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Per un commercio libero ed equo: ecco l’agenda della nuova Commissione Europea

In 3 sorsi Dopo che dal dicembre del 2019 l’Organo di Appello per la risoluzione delle controversie dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) ha smesso di funzionare, il nuovo Commissario Europeo per il Commercio, Phil Hogan, ha deciso di implementare ulteriori contromisure per la protezione degli accordi commerciali che l’Unione Europea stringe con Paesi terzi. I meccanismi sono delineati nel programma politico della Commissione Europea 2019-2024.

1. IL VETO DEGLI USA ALLE NOMINE DEI GIUDICI DELL’OMC

Da dicembre 2019 l’organo di risoluzione delle controversie tra Stati membri dell’Organizzazione Internazionale del Commercio (OMC), denominato in inglese Appellate Body, atto a far rispettare gli accordi commerciali, consterà di un solo giudice rispetto ai sette iniziali. Il veto alle nomine dei giudici è stato causato dagli Stati Uniti di Trump, il quale critica l’OMC per non agire nei confronti della Cina e delle sue politiche commerciali, considerate scorrette da parte del Presidente statunitense. Le norme per il rispetto degli accordi commerciali, che gli Stati membri dell’OMC stringono tra loro, potrebbero risultarne gravemente danneggiate, dato che l’organo atto a farle rispettare smetterebbe de facto di funzionare. L’Organo di Appello necessita di almeno tre membri per poter esaminare le controversie e, dunque, con un solo membro non sarebbe capace di esaminarle in toto e le lascerebbe cadere nel vuoto. Ciò ha causato molte preoccupazioni in seno alla stessa Unione Europea, che si avvale proprio dell’OMC per far rispettare le norme degli accordi che essa stessa stringe con Paesi terzi. Preoccupazioni espresse anche dal nuovo Commissario Europeo per il Commercio, Phil Hogan, che ha dichiarato che il veto imposto dagli Stati Uniti è un grave atto contro il multilateralismo e il commercio internazionale. Ad ogni modo, per il momento non sembra esserci stata una riapertura da parte dell’Amministrazione Trump sulla rimozione del veto per la nomina di nuovi membri dell’Organo di Appello dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

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Fig. 1 – Il WTO è attualmente paralizzato per il veto di Donald Trump

2. LE CONTROMISURE DELL’UNIONE EUROPEA

Già dalla pubblicazione delle linee guida 2019-2024 della nuova Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen si era delineato un punto dedicato unicamente al rafforzamento del ruolo dell’UE a livello globale. Il punto in questione è stato nominato A stronger Europe in the world. Esso, oltre a definire le politiche dell’UE su sicurezza e difesa, contiene anche una sezione dedicata alla protezione degli accordi commerciali che l’Unione stringe con Paesi terzi. Un elemento essenziale in un’epoca dove il rispetto dei suddetti accordi è ad alto rischio per l’assenza di un Organo di Appello in seno all’OMC. Tra le contromisure descritte in questa sezione è necessario definirne alcune di estrema importanza. La prima riguarda la creazione di una nuova figura, che riferirà direttamente al Parlamento Europeo, chiamata Chief Trade Enforcement Officer, vale a dire un soggetto che si occuperà di assicurarsi che gli accordi commerciali vengano effettivamente rispettati. La suddetta figura verrà definita agli inizi di questo 2020. Il Chief Trade Enforcement Officer è ritenuto dalla nuova Commissione come una figura fondamentale per proteggere non solo i Paesi membri dell’UE, ma anche le imprese, che si vedrebbero maggiormente lese da un mancato rispetto degli accordi di libero scambio. Un’altra contromisura che la Commissione Europea sta implementando è la possibilità da parte di quest’ultima di adottare i seguenti tipi di misure di politica commerciale: dazi doganali, restrizioni quantitative sulle importazioni o esportazioni di merci e misure nel settore degli appalti pubblici. Tali provvedimenti sono selezionati e concepiti in base a criteri oggettivi, tra cui l’efficacia delle misure nell’indurre i Paesi terzi a conformarsi alle norme commerciali internazionali, la loro capacità di fornire assistenza agli operatori economici nell’Unione colpiti dai provvedimenti adottati da Paesi terzi e l’obiettivo di ridurre al minimo gli effetti economici negativi sull’Unione, anche riguardo alle materie prime essenziali. Tutte queste contromisure sono state, o verranno adottate, dall’Unione Europea per sopperire alla mancanza dell’Organo di Appello dell’OMC.

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Fig. 2 – La Presidente della Commissione von der Leyen con il Commissario al Commercio Phil Hogan

3. COME L’UE GESTIRÀ I PROSSIMI ACCORDI DI LIBERO SCAMBIO

Le nuove contromisure che la Commissione Europea adotterà per contrastare il veto americano e, dunque, aggirare l’ostacolo dell’Organo d’Appello non più in funzione dell’OMC, fanno credere che l’Unione Europea a guida von der Leyen possa avere un maggior controllo sul rispetto degli accordi che essa stessa ha stretto, e stringerà, con Paesi terzi. È possibile anche ipotizzare che i Paesi membri dell’Unione siano più propensi ad accettare accordi di libero scambio se questi ultimi vengono sottoposti al controllo diretto di un Chief Trade Enforcement Officer, il quale dovrà sempre riferire al Parlamento Europeo. Ad ogni modo, nonostante queste misure, vi è comunque la volontà, da parte dell’Unione, di riprendere il dialogo con l’Amministrazione Trump per far sì che il veto sulle nomine dei giudici venga rimosso definitivamente. Ma le suddette contromisure non serviranno unicamente a fronteggiare l’ostacolo del momentaneo stallo dell’Organo d’Appello dell’OMC. L’Unione Europea ha, infatti, in ballo altri accordi di libero scambio che saranno sottoposti al controllo del Chief Trade Enforcement Officer e alle misure di politica commerciale che l’UE potrebbe adottare in caso di mancato rispetto delle norme dell’accordo. I principali accordi di libero scambio che saranno di primaria importanza nell’agenda della nuova Commissione Europea sono l’accordo UE-MERCOSUR, il nuove trade agreement con il Regno Unito dopo la Brexit e l’Accordo di Partenariato Economico con il Giappone. In particolare, proprio quello con il MERCOSUR sta già riscontrando i primi ostacoli per quel che concerne la questione ambientale, sia la Francia sia l’Irlanda potrebbero non ratificarlo, dato il trattamento riservato alla foresta Amazzonica da parte del Presidente brasiliano Bolsonaro. I due Paesi membri dell’Unione Europea potrebbero cambiare idea in vista del Green Deal e un eventuale suo ampliamento agli accordi di libero scambio.

Antonino Galliani

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Antonino Galliani
Antonino Galliani

Sono nato a Palermo nel 1990. Mi sono laureato in Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Bologna, prima di trasferirmi in Messico, ha lavorato a Bruxelles per l’Ambasciata del Messico presso l’UE nell’area relazioni politiche. Vivo in Messico dal 2017, dove ha lavorato per la Camera di Commercio Italiana come Responsabile Area Internazionalizzazione e Progettazione fino al dicembre del 2018. Dal 2019 mi occupo della gestione dell’ufficio della CCIM di Querétaro per le aziende italiane della regione del Bajío.

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