In 3 sorsi – Negli ultimi dodici mesi, il mandato del Presidente indonesiano Prabowo Subianto è stato segnato da turbolenze sul piano interno e da un nuovo attivismo internazionale.
1. PRABOWO TRA LUCI E OMBRE
Il 20 ottobre 2024 si insediava in Indonesia il Presidente Prabowo Subianto, vincitore delle elezioni con quasi il 60% dei voti. In campagna elettorale aveva promesso di combattere la corruzione e accrescere l’autosufficienza del Paese tramite riforme economiche e rafforzamento delle industrie nazionali, ricevendo l’endorsement del predecessore Joko Widodo.
Sulla vittoria di Prabowo gravava il passato di ex generale delle forze speciali Kopassus dell’esercito, che, durante la dittatura di Suharto, si sarebbero rese colpevoli di violazioni dei diritti umani. Lo stesso Prabowo, che ha smentito un suo coinvolgimento, è stato bandito per anni dagli USA in virtù di queste accuse.
Il timore che con l’ascesa al potere di Prabowo esista il rischio di un nuovo militarismo sembra trovare fondamento nella legge approvata in Parlamento a marzo, che permette ai militari di accedere a un numero più elevato di incarichi nel Governo civile. Ciò riproporrebbe la dwifungsi, la duplice funzione militare e civile dell’esercito sotto Suharto.
Fig. 1 – Il Presidente indonesiano Prabowo Subianto insieme a Trump durante il recente summit internazionale in Egitto su Gaza, 13 ottobre 2025
2. ULTIMI SVILUPPI SUL FRONTE INTERNO
Altro aspetto preoccupante è la crescente violenza delle forze di sicurezza. Durante le proteste esplose ad agosto, dovute all’aumento delle indennità ai parlamentari, superiori di venti volte al reddito medio nel Paese, si è registrato un eccessivo uso della forza da parte dei militari che ha causato la morte di diversi manifestanti e il ferimento di decine di altri.
In risposta agli eventi, Prabowo ha revocato le indennità , ordinato indagini sulla violenza delle forze di sicurezza e operato un rimpasto di Governo, poiché le ragioni delle manifestazioni includevano l’insofferenza per le misure dell’esecutivo, come la fornitura di pasti gratuiti a milioni di persone, il cui finanziamento ha generato tagli al bilancio senza portare i benefìci attesi.
In campagna elettorale Prabowo aveva espresso l’ambizione di una crescita annua del PIL all’8%. Tuttavia, le stime per il 2025 vedrebbero il PIL raggiungere a stento il 5%. Il rallentamento andrebbe addebitato, tra l’altro, all’effetto dei dazi USA al 19% – inferiori al 32% iniziale, ma sempre piĂą alta del previsto.
D’altro canto si assiste alla progressiva perdita di potere d’acquisto dei cittadini indonesiani, con una stagnazione del consumo interno. A settembre l’inflazione è salita al 2,65%, il livello è il più elevato dal maggio 2024, benché contenuto. Le falle nell’economia e la complessa congiuntura internazionale potrebbero minare i propositi di Prabowo.
Fig. 2 – Prabowo parla all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 22 settembre 2025
3. PROIEZIONE INTERNAZIONALE DEL PAESE
A fronte di difficoltà sul piano interno, la situazione sembra migliore in politica estera, con un più marcato impegno globale di Giacarta. Sul piano regionale, Prabowo ha dimostrato di voler far valere il ruolo dell’Indonesia di prima potenza del Sud-est asiatico e rafforzare i rapporti con altri membri ASEAN, soprattutto la Malaysia. In un anno, Prabowo si è recato quattro volte nel Paese vicino, ospitando a sua volta il premier malese Anwar Ibrahim.
L’Indonesia deve anche far fronte alla competizione sino-statunitense nell’Indo-Pacifico: l’obiettivo di una equidistanza tra potenze è stato enfatizzato dalla visita di Prabowo nei due Paesi dopo l’insediamento. La Cina è il primo partner economico e commerciale dell’Indonesia, con gli scambi nel 2025 stimati in 160 miliardi di dollari. Tuttavia, Giacarta è attenta a evitare un’eccessiva dipendenza da Pechino, diversificando le relazioni con altri soggetti.
Inoltre, la situazione nel Mar Cinese Meridionale fa sentire il suo peso: l’Indonesia, pur senza dispute formali con Pechino, ha affrontato intrusioni cinesi nella propria ZEE. Prabowo ha attuato una tattica di ambiguità costruttiva: mentre il Governo indonesiano non riconosce le rivendicazioni cinesi, l’anno scorso Giacarta e Pechino hanno siglato un accordo per lo sfruttamento congiunto delle risorse nelle acque contese.
Gli USA sono un partner cruciale per l’Indonesia in difesa e sicurezza, con esercitazioni congiunte e acquisto di armi (quest’anno Washington è stata seconda fornitrice di Giacarta). Ma sui rapporti pesano i dazi, in vista della cui riduzione l’Indonesia ha offerto ampie concessioni, con esito peggiore delle aspettative. Prabowo ha anche coltivato i legami con Russia, India e UE, con la quale è stato concluso un accordo di libero scambio per mitigare l’effetto dei dazi statunitensi sul commercio globale.
L’Indonesia ha scelto di essere presente anche nello scenario mediorientale, con Prabowo unico leader del Sud-est asiatico invitato alla firma della tregua tra Israele e Hamas in Egitto. Sul conflitto a Gaza, pur su posizioni filopalestinesi, il Presidente indonesiano ha aperto al riconoscimento di Israele, purché questo riconosca la Palestina, e ha ammesso l’importanza della sicurezza israeliana.
A 70 anni dalla Conferenza di Bandung, culla del movimento dei Paesi non allineati, la politica estera indonesiana è più che mai improntata al multi-allineamento. Tuttavia, non mancano criticità , in quanto un’apertura così vasta cela il rischio di perdere credibilità se non supportata da una strategia strutturata e coerente.
Simone Frusciante
“Foreign Secretary David Lammy visits Indonesia” by Foreign, Commonwealth & Development Office is licensed under CC BY


