In 3 sorsi – Il vertice BRICS 2025 a Rio ha segnato un momento storico per l’assenza fisica di Xi Jinping e Vladimir Putin. Xi ha declinato per motivi ufficiali di agenda, ma la scelta è letta come segnale politico. Putin è intervenuto da remoto per evitare rischi legati al mandato d’arresto internazionale. Il summit ha comunque prodotto una dichiarazione congiunta su temi globali. Tuttavia, ha evidenziato tensioni interne e un equilibrio di potere in evoluzione.
1. LE ASSENZA DI XI E PUTIN: MOTIVAZIONI E IMPLICAZIONI
Per la prima volta dal 2013 Xi Jinping non ha partecipato fisicamente al vertice, affidando la rappresentanza del proprio Paese al Primo Ministro Li Qiang. Pechino ha parlato di “conflitti di agenda”, ma fonti diplomatiche suggeriscono un disappunto per il trattamento riservato a Modi, ospite d’onore alla cena di Stato, e potenziali divergenze sullo slancio brasiliano verso la riforma delle Istituzioni internazionali. Putin, invece, non è volato in Brasile a causa di un mandato di arresto dell’ICC legato alla guerra in Ucraina: partecipare di persona avrebbe esposto Lula a obblighi giuridici che il Governo brasiliano non avrebbe potuto ignorare. Il risultato è stato un summit privo delle presenze di spicco di due dei membri fondatori, con l’attenuazione del peso sino-russo sulla scena interna.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il Presidente brasiliano Lula parla durante la conferenza stampa del vertice BRICS di Rio, 7 luglio 2025
2. BRICS IN TRANSIZIONE: DIVISIONI E DIVERGENZE INTERNE
L’assenza congiunta dei due leader ha lasciato maggiore spazio a Lula e Modi, che hanno assunto un ruolo più centrale nel plasmare l’agenda. Lula ha posto l’accento sulla riforma della governance globale e altri temi come la lotta al cambiamento climatico, il commercio in valuta locale e la cooperazione sanitaria. Da parte sua, Modi ha promosso le infrastrutture digitali indiane e la solidarietà sud-sud. Il vertice ha ratificato la volontà di istituire un segretariato permanente e un Green Fund per la lotta climatica, evidenziando una transizione verso un’organizzazione più istituzionalizzata. Tuttavia, l’espansione recente (con l’ingresso di Paesi come Iran, EAU, Egitto, Indonesia) ha complicato il raggiungimento di consensi, acuendo le divergenze su posizioni riguardo a conflitti globali e ambizioni monetarie.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Foto di gruppo dei partecipanti del summit di Rio, 7 luglio 2025
3. CONTENUTI DEL VERTICE E PROSPETTIVE FUTURE
Il summit ha approvato una dichiarazione finale in 126 punti, in cui sono stati condannati l’aumento dei dazi (con un riferimento implicito alle politiche USA) e gli attacchi all’Iran, senza però nominare esplicitamente Trump o Israele. I BRICS hanno riaffermato la richiesta di riforma delle maggiori Istituzioni mondiali, a trazione prevalentemente occidentale, come la Banca Mondiale, l’FMI e infine l’ONU, includendo l’idea di de-dollarizzazione attraverso l’uso di valute nazionali nei commerci interni. Il tema climatico è stato centrale: Lula ha annunciato la proposta di un fondo per il clima da presentare alla COP30, con il sostegno del blocco. L’assenza di Xi e Putin ha rallentato le discussioni su iniziative politicamente sensibili come la valuta comune BRICS o un’infrastruttura finanziaria alternativa, lasciando irrisolti i nodi principali che riguardano il futuro del gruppo.
Emanuele Franzoni
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