Caffè lungo – Il Segretario di Stato americano Blinken ha confermato che migliaia di soldati nordcoreani verranno dispiegati nella regione di Kursk, attualmente occupata dall’esercito ucraino. La presenza di truppe provenienti dalla Corea del Nord in Ucraina rappresenta la maggiore escalation dall’inizio del conflitto, e la reazione dei Paesi occidentali non sta aiutando.
I SOLDATI NORDCOREANI A KURSK
Circa 8mila soldati nordcoreani sono diretti verso la regione russa di Kursk a supporto di Mosca. La conferma da parte di Washington è arrivata dal Segretario di Stato americano Antony Blinken, nel corso della conferenza stampa di giovedì 31 ottobre. Scontri con l’esercito ucraino sembra inoltre si siano già verificati negli ultimi giorni, secondo quanto riportato dal Ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov. Le dichiarazioni di Blinken fanno seguito alla conferma da parte del Pentagono circa il trasferimento di soldati nordcoreani nei territori vicini al confine tra i due Paesi. Nella giornata di lunedì 28 ottobre anche il Segretario generale della NATO Mark Rutte aveva confermato le informazioni dell’intelligence di Kyiv secondo cui militari del regime nordcoreano si trovavano già nella regione russa occupata dall’Ucraina. L’ufficialità di Washington e dei vertici NATO è giunta dopo un mese di speculazioni, con la Russia che aveva finora negato le voci circa il coinvolgimento di Pyongyang nel conflitto. Il Presidente russo Vladimir Putin non ha smentito le dichiarazioni rilasciate da Blinken e Rutte, e ha affermato che le decisioni su come implementare il trattato sulla cooperazione con Pyongyang siglato a giugno rimangono una questione tra i due Paesi. Il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha invece minimizzato le parole e ha fatto riferimento al presunto invio di mercenari e istruttori militari occidentali in Ucraina che opererebbero in segreto nelle aree di guerra. Stati Uniti ed Europa hanno condannato quello che è stata definito un pericoloso allargamento del conflitto, sottolineando allo stesso tempo che si tratta di un segno della crescente disperazione di Putin.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Un cittadino sudcoreano legge su un giornale pubblico le notizie relative al dispiegamento di truppe nordcoreane in Russia, 21 ottobre 2024
IL COINVOLGIMENTO DELLA COREA DEL SUD E L’ASSE KYIV-SEOUL
Le voci sulla presenza di ufficiali militari nordcoreani in Ucraina hanno iniziato a circolare all’inizio del mese scorso a partire dai canali Telegram russi, quando un account anonimo dal nome Кремлевская табакерка, traducibile con “I segreti del Cremlino”, ha pubblicato il post di un attacco missilistico ucraino contro un centro di addestramento nella regione occupata di Donetsk. Citando fonti vicine al Ministero della Difesa russo, il post ha confermato la morte di venti soldati, di cui sei di nazionalità nordcoreana, sostenendo inoltre che altri tre sono stati trasportati a Mosca per cure mediche. I servizi di intelligence ucraini e sudcoreani sono stati i primi a commentare la notizia, affermando che l’invio di soldati da parte del regime di Kim Jong-un non fosse da escludere. La notizia apparsa sul canale Telegram è stata inizialmente rilanciata dal Kyiv Post e ricondivisa dall’agenzia di stampa Yonhap, per poi essere ripubblicata dal The Guardian. La presenza di soldati nordcoreani sul suolo europeo rappresenta uno scenario storicamente inedito. Dopo oltre un secolo, inoltre, è la prima volta che la Russia invita forze straniere sul proprio suolo, fatto che a sua volta ha determinato il coinvolgimento della penisola coreana nelle questioni europee come mai era successo prima. La cooperazione tra Russia e Corea del Nord rappresenta ad oggi la maggiore fonte di preoccupazione per Seoul. Alla luce dei recenti sviluppi, quest’ultima non ha escluso l’ipotesi di rifornire direttamente Kyiv di materiale bellico, un’idea che ha inizialmente incontrato resistenza per via della politica del Paese di non inviare armi nelle zone di conflitto, ma che si sta facendo sempre più concreta. Nel frattempo una delegazione del Governo sudcoreano composta da ufficiali dell’intelligence e militari ha fatto visita a Kyiv per segnalare il proprio supporto e discutere di cooperazione, con Seoul che sta prendendo in considerazione l’idea di inviare una squadra di osservatori per monitorare le truppe nordcoreane in Ucraina.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Un momento del dibattito al Consiglio di Sicurezza dell’ONU sul coinvolgimento militare nordcoreano nel conflitto russo-ucraino, 30 ottobre 2024
LA REAZIONE DELL’OCCIDENTE CONTRIBUISCE INVOLONTARIAMENTE ALL’ESCALATION
Le dichiarazioni di Zelensky in merito alla conferma del dispiegamento di soldati nordcoreani nella regione di Kursk non hanno nascosto la frustrazione verso la tiepida risposta dei Paesi occidentali, definita dal Presidente ucraino “nulla”. Dall’inizio del conflitto, Kyiv ha tentato di instillare un senso di urgenza nei propri alleati senza particolare successo, mettendo in guardia dal fatto che la mancanza di una reazione decisa stia contribuendo a rendere Putin più spavaldo e consapevole della propria impunità. In questo caso, ha affermato Zelensky, anche Putin sta testando le reazioni dei Paesi sulla scena globale. Come ha fatto notare Peter Dickinson, analista presso l’Atlantic Council, la risposta dell’Occidente all’occupazione della Crimea nel 2014 è stata dettata dalla paura di un conflitto con la Russia. L’imposizione di sanzioni modeste ha convinto il leader del Cremlino di poter andare oltre, preparando il terreno per i successivi otto anni di guerra nelle regioni orientali dell’Ucraina e l’invasione su larga scala nel 2022. Lo stesso scenario si sta ripetendo ora con il coinvolgimento della Corea del Nord nella guerra. Se i Paesi dell’Europa orientale comprendono la frustrazione di Kyiv, gli alleati più a occidente del continente e oltreoceano insistono nell’evitare qualsiasi azione che possa essere utilizzata dalla Russia per giustificare un’escalation del conflitto, senza realizzare che l’eccessiva precauzione sta portando allo stesso risultato. Stati Uniti ed Europa hanno sì condannato Mosca e Pyongyang, tuttavia, si sono astenuti dall’imporre alcun costo concreto. Senza un cambio di approccio, la convinzione di Mosca di poter perseguire la propria politica espansionistica senza gravi conseguenze ne uscirà rafforzata, preparando le condizioni per un conflitto di proporzioni ancora maggiori, che è esattamente ciò che gli alleati occidentali vorrebbero evitare.
Lorenzo Asquini
Photo by LukasJohnns is licensed under CC BY-NC-SA