In 3 sorsi – La Repubblica Federale di Germania ha confermato l’invio di carri antiaerei all’Ucraina, per sostenerla nella guerra contro la Russia. L’annuncio, che mette fine a una lunga polemica tanto interna quanto internazionale, è il risultato delle pressioni esercitate sul Governo Scholz nelle ultime settimane.
1. L’ANNUNCIO
Lo scorso 26 aprile il Ministro della Difesa tedesco, la socialdemocratica Christine Lambrecht, ha annunciato la decisione del Governo federale di fornire all’Ucraina cinquanta carri armati di tipo Gepard. I Gepard sono mezzi corazzati semoventi dotati di una torretta con equipaggiamento antiaereo, prodotti dalla tedesca KMW e – grazie una serie di aggiornamenti tecnici – schierati dalla Bundeswher dagli anni Settanta del secolo scorso fino al 2010. L’annuncio è stato dato a margine della conferenza internazionale sulla guerra in Ucraina organizzata dagli Stati Uniti nella propria base militare di Ramstein, in Germania.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – La Ministra della Difesa tedesca Christine Lambrecht al vertice di Ramstein sulla guerra in Ucraina, 26 aprile 2022
2. LE ESITAZIONI DI BERLINO
L’annuncio è un rilevante punto di svolta e sembra mettere fine alla doppia pressione – interna e internazionale – finora esercitata sul Governo federale tedesco per le forniture all’Ucraina. Il Cancelliere Scholz si era infatti dichiarato contrario a fornire armi pesanti all’esercito ucraino nella guerra contro la Russia: prudenza necessaria, a detta di Scholz, per non alzare il livello dello scontro tra la NATO e la Russia. La giustificazione appariva però poco plausibile, tenuto conto che membri NATO di rilievo come Francia e Regno Unito già forniscono all’Ucraina mezzi e artiglieria. La politica e l’opinione pubblica tedesche erano comunque divise sulla questione, con l’opposizione e una parte della maggioranza di Governo decisamente favorevoli all’invio di armi pesanti. Scholz aveva tentato invano di aggirare la questione, esortando i Paesi dell’Europa dell’Est ad inviare all’esercito ucraino attrezzature militari di produzione sovietica, che gli ucraini avrebbero potuto utilizzare da subito senza ulteriore addestramento.
La posizione attendista del Governo tedesco è il frutto di diversi fattori. Da un lato sembra probabile che la Germania volesse distinguersi all’interno del campo NATO manifestando un livello di ingaggio inferiore rispetto ai partner occidentali nella qualità delle forniture di armi all’Ucraina. Dall’altro la memoria di quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale e la storica riluttanza militare di Berlino rendono complesso concepire l’invio verso est di mezzi militari destinati a combattere soldati russi sul suolo ucraino. Il tutto alla luce del proposito putiniano, più volte dichiarato, di voler “denazificare” l’Ucraina.
Fig. 2 – Un deposito di carri Gepard in dismissione a Edeleben, in Germania
3. LE CONSEGUENZE
La vicenda segnala due aspetti di particolare rilevanza.
Il primo è che lo stanziamento di imponenti fondi per le Forze Armate non fa automaticamente della Germania una potenza militare. Per esserlo occorrono soprattutto volontà collettiva e una seppur minima visione geopolitica.
Il secondo è che, dopo le sanzioni economiche, si è assistito a un nuovo distinguo all’interno del campo NATO da parte di uno dei suoi membri piĂą rilevanti. Si tratta di una dinamica destinata a ripetersi sempre piĂą spesso, con l’ormai inevitabile prolungarsi del conflitto – e tuttavia, anche stavolta gli Stati Uniti sembrano essere riusciti a piegare l’alleato riluttante (alla conferenza di Ramstein ha partecipato Lloyd Austin, Segretario alla Difesa statunitense). Non bisogna illudersi che i nodi siano risolti: nel blocco a guida americana la Germania ha sempre avuto una posizione peculiare nei confronti del vicino russo, che resta il principale fornitore energetico e un interlocutore ineluttabile alla luce delle rispettive posizioni geografiche. Eppure il campo occidentale ancora una volta ha mantenuto una posizione (quantomeno) apparentemente unitaria nella partita contro la Russia. A oltre due mesi dallo scoppio del conflitto, non è risultato scontato.
Luigi Garofalo
“Russia Ukraine War – Day 40: Ukrainians grieve, attend funerals” by manhhai is licensed under CC BY