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Siria, verso la risoluzione ONU

Stanotte potrebbe essere approvata la bozza di risoluzione congiunta russo-statunitense che vincola i contendenti siriani alla distruzione degli arsenali chimici e delle fabbriche che producono le sostanze. Il documento non prevede in alcun caso l’uso della forza: qualora gli impegni fossero disattesi, occorrerebbe una seconda risoluzione. Nel frattempo, inoltre, si comincia a parlare di una nuova conferenza sulla Siria.

 

1. UNA BOZZA DI RISOLUZIONE – I membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU hanno raggiunto un compromesso su una bozza di risoluzione per la distruzione delle armi chimiche siriane. Il voto è previsto questa notte (le 2 in Italia), sarà a livello ministeriale e riguarderà un testo congiunto elaborato da Stati Uniti e Russia. Nello specifico, la risoluzione non si baserebbe sul Capitolo VII della Carta dell’ONU, quindi non autorizzerebbe in alcun modo l’uso della forza, nemmeno qualora la Siria si dimostrasse inadempiente nascondendo le armi chimiche o impiegandole. Pertanto, un’eventuale azione militare dovrebbe essere subordinata a un nuovo pronunciamento del Consiglio di Sicurezza. Nei 22 paragrafi del documento si condanna l’utilizzo di agenti tossici, definendolo «una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale», e si proibisce alla Siria (tanto al Governo, quanto alle opposizioni) di acquistare, produrre e trasferire armi chimiche. Allo stesso modo, la risoluzione vincola gli Stati membri a rispettare il divieto di assistenza alla fabbricazione e allo spostamento di tali sostanze. Damasco, inoltre, dovrà collaborare attivamente con l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) e sottostare a controlli su «base regolare» ogni 30 giorni, a partire dal primo mese dopo l’adozione della risoluzione.

 

2. I TIMORI DI ASSAD – La Russia si è detta disposta a partecipare alle fasi di controllo della distruzione da parte del Governo siriano sia dei depositi di armi chimiche, sia delle fabbriche che le producono, mentre Stati Uniti e Cina insistono sulla necessità di vigilare anche sul rispetto della risoluzione da parte della comunità internazionale. Assad ha ribadito l’impegno a mantenere gli accordi sottoscritti, ma ha affermato che, a parer suo, Washington non abbia ancora rinunciato del tutto a intraprendere un’azione militare.

 

3. LA PROPOSTA PER ‘GINEVRA 2’ – Alcune fonti riportano che a breve si terrà un incontro tra Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia e Stati Uniti per discutere sull’eventualità di una conferenza sulla questione siriana, una sorta di “Ginevra 2”, riguardo alla quale esisterebbe già un accordo di fondo tra Kerry e Lavrov. In concomitanza con i lavori dell’ONU, comunque, si riunirà anche il gruppo degli Amici della Siria (compresa l’Italia), dal quale arriveranno sollecitazioni per una rapida convocazione della conferenza e per un impegno urgente a sostegno dei milioni di profughi causati dal conflitto.  Tuttavia, questa volta il percorso potrebbe essere reso impervio dalla frammentazione sempre maggiore delle opposizioni ad Assad. Secondo Brahimi, inviato speciale di ONU e Lega Araba, che recentemente ha incontrato al-Jarba, il capo della Coalizione Nazionale Siriana, il fronte degli insorti sta subendo una serie di preoccupanti divisioni interne.

 

Beniamino Franceschini

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Beniamino Franceschini

Classe 1986, vivo sulla Costa degli Etruschi, in Toscana. Laureato in Studi Internazionali all’Università di Pisa, sono docente di Geopolitica presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Pisa. Mi occupo come libero professionista di analisi politica (con focus sull’Africa subsahariana), formazione e consulenza aziendale. Sono vicepresidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del desk Africa.

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