Analisi – La Colombia, che finalmente potrebbe avere tutte le condizioni necessarie per entrare in una fase di sviluppo senza precedenti, deve, invece, fare i conti con le sue contraddizioni tradizionali.
PROSPETTIVE ECONOMICHE E PROTESTE SOCIALI
Sulla scia delle manifestazioni che hanno sconvolto l’intera America Latina negli ultimi mesi la linea strategica adottata dal Presidente Iván Duque e il carente stato di implementazione dell’accordo di pace con le FARC hanno spinto la popolazione colombiana, tradizionalmente poco incline ad azioni di piazza, a rendersi protagonista di una serie di proteste diffuse su tutto il territorio. Contrariamente al resto della regione latino-americana, la Colombia, però, si è contraddistinta per l’incalzante crescita economica degli ultimi anni, fattore che, comunque, non ha costituito un incentivo sufficiente a impedire la diffusione dell’insorgenza popolare.
Come testimoniato anche dall’inaspettato risultato delle elezioni regionali dello scorso ottobre, segnate dalla vittoria di nuove forze politiche anti-establishment, è divenuta ormai prioritaria la necessitĂ di virare su una linea strategica piĂą sensibile rispetto agli importanti problemi sociali. Alla base delle recenti manifestazioni, iniziate il 21 novembre scorso con la convocazione dello sciopero nazionale, c’è l’opposizione alle proposte governative di riforma del sistema tributario, pensionistico e lavorativo, oltre che all’insufficiente livello di attuazione dell’accordo di pace.
Nonostante il fenomeno si sia decisamente attenuato rispetto ai mesi precedenti, il Governo di Duque ne è uscito fortemente indebolito, con conseguenze potenzialmente preoccupanti per il futuro della Colombia. Il 2020, infatti, si apre con nuove sfide che richiederanno da parte del Governo una notevole capacità negoziale, affinché possano essere approntate riforme strutturali in grado di incidere sul sistema pensionistico e lavorativo e di mantenere il tasso di crescita economico. Dall’analisi dei dati reperiti tramite il recente sondaggio condotto dall’istituto Invamer, il 70% degli intervistati ha espresso la propria contrarietà alla direzione politica governativa, segnando la diminuzione di 13 punti percentuali del tasso di gradimento nei confronti del Presidente Duque.
Fig. 1 – Una marcia di manifestanti contro il Governo di Ivan Duque, 21 febbraio 2020, Bogotá
L’ATTUALE SITUAZIONE ECONOMICA
Negli ultimi decenni, tra i Paesi dell’America Latina, la Colombia si è messa in luce per la propria capacitĂ di promuovere una gestione macroeconomica e fiscale prudente, riuscendo a superare con successo diverse contrazioni dell’economia internazionale. A dispetto del resto della regione, che nel 2019 è cresciuta dello 0,6%, l’economia colombiana si è espansa per il 3,2%, rispetto all’1,4% del 2017. Alla base di questo risultato c’è l’incremento e il consolidamento dei consumi privati, la ripresa degli investimenti e l’ambizioso programma di infrastrutture. L’aumento dei consumi è stato sicuramente favorito anche dall’ingente flusso migratorio venezuelano nel Paese, pari a 1,4 milioni di persone fino all’ottobre 2019. Se da un lato la gestione dell’emergenza migratoria ha comportato un costo pari allo 0,5% del PIL annuo per la Colombia, dall’altro ha costituito uno dei fattori garanti della crescita.
L’incremento della domanda interna, legato all’allargamento dei consumi, ha contribuito all’aumento delle importazioni che, insieme al danno subito dalle esportazioni colombiane a seguito della caduta dei prezzi di base, hanno finito per determinare il peggioramento della bilancia commerciale, equivalente al 4,4% del PIL. Nel novembre del 2019 il disavanzo commerciale ha raggiunto il livello piĂą alto registratosi dal luglio 2015, toccando la cifra di $1,9 miliardi contro quella di $1,1 miliardi dello stesso mese nel 2018, collocando il Paese ai vertici della classifica delle economie emergenti con il piĂą ampio deficit. Malgrado la forte dipendenza dell’economia colombiana dall’esportazione di materie prime, gli choc verificatisi alla ragione di scambio non ne hanno comunque comportato la recessione, in parte perchĂ© compensati dalle rimesse piĂą alte e dagli introiti legati al turismo.
