In 3 Sorsi – Negli ultimi tempi si è iniziato a parlare, con sempre maggior insistenza, dell’esistenza di discorsi ai livelli apicali di Israele circa il riconoscimento del Somaliland. La ricerca di una svolta nello scontro con gli Houthi ne è una delle ragioni centrali, ma non l’unica.
1. LA CAMPAGNA DEL SOMALILAND PER IL RICONOSCIMENTO
Il Somaliland è impegnato da decenni in un’intensa attivitĂ diplomatica volta adottenere il riconoscimento della propria indipendenza da parte della comunitĂ internazionale. La realtĂ del Corno d’Africa, che si autogoverna dal 1991 dopo aver deposto il regime militare del generale somalo Siad Barre, punta sul livello di democrazia raggiunto e su un maggior livello di sicurezza percepita ed effettiva – rispetto alla Somalia – per convincere gli attori internazionali a coltivare relazioni mutualmente benefiche in assenza di un clima sfavorevole agli investimenti.
Ad aver abbracciato la causa, finora, è stata soprattutto Taiwan, che ha aperto un ufficio diplomatico ad Hargeisa nel 2020 sulla base di una comunanza di valori e interessi sfociata nell’approfondimento dei rapporti in sempre piĂą Ă mbiti (energia, rafforzamento delle istituzioni democratiche, sanitĂ , sicurezza, polizia).
Taipei, per il Somaliland, è sia un alleato avente la medesima visione del mondo, sia un potenziale veicolo per rafforzare i rapporti – ancora informali – con gli Stati Uniti, il cui Presidente Donald Trump ha ammesso pubblicamente di “star lavorando sul tema del riconoscimento (del Somaliland, n.d.r.)”.
Fig. 1 – Il Presidente Abdullahi Irro parla al Paese nel 2024, Somaliland
2. SVOLTA VICINA? ISRAELE RIFLETTE SUL RICONOSCIMENTO DEL SOMALILAND
Oltre agli Stati Uniti, in un altro Paese si sta producendo una seria riflessione a proposito del rafforzamento dei rapporti con il Somaliland – in vista di un potenziale riconoscimento formale dell’entitĂ presente nel Corno d’Africa. Lo Stato in questione è Israele, il cui ragionamento concerne interessi di natura strategica che vedono nello scontro con gli Houthi il proprio nucleo centrale. Affacciandosi sul Golfo di Aden, di fronte allo Yemen, il Somaliland viene visto da Tel Aviv come in grado di offrire un potenziale avamposto strategico per colpire in maniera piĂą efficace quello che sta diventando uno dei rivali piĂą “qualificati” dello Stato israeliano in Medioriente.
Interessanti sono, in questo senso, le osservazioni contenute nel rapporto pubblicato dall’INSS israeliano (Istituto Nazionale per gli Studi sulla Sicurezza) a proposito dell’opportunitĂ di predisporre un approccio “multi-livello” definito sul modello della partnership con gli Emirati Arabi Uniti prima del mutuo riconoscimento. Nel report si osserva come i contatti tra le parti si siano intensificati negli ultimi anni, producendo incontri – non resi pubblici – volti a un maggior coordinamento delle rispettive intelligence in materia di lotta anti-terrorismo. La situazione attuale è quella dell’assenza di ragionamenti avanzati per il mutuo riconoscimento, ma la variabile statunitense potrebbe alterare significativamente i termini del discorso.
Fig. 2 – Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu incontra il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance presso l’Ufficio del Primo Ministro, 22 ottobre 2025, Gerusalemme, Israele.
3. LE ASPETTATIVE DEL SOMALILAND E IL RUOLO CHIAVE DEGLI USA
In questo scenario, il Somaliland prosegue nella propria agenda volta all’ottenimento del riconoscimento da parte della comunitĂ internazionale. Il cambiamento auspicato, secondo la visione del Governo guidato dal moderato Abdullahi Irro, non può che passare dall’assunzione di una postura diversa da parte dell’Amministrazione Trump. La convinzione, comune al mondo politico in Somaliland, è infatti quella di un ruolo di Washington come cardine della legittimazione internazionale di Hargeisa, di centro nevralgico della partita diplomatica giocata sul punto. Ne consegue la predisposizione di una strategia volta a persuadere il Presidente Trump dell’opportunitĂ di procedere all’agognato riconoscimento. Una strategia che trova una sua manifestazione emblematica nella proposta, proveniente dal Presidente Irro, agli USA di riconoscere il Somaliland in cambio di due benefici di importanza rilevante per Washington: accesso militare al territorio del Somaliland e fornitura di risorse strategiche – si pensi al litio, – di cui la regione è ricca.
In piena aderenza al proprio orizzonte di riferimento, con l’idea dell’investimento non rischioso che prevale su quella fondata sull’assistenzialismo, il Presidente statunitense sta riflettendo realmente su quest’ipotesi. Con una svolta che potrebbe determinare un effetto a catena tale da coinvolgere, inevitabilmente, anche la postura di Israele sul punto.
Michele Maresca
“For an Independent Democratic Somaliland” by alisdare1 is licensed under CC BY-SA


