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Gli Occhi nel Jihad: 16 – 30 aprile

Miscela Dark – Gli avvenimenti principali riguardanti la galassia jihadista in queste due settimane.

AFGHANISTAN

SRI LANKA
Fig. 1 – Gli 8 militanti di NTJ in un’immagine pubblicata da Amaq News, che rivendicano il legame con il Califfato

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO
  • Lo Stato Islamico ha rivendicato il suo primo attacco nella Repubblica Democratica del Congo, colpendo un’area già devastata da violenze, scontri e dall’epidemia del virus ebola. L’assalto è avvenuto nella provincia del Kivu Nord, a Bovata, vicino alla città di Beni, contro una caserma dell’esercito congolese, e ha causato la morte di otto soldati. L’attacco è stato attribuito alle Forze Democratiche Alleate (ADF), una milizia islamista ribelle che combatte da due decenni sia i Governi congolesi che quelli ugandesi. L’ADF negli ultimi anni si è avvicinato molto all’ideologia dello Stato Islamico, modificando anche il nome del gruppo in Madinat al Tawhid wal Muwahedeen (MTM), “La città del monoteismo e dei guerrieri sacri”. In un raid militare condotto dall’esercito congolese in un campo dell’ADF/MTM nel febbraio 2018, nei città di Beni, furono rinvenuti una notevole quantità di materiali e libri pubblicati dallo Stato Islamico.
Fig. 2 – Militanti di ADF/MTM

IRAQ

BAHREIN
  • Le Autorità della Direzione Generale di Investigazione Criminale del Bahrein hanno fatto imprigionare 138 persone, revocando loro la cittadinanza, per aver tentato di formare un gruppo terroristico con legami con le Guardie rivoluzionarie iraniane. Delle 138 persone arrestate, 69 hanno ricevuto ergastoli per attività connesse al terrorismo. Secondo il rapporto della Direzione Generale avevano tentato di formare una cellula terroristica all’interno del Regno con l’infiltrazione di elementi delle Guardie rivoluzionarie iraniane, che avrebbe fornito supporto logistico al gruppo che avrebbe avuto il nome di Bahrein Hezbollah.

NIGERIA

TUNISIA
Fig. 3 – Militanti del KUBN.

SOMALIA

  • Le forze del comando africano degli Stati (AFRICOM) hanno compiuto un raid aereo nell’area di Xiriiro, un villaggio nel nord del Puntland, regione semi-indipendente della Somalia settentrionale, uccidendo Abdulhakim Dhuqub, un importante membro dello Stato Islamico in Somalia (ISS). Dhuqub era responsabile delle operazioni terroristiche del gruppo, progettava attacchi e otteneva risorse.

ITALIA
  • La Digos ha arrestato 2 uomini che si erano radicalizzati all’Islam e si preparavano per combattere per lo Stato Islamico. I due uomini secondo fonti della Polizia italiana, «si sono addestrati per mesi per compiere attentati terroristici, allenandosi all’uso delle armi, al sabotaggio dei servizi pubblici essenziali e per raggiungere una preparazione fisica e militare idonea a combattere a fianco dei miliziani dell’ISIS. […] Sono accusati, a vario titolo di reati di istigazione a delinquere. In particolare divulgavano attraverso i social network materiale dell’estremismo jihadista e soprattutto dello Stato Islamico, […] istruzioni, mappe, vessilli, testi di discorsi estremisti con il simbolo dell’ISIS, foto e video con scene e canti di guerra, immagini di guerriglieri, video di esplosioni e di combattimenti. Sulla Rete i due studiavano anche tecniche di guerriglia e scaricavano notizie su come compiere azioni kamikaze». Gli investigatori hanno identificato il sospettato italiano, il venticinquenne Giuseppe Frittatta, dai suoi post sui social media che includevano propaganda estremista e foto di se stesso che impugna un coltello reclamando «la morte di tutti gli occidentali». Il diciottenne marocchino, Ossama Gafhir, è accusato, invece, di aver condotto Frittatta verso l’estremismo.

