Caffè Lungo – Il Presidente della Sierra Leone, Julius Maada Bio, ha rinnovato la richiesta dell’Africa per ottenere due seggi permanenti nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Anche il Segretario Generale, AntĂłnio Guterres, ha sottolineato l’urgenza di una riforma del Consiglio. Tuttavia, tale cambiamento appare ancora lontano, data la complessitĂ del processo e le resistenze politiche internazionali.
LA RICHIESTA DEL PRESIDENTE DELLA SIERRA LEONE
La riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU è un tema di lungo dibattito. Il 12 agosto scorso si è tenuta una riunione dell’Organo presieduta dal Presidente della Sierra Leone Julius Maada Bio. Durante l’incontro il leader africano ha ribadito ciò che il Continente domanda da tempo, ovvero una maggiore rappresentanza nel Consiglio, compresi due seggi permanenti con potere di veto. Stando alle parole di Bio, la richiesta è di due seggi permanenti e altri due seggi non permanenti, portando il numero di quelli in rappresentanza dell’Africa a cinque. L’Unione Africana sceglierĂ i membri permanenti del Continente, ha affermato poi, sottolineando comunque la proposta di abolizione del veto.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il Presidente della Sierra Leone Julius Maada Bio addresses interviene all’Assemblea Generale dell’ONU, settembre 2021
LA NECESSITĂ€ DI UNA RIFORMA
Secondo molti leader africani e del resto del mondo, il Consiglio di Sicurezza dovrebbe riflettere la realtĂ geopolitica attuale: una rappresentazione piĂą equa del mondo attuale richiederebbe una distribuzione del potere piĂą inclusiva, per rispecchiare meglio la diversitĂ e la complessitĂ globale, piuttosto che concentrare l’autoritĂ nelle mani dei soli membri permanenti con potere di veto. Il Continente ospita 54 dei 193 membri dell’ONU, con 1,3 miliardi di persone, ed è interessato dalla maggior parte delle operazioni di pace delle Nazioni Unite. Secondo il Presidente dell’Assemblea Generale ONU, Dennis Francis, il fatto che l’Africa continui a essere palesemente sottorappresentata nel Consiglio di Sicurezza è semplicemente sbagliato e non rispetta i principi di equitĂ e inclusione. Anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha affermato che la composizione attuale del Consiglio ha fallito e necessita di un’urgente riforma, che possa rispondere a un mondo che è cambiato e sta cambiando rispetto al 1945, anno di nascita delle Nazioni Unite.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU durante una seduta sulla questione israelo-palestinese, 19 settembre 2024
LA FATTIBILITĂ€ DI UNA RIFORMA
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, costituito da 15 membri, è composto da cinque membri permanenti con potere di veto – Cina, Francia, Russia, Stati Uniti e Regno Unito, – mentre i restanti dieci seggi non permanenti sono eletti dall’Assemblea Generale sulla base di una ripartizione regionale con un mandato di due anni
La riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU è stata al centro di numerose proposte che mirano a renderlo piĂą rappresentativo delle realtĂ geopolitiche attuali. Alcune di queste includono l’espansione dei membri permanenti per includere Paesi come Brasile, Germania, India o Giappone, nonchĂ© per un maggiore coinvolgimento dell’Africa. Altre idee riguardano la riduzione o limitazione del potere di veto, la creazione di seggi semi-permanenti e una riforma delle modalitĂ di elezione dei membri non permanenti. Il processo di riforma è complesso e richiede un ampio consenso globale. Per ristrutturare il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, infatti, è necessaria una modifica alla Carta delle Nazioni Unite. Questo richiede l’approvazione di almeno due terzi degli Stati membri dell’Assemblea Generale (128 su 193), inclusi tutti e cinque i membri permanenti del Consiglio, che devono sostenere la proposta senza veto. Come è evidente, una effettiva riforma sarebbe quindi estremamente difficile da ottenere a causa del potere di veto dei membri permanenti.
Fig. 2 – Il Presidente della Sierra Leone Julius Maada Bio incontra il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, 18 settembre 2022
LA VISIONE DEGLI STATI UNITI
Gli Stati Uniti hanno di recente annunciato che sosterranno l’aggiunta di due nuovi seggi permanenti per i Paesi africani nel Consiglio di Sicurezza. L’ambasciatrice USA presso le Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield ha dichiarato che, sebbene l’Africa abbia tre seggi non permanenti nel Consiglio di Sicurezza, loro conoscenze e le voci dei Paesi africani non sono valorizzate appieno. Gli Stati Uniti sostengono quindi la creazione di due seggi permanenti per l’Africa nel Consiglio, ma si oppongono a conferire loro anche il potere di veto. Da un lato, Washington riconosce che i Paesi africani devono avere un ruolo piĂą forte e contribuire ad affrontare le questioni globali. Negare loro il potere di veto, tuttavia, implica che le nuove potenze permanenti non avrebbero lo stesso peso decisionale dei membri attuali, limitando effettivamente la loro influenza. Questa contraddizione riflette il dilemma degli Stati Uniti e di altri membri permanenti, che pur essendo consapevoli dell’urgente necessitĂ di una maggiore rappresentanza, non sono disposti a cedere parti fondamentali del proprio potere. L’approccio statunitense, che accetta l’espansione del Consiglio senza redistribuire appieno l’autoritĂ , perpetua l’asimmetria del potere, sollevando dubbi sull’effettiva volontĂ di promuovere una riforma significativa e inclusiva.
Benedetta Ardizzone
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