Fig. 2 – Proteste contro la riforma tributaria durante la discussione congressuale, 16 dicembre 2019, Bogotá
LA LEGGE DI CRESCITA E OCCUPAZIONE
Il 1° gennaio 2020 è entrata in vigore la “Legge per la crescita economica“, che mantiene molti degli elementi centrali presenti nella precedente Legge finanziaria del 2018, dichiarata incostituzionale a causa di un errore procedurale. Le principali novitĂ introdotte riguardano l’IVA: con un rimborso destinato al 20% piĂą povero della popolazione e tre giorni all’anno di esenzione per molti beni. Secondo Fedesarrollo, Centro di investigazione economica e sociale, con l’applicazione del nuovo regime tributario verrĂ ridotto il reddito netto statale dello 0,5% rispetto al PIL del 2020 e fino all’1,4% nel 2024. Perdita che, secondo il Governo, dovrebbe essere compensata da una maggiore crescita interna e da una stretta sull’evasione fiscale.
La riforma prevede, inoltre, il taglio progressivo della tassazione sul reddito delle imprese dal 32% nel 2020 al 30% nel 2022, misura che dovrebbe contribuire a rafforzare gli investimenti e il sistema produttivo interno per accompagnare la crescita del Paese. Nonostante la riduzione introdotta, tra l’altro aspramente criticata dai manifestanti, il livello di tassazione sul reddito delle imprese continuerebbe a mantenersi sopra la media del 21,6% presente tra i Paesi OCSE.
LE SFIDE PER IL 2020
Nel 2020 si prevede che l’economia colombiana continui a crescere a un ritmo del 3,6%, se mantenuto l’andamento incalzante nei consumi privati, l’incremento degli investimenti grazie al nuovo regime tributario e una migliore esecuzione del bilancio a livello nazionale. Il settore delle infrastrutture dovrebbe rappresentare l’elemento trainante per il prossimo anno, contrariamente a quello delle esportazioni di materie prime, che continuerà a essere penalizzato dal peggioramento della ragione di scambio.
Le prospettive future del Paese dipendono dalla capacitĂ di risolvere i problemi strutturali presenti, di sostenere le riforme fiscali e di diversificare l’economia per garantire una maggiore crescita della produttivitĂ . In sintesi, il futuro dell’economia colombiana si lega alla gestione di tre sfide principali: la creazione di nuovi posti di lavoro, la riduzione del deficit esterno e la lotta alla disuguaglianza. Nel 2019, infatti, la disoccupazione ha toccato un livello pari al 10,5%, contro il 9,7% dell’anno precedente. La creazione di nuovi posti di lavoro risulta fondamentale per contribuire a sostenere i consumi privati, il cui livello, in base al regime di occupazione attuale, non potrĂ essere sostenibile perchĂ© in gran parte dipendente dall’indebitamento delle famiglie.
La forte disuguaglianza interna al paese, misurata attraverso il Coefficiente di Gini, che colloca la Colombia in fondo alla classifica mondiale, costituisce una delle sfide piĂą impegnative che il governo dovrĂ gestire nei prossimi anni. Si impone come imperativo un intervento energico che sia in grado di affrontare le forti differenze tra le regioni e di garantire una crescita inclusiva come stabilito nel Piano nazionale di Sviluppo e nell’accordo di pace.
L’effettiva capacitĂ negoziale del Governo di varare un pacchetto di riforme strutturali in grado di incidere significativamente su tali questioni è messa seriamente in dubbio a causa della scarsa popolaritĂ di cui gode l’esecutivo di Duque. Diversi istituti di ricerca si esprimono con incertezza rispetto alle possibilitĂ che alla “Legge per la crescita economica” possano seguire altre riforme altrettanto incisive. Infine, sullo sfondo di questa analisi devono essere considerati alcuni fattori esterni al Paese, come le tensioni sociali ancora diffuse in America Latina, il potenziale effetto destabilizzante del Venezuela e le conseguenze del Coronavirus sull’economia globale.
Giulia Cittadini
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