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2019, l’anno della svolta nelle politiche di salute globale?

ANALISI – Il 2019 sarà l’anno in cui inizieranno, o arriveranno a compimento, diversi processi con la potenzialità di cambiare profondamente le politiche e gli accordi internazionali che regolano la salute pubblica. Analizziamo tre snodi principali che sono avvenuti, o avverranno, durante l’anno in corso.  

LA ROAD MAP PER LA COPERTURA SANITARIA UNIVERSALE

Il 23 settembre, a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, i capi di Stato e di Governo si riuniranno per un High-Level Meeting sulla Copertura Sanitaria Universale (Universal Health Coverage), dopo mesi di preparazione portati avanti dall’ONU.
I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ci dicono che metà della popolazione mondiale può contare solo sul 5% della spesa sanitaria globale, mentre appena 9 dei 49 Paesi a basso reddito possono garantire ai propri cittadini servizi sanitari essenziali. Se infatti i Paesi ad alto reddito spendono circa 270 dollari pro-capite per la salute dei propri cittadini, quelli più poveri non arrivano a 20, lasciando milioni di persone senza alcuna copertura sanitaria.
Questi dati sono un campanello d’allarme per le speranze mondiali di raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), che prevedono la copertura sanitaria globale minima per tutti. A poco più di dieci anni dallo scadere dell’Agenda 2030, le Nazioni Unite hanno deciso di mettere il tema al centro del dibattito di quest’anno e provare a mobilitare i cittadini a chiedere ai loro Governi di investire adeguatamente sui servizi sanitari.

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Fig. 1 – L’edizione 2017 del Forum sulla Global Health Coverage

IL PIANO DI AZIONE (GLOBAL ACTION PLAN) DELLE AGENZIE SPECIALIZZATE DELLE NAZIONI UNITE

Il piano sulla Copertura Sanitaria Globale non è l’unica iniziativa da menzionare. A ottobre 2018, su impulso dei Governi di Germania, Norvegia e Ghana, 12 delle principali agenzie specializzate delle Nazioni Unite, inclusa l’OMS, la Banca Mondiale e l’Unicef, hanno concordato una road map per la pubblicazione di un Piano di Azione Globale per massimizzare le convergenze e favorire l’efficienza della loro azione. Riconoscendo la grande distanza da colmare per raggiungere l’ambizioso obiettivo di sviluppo (SDG3) sulla salute, queste Organizzazioni hanno identificato 7 principali tematiche su cui accelerare (non a caso chiamate “accelerators”) il proprio impegno unitario. Le sette tematiche coprono macroaeree come il sistema di finanziamento per la salute o argomenti più tecnici come la ricerca per favorire l’innovazione e la produzione di nuovi farmaci, e hanno come filo rosso la necessità di semplificare la macchina burocratica internazionale per essere più rapidi e attrezzati a supportare i Governi e la popolazione.
Dopo una prima fase di elaborazione dei contenuti, in cui le diverse Agenzie si sono occupate degli argomenti a loro più congeniali (con una supervisione generale dell’OMS), si è aperto un periodo di consultazione pubblica, chiuso a inizio luglio, per favorire la partecipazione della società civile e dei Governi al processo. Il piano verrà finalizzato nelle prossime settimane e presentato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a settembre. L’efficacia e l’impatto del piano andranno di pari passo con la volontà politica, non solo delle Agenzie, ma di tutta la comunità internazionale, di cambiare finalmente un sistema che non sembra più “fit for purpose” nell’affrontare tematiche complesse, basti pensare alla difficoltà dell’OMS nel contrastare la nuova crisi dell’ebola nella Repubblica Democratica del Congo.

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Fig. 2 – Nella Repubblica Democratica del Congo è tornata alta l’attenzione di recente per nuovi casi di ebola

TRASPARENZA PER FAVORIRE L’ACCESSO ALLE MEDICINE

Non si può dire che il 2019 sia stato fin qua un anno di successi internazionali per il Governo italiano. Tuttavia un’iniziativa lodevole, in questo caso da parte della Ministra della Salute Giulia Grillo, va sicuramente sottolineata. È infatti merito del Governo italiano se, nel maggio scorso, l’Assemblea mondiale della sanità o AMS (in inglese World Health Assembly o WHA), organo legislativo supremo dell’OMS, ha discusso e infine approvato, seppure in una versione molto annacquata rispetto ai piani iniziali, un’importante risoluzione sulla trasparenza dei prezzi dei medicinali.
Il tema dell’accesso alle medicine esplose negli anni Ottanta, quando iniziarono a comparire i primi antiretrovirali per il trattamento dell’AIDS a prezzi inaccessibili per il pubblico, lasciando una grande fetta di malati senza possibilità di procurarsi i farmaci. I prezzi sono influenzati dall’Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale, detto Trips, adottato dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) nel 1994. Secondo l’accordo le case farmaceutiche possono proteggere i brevetti delle nuove medicine per 20 anni, così da poter recuperare in questo lasso di tempo le spese di ricerca e sviluppo (ma anche per generare profitti spesso ingenti), prima che i farmaci siano prodotti a livello generico, abbassandone i prezzi, e quindi i guadagni, in maniera sostanziale. Il problema della quantificazione delle spese di ricerca e sviluppo (e in generale sulle spese di produzione dei farmaci), è sempre stato un tema su cui le case farmaceutiche e diversi Governi e organizzazioni della società civile hanno faticato a trovare un accordo. La risoluzione italiana ha provato a ovviare a questo problema, promuovendo una maggiore trasparenza nel divulgare le spese incorse dalle case farmaceutiche nel produrre un brevetto, così da fissare prezzi equi. La risoluzione, pur se osteggiata da Paesi come la Germania e la Gran Bretagna, ha il potenziale di abbassare notevolmente i prezzi dei farmaci e beneficiare i pazienti, anche se i risultati non saranno immediati.

UN ANNO IMPORTANTE

Come abbiamo visto, queste differenti iniziative hanno potenzialamente un impatto importante sulla salute pubblica e sulle politiche globali. La sensazione prevalente è che la comunità internazionale si sia resa conto della necessità di invertire la rotta per allineare le politiche alle ambizioni dell’Agenda 2030.
Come per tutti i processi globali, anche questi avranno bisogno di tempo e volontà politica per arrivare a compimento, ma rimane significativo notare come gran parte degli sforzi delle Nazioni Unite quest’anno siano stati indirizzati verso la sanità, segno che la strada da fare è tanta e il tempo poco.

Lorenzo De Santis

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Lorenzo De Santis

Appassionato da sempre in tematiche internazionali e di cooperazione allo sviluppo, mi sono laureato in relazioni internazionali nel 2014 con una tesi sugli accordi multilaterali sulla lotta ai i cambiamenti climatici. Ho lavorato presso il Dipartimento britannico della cooperazione internazionale (DFID) e con il think tank Overseas Development Institute (ODI) a Londra, dove risiedo tuttora.

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