PAKISTAN
  • Le forze di polizia e quelle di controterrorismo pakistane hanno condotto un’incursione in un nascondiglio di militanti jihadisti nella città nord-occidentale di Peshawar. Dopo aver circondato la casa dove essi si trovavano, in piena notte, hanno chiesto ai militanti di arrendersi. I jihadisti hanno invece aperto il fuoco contro le forze di sicurezza, innescando una sparatoria di 15 ore in cui un agente di polizia e cinque militanti sono stati uccisi. 

SIRIA

IRAQ
  • Un ufficiale dell’intelligence irachena ha affermato in un’intervista in cui è voluto restare anonimo con Iraqi News che il leader dello Stato Islamico Abu Bakr al-Baghdadi ha cercato di tornare in Iraq: «Al-Baghdadi ha cercato di entrare in Iraq per settimane, ma non poteva a causa delle rigide misure di sicurezza applicate al confine iracheno-siriano, […] si nasconde attualmente a Jabal Abu Rajmin, nella città siriana di Palmira, sostenuta da alcuni stretti aiuti, per lo più di nazionalità saudita, tunisina e irachena». Al-Baghdadi è apparso nuovamente in video qualche giorno fa dopo cinque anni di assenza.

BURKINA FASO

ARABIA SAUDITA

MALI

CAMERUN


JIHADIMEDIA
Fig. 4 – La rivendicazione della prima operazione del’IS in Congo, con la proclamazione della nuova provincia
  • Islamic State (IS): per la prima volta dopo quasi cinque anni è riapparso in un video di circa 18 minuti il leader dello Stato Islamico. L’ultimo video risaliva agli inizi del luglio 2014. Al-Baghdadi nel video è seduto e parla con tre dei suoi uomini, che hanno il volto coperto, riferendosi specificamente agli eventi attuali, inclusa la perdita di Baghouz e gli attacchi nello Sri Lanka. Nel video, inoltre, loda anche Abu Walid al-Sahrawi, il leader della branca dello Stato Islamico nel Sahara, e incentiva i suoi uomini a portare a termine operazioni in Africa, in primis Mali e Burkina Faso.
Fig. 5 – Il leader dello Stato Islamico al-Baghdadi nella sua recente apparizione
  • Ansar Ghazwat-ul-Hind: il gruppo terroristico islamista vicino ad al-Qā’ida che opera nella regione del Kashmir, ha rilasciato, tramite i media del gruppo Al-Hurr, un messaggio audio di circa 15 minuti del suo comandante, Zakir Musa. Musa ha illustrato gli obiettivi del gruppo nel Kashmir, focalizzati sull’attuazione della Shari’a attraverso il terrore. Ansar Ghazwat-ul-Hind non ha pubblicamente giurato fedeltà ad al-Qā’ida o ai suoi leader, ma numerose prove suggeriscono che il gruppo è strettamente legato alle operazioni di al-Qāʿida nel Subcontinente Indiano (AQIS).
Fig. 6 – L’immagine allegata al messaggio audio di Zakir Musa

Daniele Garofalo

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Daniele Garofalo
Daniele Garofalohttps://independent.academia.edu/DanieleDaniele13

Sono nato a Salerno nel 1988. La storia, la geografia, la politica e i viaggi, sono da sempre le mie grandi passioni. Sono ricercatore e analista del Terrorismo Islamista e di Geopolitica. Ho collaborato con la rivista digitale Geopolitical Report dell’ASRIE, l’“Association of Studies, Research and Internationalization in Eurasia and Africa”, con il centro studi Geopolitica.info e con Notizie Geopolitiche.net. Collaboro con Babilon news & magazine e da maggio 2018 con il Desk Asia del Caffè Geopolitico. Per il Caffè Geopolitico mi sono occupato di monitoraggio del jihadismo globale con la newsletter “Gli Occhi nel Jihad“.

Sono Analista del terrorismo per il Centro Studi e ricerca Analytica for Intelligene and Security Studies.

Ad Aprile 2020 è stato pubblicato il mio primo libro: “Medio Oriente Insanguinato”(Enigma Edizioni), un’analisi geopolitica del contesto mediorientale e del terrorismo islamista.

Mi occupo principalmente della ricerca, studio e analisi del terrorismo islamista, dell’area mediorientale e saheliana, dell’Asia Centromeridionale.

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