita Hazara in Afghanistan ed evitare il rafforzamento della fazione sunnita. Come già accennato, il supporto pachistano ai Talebani ha già creato frizioni in passato. Se il Pakistan ripetesse lo stesso comportamento, non si potrebbero escludere conflitti con Teheran.
Un ulteriore elemento di influenza sulle relazioni tra Pakistan e Iran è il nuclear deal iraniano con gli Stati Uniti e il gruppo P5+1. Il governo di Islamabad ha reagito alla conclusione del patto sul nucleare iraniano riconoscendone pubblicamente la positività. La reazione israeliana e saudita non è stata delle migliori. L’Arabia Saudita non è in ottimi rapporti con l’Iran per questioni ideologiche e strategiche. Dopo la conclusione del nuclear deal, i sauditi hanno espresso volontà di dotarsi di capacità nucleari e dichiarato di voler comprare materiale e strumentazione dal Pakistan. Le possibilità che il Pakistan fornisca know-how e strumentazione nucleare ai sauditi sono al momento basse, ma il contrario non è da escludere.

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Fig.2 – Il ministro degli esteri iraniano Javad Zarif incontra il generale pakistano Raheel Sharif presso il quartier generale di Rawalpindi, Pakistan

UN CONTESTO REGIONALE IN MOVIMENTO – Per quanto riguarda il Belucistan, se i confini tra Stati non verranno rispettati, le tensioni potrebbero salire. Il Pakistan non ha mancato di sottolineare che le operazioni iraniane oltre confine costituiscono una violazione del diritto internazionale. Ulteriori interventi da parte iraniana contro i gruppi iraniani del Belucistan situati in Pakistan non farebbero che fomentare violenze da parte degli stessi gruppi. Inoltre, le operazioni delle milizie iraniane potrebbero fomentare il legame tra gruppi Beluci in Iran e i militanti talebani ai confini di Pakistan, Iran e Afghanistan.
Dopo il ritiro degli Stati Uniti, il Pakistan ha cercato di costruire solide relazioni diplomatiche con l’Afghanistan. Il supporto pachistano ai talebani ha già creato frizioni negli anni precedenti. Se il Pakistan ripetesse lo stesso comportamento, non sarebbero da escludere conflitti con Teheran. Infatti, alle accuse di supporto ai ribelli in Belucistan, si aggiungerebbero sospetti da parte iraniana su un supporto pachistano all’estremismo sunnita in Afghanistan.
In merito al nucleare, la richiesta dei sauditi di acquisire strumentazione e know-how dal Pakistan non ha avuto seguito. Il Pakistan sa di rischiare sanzioni internazionali oltre che reazioni negative da parte iraniana, se compisse un gesto simile. I sauditi non hanno conoscenza e strumenti per avanzare in questo campo ma la mancata disponibilità pachistana nei loro confronti crea un ulteriore contenzioso pronto a scoppiare. L’Arabia Saudita potrebbe inoltre cercare di complicare le relazioni tra Iran e Stati Uniti e intensificare la sua competizione con la fazione sciita in alcuni Paesi della regione come l’Iraq o la Siria.

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Fig.3 – Un militare iraniano di guardia presso Zabol, nel sudest dell’Iran, al confine afgano

ULTERIORI ELEMENTI CONTESTUALI –  Quindi, se il rapporto Iran-Pakistan evolverà verso una situazione conflittuale o verso una soluzione pacifica delle controversie oggi esistenti, dipenderà dallo sviluppo (o meno) di alcune dinamiche-chiave. Vediamo quali:

[toggle title=”Belucistan” state=”close”]

Espansione del movimento ribelle in Belucistan – Mentre Pakistan e Iran combattono le proprie guerre contro i ribelli in Belucistan, una recrudescenza del fenomeno potrebbe minacciare la sicurezza dell’Iran e dell’intera regione. L’Arabia Saudita è sospettata di fomentare questi gruppi in Pakistan e il Pakistan di supportarli, o per lo meno di tacere sull’Arabia Saudita. Ma alle trame saudite potrebbe aggiungersi quella che alcuni analisti descrivono come una connessione tra questi gruppi locali e il jihad globale: ciò li inserirebbe in un circuito più grande e li renderebbe parte delle rivalità sciite-sunnite tra Iran e Arabia Saudita.[/toggle]

[toggle title=”Questioni nucleari” state=”close”]

Arabia Saudita e Iran verso il nucleare – Per ragioni ideologiche ed economiche, il Pakistan ha mantenuto buoni rapporti con i Sauditi, strenui nemici di Teheran. Sembra improbabile che il Pakistan fornisca know-how sul nucleare all’Arabia Saudita. Ma se questo succedesse, non solo il Pakistan andrebbe in rotta con l’alleato iraniano, ma le frizioni si allargherebbero ad ampio raggio. In aggiunta, infatti, aumenterebbero le tensioni tra Pakistan e altri Paesi che, probabilmente, si sentirebbero minacciati da un programma nucleare di Riyad. [/toggle]

[toggle title=”Fattore Riyad” state=”close”]

Fattore Riyad nell’influenza regionale – Se le relazioni Pakistan-Iran evolvessero a sfavore dell’Arabia Saudita, Riyad potrebbe decidere di intensificare ulteriormente il conflitto sunnita–sciita con l’Iran, con provocazioni tese ad inasprire il rapporto tra l’Iran e i suoi vicini sunniti. Tutto questo giocherebbe a danno di Teheran (e degli Stati Uniti) che punta a costruire con l’Iran una relazione meno conflittuale che negli ultimi decenni.[/toggle]

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Fig.4 – UnitĂ  navali iraniane alla fonda

[one_half] [box type=”warning” align=”” class=”” width=””]RISCHI

Ecco una lista dei rischi in cui incorrono le relazioni bilaterali tra Iran e Pakistan:

  • Aumento delle tensioni tra Iran e Pakistan in caso di appoggio esterno ai gruppi ribelli in Belucistan.
  • Destabilizzazione della solida relazione economica tra Iran e Pakistan a seguito delle tensioni di confine in Belucistan e conseguente diminuzione delle esportazioni di petrolio dall’Iran verso il Pakistan.
  • Tensioni tra Teheran e Islamabad in caso di aiuto pachistano ai sauditi in ambito nucleare.
  • Destabilizzazione del rapporto Iran-Pakistan nel caso in cui Islamabad invertisse la rotta nella gestione dei rapporti con il Governo afghano e il gruppo sunnita in Afghanistan.

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[box type=”note” align=”” class=”” width=””]VARIABILI

Alcune tra le variabili che influiscono sull’andamento dei rapporti tra Teheran e Islamabad:

  • Percezione iraniana dell’appoggio pachistano e/o saudita ai gruppi ribelli in Belucistan.
  • Andamento delle relazioni tra Pakistan e Arabia Saudita su nucleare e supporto ai gruppi sunniti.
  • Andamento del rapporto tra Pakistan e Stati Uniti in merito al nucleare saudita.
  • Mutamento dell’atteggiamento pachistano nei confronti del nuclear deal.

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Annalisa De Vitis

Foto: Image Editor

 

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Annalisa De Vitis
Annalisa De Vitis

Appassionata di geopolitica, strategia militare e cinema. Il mio background va dagli studi di relazioni internazionali a quelli di comunicazione politica. Ho studiato in Italia, Belgio e Stati Uniti. Dopo aver concluso un dottorato di ricerca in politica estera e comunicazione, svolgo studi a e analisi per organizzazioni e università statunitensi ed europee che si occupano di politica estera. Il mio focus  è  il Medioriente e ho un particolare interesse per gli studi sul terrorismo.

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