In 3 Sorsi – Alle 5.00 del mattino dello scorso 17 settembre, il distretto capitale di Bamako, in Mali, viene svegliato da una serie di attacchi terroristici con obiettivi precisi. La città è stata colpita su tre obiettivi diversi e il numero di vittime resta ancora incerto. Jama’at Nusrat al-Islam wal Muslimin (JNIM), gruppo affiliato ad Al-Qaeda, ne ha rivendicato la responsabilità immediatamente dopo.
1. GLI ATTACCHI DI JNIM
Dagli attacchi coordinati del 17 settembre scorso, a quasi un anno di distanza dalla firma della Carta del Liptako-Gourma, nei quali sono stati colpiti tre bersagli diversi della capitale maliana, emergono dati interessanti. Gli obiettivi sono stati il quartiere di Banankabougou, il centro di addestramento della gendarmeria di Faladié e soprattutto, l’aeroporto Modibo Keita, dove, secondo le rivendicazioni di JNIM, sono stati colpiti diversi velivoli, un drone e l’hangar dell’aereo presidenziale.
In linea con la criminale filosofia di Al-Qaeda, sono stati centrati obiettivi precisi, dal notevole valore simbolico e dall’alta risonanza mediatica: un consistente gruppo di uomini ha colpito un centro di addestramento, massacrando giovani reclute – quindi il futuro della sicurezza del Paese – e l’aeroporto, portando lo stesso Mali in una situazione di isolamento estremo.Â
Gli attacchi sono stati condotti in maniera simultanea con armi da fuoco pesanti, impegnando la gendarmeria e l’esercito per circa nove lunghissime ore. Le vittime sarebbero state centinaia, ma mai confermate dal Governo ad interim di Assimi Goita. Un membro del Gruppo Wagner è rimasto gravemente ferito durante le azioni di combattimento.
Fig. 1 – Soldati maliani a guardia del palazzo presidenziale di Bamako durante un vertice del G5 Sahel, 2 luglio 2017
2. LA SITUAZIONE IN MALI
Il Mali è uno Stato in guerra civile dal 2012. La proclamazione d’indipendenza dell’Azawad, territorio a nord di Timbuctu, ha scatenato un conflitto nel Paese, conclusosi, in apparenza, nel 2013, con la vittoria dell’esercito maliano sulle forze indipendentiste. Il conflitto ha assunto poi connotazioni etniche. L’Azawad non è stato considerato piĂą un mero territorio, ma una bandiera sotto la quale erano identificate tutte le persone di lingua Tamashek. Questo allargò notevolmente la dinamica del conflitto e inaugurò una terribile stagione di terrorismo in Mali.  Â
Dati importanti sono gli obiettivi del terrorismo durante il decennio di guerra civile: se Bamako, finora, è stata parzialmente risparmiata, grazie a un efficiente lavoro d’intelligence e antiterrorismo coordinato dai servizi francesi, con l’interruzione e la conseguente cacciata delle forze francesi dal Paese del 2022 la capitale si è riscoperta vulnerabile. Obiettivi sinora del terrorismo sono state le regioni di Mopti e Gao, epicentro della guerra civile. Bamako, finora, era stata risparmiata per un lungo periodo dalla violenta mano del terrorismo, le cui azioni la sfiorarono solo nel 2022, quando militanti di Al-Qaeda avevano attaccato il distretto di Kati, situato a quindici chilometri a nord ovest della città , centro militare nevralgico del Paese. L’ultimo attacco nella capitale del Mali risale al 2015, quando militanti di Al-Mourabitoun presero in ostaggio all’hotel Radisson Blu circa 170 persone, uccidendone 20.
Fig. 2 – Il Presidente russo Vladimir Putin e il Presidente della giunta militare del Mali Assimi Goita in occasione del Summit Russia-Africa, 27 luglio 2023
3. CHE COSA ASPETTARSI
Dopo il colpo di Stato dell’attuale giunta militare nel maggio 2021, il Primo Ministro Choguel Kokalla Maiga dichiarò all’Assemblea generale delle Nazioni Unite che la fine dell’operazione Barkhane poneva il Mali di fronte all’abbandono da parte dell’alleato francese e che il Paese avrebbe intrapreso nuovi percorsi e nuove partnership per gestire la propria sicurezza. Una richiesta accolta dal Governo russo, che attraverso l’invio di armi, mercenari, paramilitari e istruttori ha radicato la propria presenza in Mali. Gli ultimi attentati di Bamako hanno però dimostrato l’insufficienza e l’inadeguatezza di questa nuova alleanza. Non solo. Le relazioni diplomatiche del Mali con i Paesi confinanti, primo fra tutti la Costa d’Avorio, e poi con la comunità internazionale risultano essere danneggiate: la condanna per la presenza di mercenari del Gruppo Wagner è stata pressocché unanime. Il Governo, dopo gli attacchi a Bamako, si è preoccupato di consolidare ulteriormente la vicinanza con Mosca e lo scorso 2 ottobre si è tenuto un summit tra il Ministro per la Sicurezza maliano Daoud Aly Mohammedine e l’ambasciatore russo Igor Gromyko. Dopo alcuni entusiasmi iniziali, quest’alleanza con la Russia sta tuttavia suscitando un malcontento generale nella popolazione maliana. Difatti il regime militare si è preoccupato solo di ampliare l’arsenale e il proprio esercito, tutte misure inefficienti contro la guerra al terrorismo. La domanda fondamentale è se la prospettiva sia proteggere la popolazione del Mali o consolidare l’attuale regime al potere.
Fabio D’Agostino
“20110718 Mali arrests alleged al-Qaeda informants | مالي: اعتقال مُخبرين للقاعدة | Le Mali arrĂŞte des informateurs d’al-Qaida” by Magharebia is licensed under CC BY