Ristretto – Le recenti elezioni hanno definito la comunista Jara e il candidato di estrema destra Kast come i candidati che si sfideranno per la presidenza cilena. Il risultato rappresenta un duro colpo per il Governo Boric, che non è riuscito a trasferire consenso alla propria candidata.Â
Domenica 16 novembre i cileni hanno scelto i due candidati che si sfideranno al ballottaggio del 14 dicembre per la carica di Presidente: la comunista Jeannette Jara, che ha ottenuto il 26,9%, e il leader dell’ultradestra JosĂ© Antonio Kast, con il 23,92%. Al terzo posto si è classificato Franco Parisi del Partido de la Gente (19,7%), il cui sostegno sarĂ determinante per Jara. La candidata considerata favorita, Evelyn Matthei, ha invece subito una pesante sconfitta, ottenendo il 12,5%. La Matthei ha giĂ annunciato il proprio appoggio a Kast. Nella stessa giornata si sono svolte anche le elezioni parlamentari, che hanno consegnato al Congresso una maggioranza alla destra. Il Partido Repubblicano di Kast, insieme ai socialcristiani e ai libertari, ha conquistato 42 deputati, mentre la coalizione di centrodestra ne ha ottenuti 34, assicurandosi così il controllo della Camera. Al Senato, le stesse forze hanno ottenuto 27 dei 50 seggi. La coalizione di Jara, Unidad por Chile, ha raggiunto invece 61 deputati e 20 senatori. Il processo elettorale è stato caratterizzato da un’alta affluenza alle urne (85,3%), un dato prevedibile considerando che in Cile il voto è obbligatorio. La campagna è stata dominata dai temi della criminalitĂ e dell’immigrazione, in un contesto segnato dall’aumento della violenza e dell’attivitĂ del crimine organizzato. Secondo gli analisti, il risultato rappresenta un chiaro segnale negativo per il Governo di Gabriel Boric: il suo schieramento non è riuscita a trasferire il proprio sostegno a Jara, nĂ© a mantenere i risultati nelle legislative. Pur restando competitiva, la coalizione mostra una forza piĂą limitata e una crescente frammentazione. Jara arriva in testa al primo turno, ma sotto il livello di appoggio atteso dal Governo, mentre Boric affronta gli ultimi mesi del mandato con margini politici piĂą ristretti. Non resta dunque che attendere il verdetto di dicembre, quando il Cile sarĂ chiamato a scegliere tra due progetti politici diametralmente opposti.
Maria Elena Rota Nodari
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