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Elezioni in Costa d’Avorio: l’avvento della Terza Repubblica

Il 18 dicembre più di sei milioni di elettori della Costa D’Avorio sono stati chiamati alle urne per eleggere i 255 membri dell’Assemblea Nazionale per i prossimi quattro anni. Forte della vittoria al referendum costituzionale dello scorso ottobre, l’obiettivo del Presidente Alassane Ouattara era di ottenere, con il suo partito, la maggioranza dei seggi

BOOM DI CANDIDATI — In totale sono stati 1.153 i candidati alle consultazioni politiche in Costa d’Avorio, di cui il 12% donne. Il Rassemblement degli Houphouétistes per la Democrazia e la Pace (RHDP), il partito di Ouattara, che deteneva l’85% dei seggi nella precedente legislatura, ha presentato 199 candidati, ma molti ex-esponenti della coalizione hanno preferito candidarsi come indipendenti. Il principale partito di opposizione è rappresentato dal Fronte Popolare Ivoriano (FPI), a cui apparteneva l’ex Capo di Stato Laurent Gbagbo.

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Fig. 1 – L’attuale Presidente ivoriano Allassane Ouattara, eletto per la prima volta nel 2011, e riconfermato alle presidenziali del 2015 

Alle precedenti legislative del 2011, il Fronte aveva scelto di non partecipare e quindi non aveva rappresentanti nel Parlamento uscente. In occasione di queste consultazioni, si è scisso in due correnti distinte mostrandosi frammentato internamente: un’ala del partito ha apertamente boicottato le elezioni poichĂ© ritiene che nel Paese non ci siano i presupposti per lo svolgimento di elezioni eque, trasparenti e libere. Al contrario, i seguaci dell’attuale Presidente del Fronte,  Affi N’Guessan, hanno deciso di partecipare con 187 candidature.

UNO SGUARDO AL PASSATO —  La crisi elettorale in Costa d’Avorio iniziò con le elezioni presidenziali dell’ottobre 2010: Ouattara risultò vincitore con il 54,1% dei voti, ma il Presidente uscente Gbagbo rifiutò di riconoscere la sconfitta adducendo come causa l’irregolaritĂ  delle elezioni. Il Paese entrò in una lunga fase di crisi e di disordini interni. Soltanto nell’aprile 2011 Ouattara riuscì ad insediarsi dopo che  Gbagbo venne arrestato e accusato dalla Corte Penale Internazionale di crimini contro l’umanitĂ . Terminata questa lunga fase di stallo politico e guerra civile, la Costa d’Avorio ha registrato un’impressionante crescita: secondo il Fondo Monetario Internazionale, nel 2016, il Paese registrerĂ  il piĂą elevato incremento del PIL nel continente africano, dopo l’aumento dal 3,6% del 2009 al 6,3% del 2015. Ciò ha consentito al Presidente Ouattara di consolidare il  consenso popolare e di essere riconfermato alle presidenziali del 2015 con l’83,6% delle preferenze.

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Fig. 2 – Il Paese ha attraversato una lunga fase di instabilitĂ  e crisi interna all’indomani della vittoria alle elezioni presidenziali del 2011 di Ouattara 

IL CLIMA PRE-ELETTORALE — La campagna elettorale si era chiusa venerdì 16 dicembre in un clima di generale fermento poichĂ© per la prima volta dall’ultima legislatura, l’opposizione e i candidati indipendenti, fuoriusciti dalla maggioranza governativa, avevano reali chance di ottenere un posto nell’Assemblea Nazionale. Nei vari seggi sparsi per il Paese sono stati dispiegati 30 mila uomini delle forze di sicurezza per timore che potessero verificarsi violenze e scontri. Nei giorni precedenti le consultazioni, la stampa locale ha riportato minacce e pressioni sugli elettori e sui candidati. I cittadini ivoriani sono stati chiamati nuovamente alle urne dopo il referendum costituzionale dello scorso ottobre: la vittoria del sì ha dato il via libera alla nuova Costituzione aprendo così la strada alla Terza Repubblica con il 93,42% di voti favorevoli. Il risultato del referendum ha rafforzato la figura di Ouattara che ha investito molto in questo progetto.

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Fig. 3 – L’affluenza alle urne è stata molto bassa, circa il 34,10% su un totale di 6.568.113 elettori: per l’opposizione è un chiaro segnale da parte degli ivoriani di distaccarsi dalle scelte politiche di Ouattara e del suo partito

L’affluenza alle urne è stata però bassa (intorno al 42,42%) perché l’opposizione ha chiesto il boicottaggio del voto ritenendo la modifica della Costituzione una forzature voluta da Ouattara per rafforzare il suo potere. Oltre a sancire l’obbligatorietà dell’istruzione e l’uguaglianza tra uomini e donne, la nuova Costituzione prevede la creazione della carica di Vicepresidente, l’istituzione del Senato e l’abolizione della clausola del “carattere ivoriano” per la candidatura come Presidente della Repubblica. Quest’ultima disposizione è molto cara a Ouattara: prevista nella Costituzione del 2000, la clausola è stata giudicata xenofoba perché prevede che il Presidente «debba essere ivoriano d’origine e nato da padre e da madre d’origine ivoriana» (Ouattara è di etnia burkinabé).

I RISULTATI DELLE ELEZIONI — La Commissione Elettorale Indipendente della Costa D’Avorio ha reso noti i risultati delle consultazioni lo scorso mercoledì: il partito del Presidente Ouattara si è confermato la principale forza del Paese ottenendo 167 seggi nell’Assemblea Nazionale (65,75% dei seggi totali, in calo rispetto alla precedente legislatura). I candidati indipendenti occuperanno quasi un terzo dei seggi (75) e potrebbero diventare la seconda forza di opposizione, dietro al Fronte Popolare Ivoriano che torna in Assemblea, ma occupando soltanto tre seggi. L’affluenza alle urne è stata bassa, 34,10% su oltre 6 milioni di iscritti. Le elezioni si sono svolte in un clima generalmente pacifico. La Costa D’Avorio si avvia così verso la III Repubblica sotto la guida di Ouattara che con la vittoria alle elezioni politiche ha ulteriormente rafforzato il suo potere. Ancora una volta in Parlamento non sarà adeguatamente rappresentata la principale forza di opposizione, il Fronte Popolare Ivoriano, che ha interpretato, così come era accaduto in occasione del referendum, la scarsa affluenza alle urne come la volontà degli ivoriani di distaccarsi dalla politica del Presidente.

Irene Dell’Omo

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Per chi volesse approfondire la storia della Costa d’Avorio negli anni della guerra civile, il Caffè ne aveva parlato qui e qui. [/box]

Foto di copertina di Michael Fleshman rilasciata con licenza Attribution-ShareAlike License

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Irene Dell'Omo

Sono laureata in Scienze Politiche, indirizzo Cooperazione internazionale, con una tesi sulla cooperazione tra Unione europea e Paesi del Maghreb per le risorse energetiche rinnovabili. Vivo a Roma, dove lavoro in un’organizzazione umanitaria nell’area marketing e comunicazione. Le mie passioni: scoprire posti e cose nuove, viaggiare, leggere (soprattutto romanzi a sfondo storico e di attualità) e scrivere.

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