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Elezioni in Angola: un cambiamento guidato

Dopo 38 anni l’Angola ha un nuovo Presidente, Joao Lourenço, delfino dell’ex Presidente Jose Eduardo dos Santos pronto ad una sfida che sembra essere a carte scoperte

AU REVOIR, DOS SANTOS – Alle elezioni presidenziali del 23 agosto, l’ormai storico presidente Jose Eduardo dos Santos, in carica dal 1979, si è fatto da parte annunciando il 3 febbraio scorso che non si sarebbe ricandidato per un nuovo mandato. La guida passerĂ  al neo eletto Joao Lourenço, eletto con il 72% dei voti, giĂ  attuale vice presidente del partito di maggioranza, MPLA, (Partito del Movimento Popolare di Liberazione dell’Angola) e ministro della difesa. La contesa principale è avvenuta con Isaias Samakuva, candidato dell’Unione Nazionale per la Totale Indipendenza dell’Angola (Unita), attiva contro l’Mpla nella sanguinosa guerra civile durata fino al 2002 e Abel Chivukuvuku, a capo della coalizione Casa-ce.

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Fig. 1 – Jose Eduardo dos Santos

Positivi i commenti degli osservatori internazionali, presenti la Southern African Development Community (SADC), l’Economic Community of Central African States (ECCAS), l’ Unione Africana (UA) e la ComunitĂ  dei Paesi di lingua portoghese (CPLP). Tutti concordi sul fatto che le elezioni si siano svolte in un’atmosfera pacifica e partecipativa, l’organizzazione del processo elettorale sia stata talmente efficiente da definirle come un esempio per tutta l’Africa. La sensazione è che la partecipazione al processo democratico sia stata alta. Grande assente l’Unione Europea che ha annullato la sua missione di osservazione elettorale in quanto non erano state soddisfatte le condizioni richieste per il dispiegamento della missione tra cui l’accesso a tutti i seggi elettorali nel Paese; l’UE ha però inviato una squadra di esperti solo per garantire la sua presenza.

NON UN VERO ADDIO – Un cambiamento storico ma guidato, come spesso accade nel continente africano. Dos Santos infatti non ha voluto sorprese dopo il suo ritiro, e si è assicurato che la sua presenza e il suo indirizzo politico non venissero meno. L’ex Presidente rimarrĂ  infatti a capo del MPLA e prima della sua uscita di scena ha fatto approvare una legge che proibisce al neo-eletto di sostituire i capi dell’esercito, polizia e intelligence per i prossimi otto anni; si è così assicurato che l’entourage di sua fiducia resti nei posti chiave per il Paese. La sua famiglia invece continuerĂ  a guidare quelli che sono gli interessi economici dell’Angola e l’impero finanziario di famiglia attraverso la compagnia petrolifera statale Sonangol, diretta dalla figlia Isabel dos Santos, la piĂą ricca donna d’Africa, al fondo d’investimento sovrano per ben 5 miliardi di dollari a diverse banche nel paese gestiti dal figlio JosĂ© Filomeno Dos Santos.

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Fig. 2 – Isabel dos Santos, figlia del Presidente

DIVERSIFICARE L’ECONOMIA – L’Angola è un Paese che ha affrontato negli ultimi anni cambiamenti radicali dall’indipendenza nel 1975, una guerra civile conclusasi nel 2002 fino ad arrivare ad un veloce boom economico degli ultimi anni. Dos Santos lascia quindi la terza economia del continente africano, stato in crescita e promettente tanto da aver attuato diversi investimenti in Europa e svolto un ruolo chiave salvando il Portogallo nel 2007 dalla bancarotta L’economia del Paese si basa sulle esportazioni di greggio: si tratta infatti di uno dei principali esportatori di petrolio al mondo e il secondo produttore del continente dopo la Nigeria. L’eccessiva dipendenza delle entrate fiscali delle esportazioni del petrolio ha impedito la diversificazione dell’economica: sarĂ  questa la principale sfida il nuovo Presidente dovrĂ  affrontare. Il calo dei prezzo del petrolio e la crisi finanziaria hanno portato l’ex colonia portoghese a vivere oggi una fase economica difficile che ha accentuato le contraddizioni economiche interne; la ricchezza è accentrata nelle mani di pochi soprattutto esponenti del MPLA, creando così malcontento e disuguaglianze sociali sempre piĂą evidenti.

CINA PARTNER PRIVILEGIATO – Un ruolo importante, infine, è quello svolto dalla Cina, inizialmente partner strategico nell’ambito di difesa e sicurezza e ad oggi principale partner commerciale per le esportazioni angolane, che attua una politica estera di non ingerenza sulle questioni politiche e basata su rapporti commerciali e creazione di infrastrutture. Non meno rilevante il ruolo degli Stati Uniti e del Portogallo, partner storico del paese. Infine la presenza italiana, l’angola è il terzo partner commerciale italiano dopo il Sud Africa e la Nigeria, presente soprattutto con ENI Angola dal 1980 con il progetto West Hub dal 2014.

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Fig. 3 – Lavoratori cinesi in Angola

Veronica Frasghini

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

La cooperazione militare tra Italia e Angola è sempre stata molto forte sin dal 1977, dall’accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica Italiana e l’Esecutivo della Repubblica dell’Angola, fatto a Roma il 19 novembre 2013 e da poco ratificato, all’acquisto di armamenti per 212,3 milioni di euro con l’italiana Finmeccanica.  [/box]

 

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Veronica Frasghini
Veronica Frasghini

Classe 1988, nata e cresciuta a Roma, laureata in Scienze Politiche per la Cooperazione allo Sviluppo presso La Sapienza. Da sempre appassionata di politica internazionale mi interesso principalmente di Elezioni e processi di democratizzazione in Africa. Nostalgicamente amante della politica italiana dei tempi andati. Ho lavorato per diversi anni tra Khartoum, Bangui e in diversi paesi del continente africano e attualmente vivo e lavoro a New York.

 

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