- La CoP25 ha deluso le aspettative di scienziati e attivisti ambientalisti
- Intanto le emissioni globali di CO2 continuano a crescere, seppure a ritmo inferiore rispetto al passato
- Alla CoP26 di Glasgow, UE e Cina cercheranno di diventare leader mondiali nella lotta ai cambiamenti climatici
La CoP25 di Madrid si è conclusa con aspre critiche e la diffusa sensazione che gli Stati non abbiano voluto dar retta ai richiami della comunità scientifica globale per perseguire i propri obiettivi economici. La volontà di garantire la crescita per la propria popolazione contrasta con la necessità globale di obiettivi di riduzione delle emissioni ambiziosi, risultato ottenibile solo se si coinvolgono a pieno i Paesi in via di sviluppo fra cui la Cina. Proprio su questo fronte, l’UE potrebbe giocarsi il ruolo di interlocutore privilegiato con Pechino per il contrasto al cambiamento climatico, posizione su cui il leader cinese Xi Jinping si è espresso positivamente e ha dato a intendere che ci sia maggior spazio di dialogo rispetto agli Stati Uniti. Questi ultimi non sono più il principale focus del clima globale e stanno erodendo quel terreno di collaborazione fra USA e Cina che Obama aveva faticosamente creato.
Riccardo Antonucci