Analisi – La Terza Sessione Plenaria del 20° Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha fissato molteplici obiettivi a lungo termine, puntando su riforme economiche e innovazione, da realizzare entro cinque anni. Quali incognite pesano sul successo cinese?
LE SFIDE DEL TERZO PLENUM
Il terzo plenum del XX Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, atteso dal novembre 2023, si è tenuto tra il 15 e il 18 luglio 2024. Dalla fondazione della RPC, il Terzo Plenum ha costituito un momento particolare in cui definire i piani economici e sociali di medio e lungo termine, per virare, anche a 360°, la direzione politica del Paese, come accadde nel 1978, quando Deng Xiaoping avviò la politica di riforme in politica interna e apertura in politica estera, che poi venne istituzionalizzata nel “socialismo con caratteristiche cinesi”, che ha cambiato il destino della Cina e del mondo. Lo slittamento di un evento, che comunque si svolge a porte chiuse a conferma di una certa opacità del sistema, probabilmente è stato causato dalla difficoltà di stabilire, all’interno del Comitato Centrale, una strategia complessiva unanime. Alla fine è stata delineata una governance macroeconomica che dovrebbe mantenere la leadership del partito sui gangli vitali dello Stato, coniugando sviluppo ed equilibrio interno, efficienza e coordinamento, in un momento di grande instabilità internazionale, che richiede un’attenzione particolare alla sicurezza nazionale.
Embed from Getty ImagesFig. 1- Conferenza stampa del Comitato centrale del PCC a Pechino, 19 luglio 2024
RIFORME ECONOMICHE E MODERNIZZAZIONE
I 205 membri e i 171 supplenti riuniti per la terza Riunione Plenaria del XX Comitato centrale del PCC hanno approvato il rapporto di Xi Jinping in cui si prevede di approfondire l’apertura e le riforme strutturali strategiche per approdare ad uno sviluppo di alta qualità. Per far fronte al perdurare della crisi immobiliare, al deficit delle amministrazioni locali, ai debiti delle imprese di Stato e per prevenire crisi sistemiche si considera indispensabile proseguire con le riforme. In primo luogo è necessario rafforzare il sistema finanziario per promuove una crescita equilibrata e sostenibile, irrobustendo il mercato interno, da rendere autosufficiente. Per assestare il trend di crescita economica ed integrare lo sviluppo urbano con quello rurale si cercherà di far decollare i consumi e attrarre gli investimenti esteri, riducendo contestualmente la dipendenza dalle esportazioni e dalle importazioni critiche. Un focus particolare viene riservato all’equità, per i problemi di stabilità sociale derivati dalla sempre più ampia forbice nella distribuzione della ricchezza e dallo squilibrio tra le aree rurali e quelle urbane. Si prevede quindi una vera accelerazione della costruzione di un mercato nazionale unificato, una riprogrammazione dei servizi pubblici, per integrare l’economia reale e quella digitale, coniugare integrità ed innovazione, per dare concreta attuazione all’idea di società armoniosa, al centro del programma di governo di Xi Jinping, ancora molto lontano da realizzare.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Un uomo legge un giornale vicino a una foto in prima pagina di Xi Jinping all’indomani del Terzo Plenum, 19 luglio 2024
RIFORME INTERNE E RISVOLTI ESTERI
Le riforme annunciate dovranno costruire una moderna economia socialista, con la spinta di un’industria tecnologica green, per uno sviluppo ecologico di alta qualità, gestita da “nuove forze produttive di qualità”, da diffondere in tutti i settori, resi sempre più innovativi grazie all’intelligenza artificiale, che investe tutti i campi, anche quelli militari, con impatti significativi sul futuro del Paese. La spinta data dal Terzo Plenum alla politica economica interna, tassello indispensabile per raggiungere la “prosperità comune”, si accompagna ad una “charm offensive” internazionale che cerca di adattarsi alle complesse dinamiche globali, per consolidare il ruolo della Cina quale grande potenza. La posizione di neutralità sbandierata in ogni consesso sta infatti consentendo alla RPC di rafforzare le relazioni economiche con molti Paesi, acquistando tra l’altro beni energetici a prezzi convenienti e di tessere reti diplomatiche molto dinamiche che le consentano un bilanciamento tra interessi contrastanti, soprattutto di fronte alle guerre in corso e agli esiti delle imminenti elezioni presidenziali statunitensi.
Embed from Getty ImagesFig. 3 – Un gruppo di persone osserva gli edifici dello skyline da una piattaforma panoramica in un centro commerciale nel quartiere centrale degli affari di Pechino, 11 luglio 2024
NUOVE PROSPETTIVE
In questa ottica si possono leggere l’invito a Pechino rivolto al Ministro degli Esteri dell’Ucraina e la successiva decisione del governo di Kyiv di invitare la Russia ad un tavolo di trattative. Anche per la crisi di Gaza Pechino sta tentando insperate mediazioni, per due ordini di questioni: mostrarsi come interlocutore credibile in grado anche di riposizionarsi a proprio vantaggio di fronte alle incognite legate alla fluidità della situazione internazionale. Xi Jinping intende rispondere alle crisi globali senza dover prevedere alcun cambiamento nel sistema complessivo di governance, ma anzi prefigurando un rafforzamento della leadership del Partito, rigettando le teorie e i punti di vista occidentali. Per la Cina sarà una corsa contro il tempo (le riforme dovranno essere attuate in cinque anni) per tentare di stare al passo con la storia, per forgiare la nuova era in una prospettiva olistica, in cui lo sviluppo si accompagni alla sicurezza, secondo una tradizione che affonda le radici al tempo degli Stati combattenti (453 -221 a. C) quando la Cina mirava a diventare, come narrato in uno dei tanti cheng yu, che in quattro caratteri racchiudono l’antica saggezza cinese, che il Presidente cita con perizia: un Paese ricco e un esercito forte 富国强兵 Fùguó qiáng bīng. Riuscirà il Governo di Pechino a realizzare un’economia di mercato socialista avanzata e sostenibile, in grado di assicurare il benessere a tutta la popolazione all’interno e proteggere i propri interessi all’esterno? Questa è la vera incognita del terzo Plenum.
Elisabetta Esposito Martino
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