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Coronavirus in Russia: giallo sui contagi e picco ancora lontano

Analisi – Boom di contagiati in Russia, nonostante il giallo sul numero totale. A Mosca preoccupa la capienza degli ospedali, ma il Sindaco Sobyanin tranquillizza la popolazione, mentre Putin chiede misure sempre più stringenti per muoversi in città.

“IL PICCO DEVE ANCORA ARRIVARE”

80mila: questo è, al momento, il numero dei contagiati in tutta la Russia, dato che fa posizionare il Paese in decima posizione nel ranking mondiale, davanti al Belgio (40mila casi) e dietro proprio alla Cina (82mila casi), da cui è partita la pandemia globale.
Nonostante i relativamente pochi decessi (meno di 800 secondo le fonti del Governo), la situazione non sembra essere delle migliori, proprio come evidenziato dallo stesso Putin. Secondo quanto riferito da Sputnik News, il Presidente russo ha messo in chiaro la situazione durante un vertice governativo con i rappresentanti federali e regionali: “Stiamo riuscendo nel compito di superare la prima fase della lotta all’epidemia, ma ciò non deve in alcun modo tranquillizzarci. Il picco dell’infezione è ancora davanti a noi”. In Russia, infatti, il coronavirus sembra essere arrivato sensibilmente in ritardo, ma questo aspetto potrebbe essere dovuto anche al basso numero di tamponi effettuati fino ad ora, maggiore solo nella capitale Mosca, la città più colpita della nazione.

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Fig. 2 – Poliziotti con mascherina sorvegliano una Piazza Rossa deserta, 25 aprile 2020

IL GIALLO DEI DATI “UFFICIALI”

Secondo l’OMS, per ora in Russia non c’è il pericolo di una crescita spropositata del virus, anche considerate le distanze tra i principali centri abitati e le grandi città della Federazione, che la rendono il Paese con il più basso rapporto tra malati e numero di abitanti, con circa 3mila infetti ogni milione di abitanti (in Italia si sale a 50mila, negli Usa addirittura a 70mila). Tuttavia, le misure adottate dal Governo farebbero pensare al contrario, il che non solo fa aumentare i sospetti a livello internazionale sulla veridicità dei dati forniti dal Cremlino all’OMS, ma attesta una volta per tutte che, nonostante la chiusura delle frontiere con la Cina il 31 gennaio scorso, il virus è riuscito a diffondersi sensibilmente anche in terra russa. Si tratta dunque di un aspetto ancora poco chiaro della vicenda, che potrebbe destare notevoli dubbi sia sulla gestione dell’emergenza sanitaria interna sia sull’efficacia dei controlli e delle chiusure effettuati alle frontiere. Inoltre, come registrato dalle principali testate internazionali, i nuovi infetti in Russia hanno iniziato a crescere rapidamente molto dopo la segnalazione di un numero di infezioni assai inferiore rispetto ai Paesi dell’Europa occidentale nelle prime fasi dell’epidemia. Uno sviluppo che ha spinto il portavoce della Commissione Europea, Peter Stano, ad accusare apertamente Mosca di diffondere fake news sui dati e sulla gestione dell’emergenza sanitaria.
Nonostante il giallo sui contagi, Putin sembra deciso a prendere tutte le misure necessarie per preparare il Paese al picco dell’epidemia. Le principali riguardano l’annullamento o il posticipo di tutti gli eventi pubblici, l’imposizione del lockdown per gli abitanti delle regioni principali e la disposizione di forme di telelavoro e apprendimento da remoto per lavoratori e studenti. Intanto il Paese ha registrato nel weekend pasquale circa 5mila nuovi casi e più di 200 morti. La stessa Mosca, città di quasi 13 milioni di abitanti, è diventata l’epicentro dell’epidemia di coronavirus e i nuovi casi sono balzati da circa 2.600 a più di 20mila negli stessi giorni.

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Fig. 2 – Il sindaco Sergei Sobyanin (a sinistra) insieme allo staff del nuovo centro per malati di Covid-19 di Mosca, 20 aprile 2020

LE RASSICURAZIONI DI SOBYANIN

Alla luce di questi sviluppi, il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin ha cercato di tranquillizzare i cittadini, affermando che le misure di lockdown introdotte a marzo stanno dando i loro frutti e che il tasso di contagio in città sta sì crescendo, ma non in modo esponenziale. Inoltre le Istituzioni mediche di Mosca sono passate da una modalità di emergenza massima a una di grado minore.
Tuttavia la capienza degli ospedali della capitale continua a preoccupare, con circa 8mila ricoverati totali per Covid-19. Probabilmente il lockdown imposto in tutto il Paese continuerà ancora per alcune settimane e le Autorità hanno da poco disposto anche l’utilizzo obbligatorio di QR codes per gli spostamenti su mezzi pubblici e privati, circostanza che ha già causato numerose code ai posti di blocco. A Mosca, data la gravità della situazione, Putin ha ordinato l’uso di videocamere e controlli a tappeto per limitare i movimenti dei cittadini. Infine, dopo l’annullamento dei festeggiamenti della Pasqua ortodossa, le Autorità hanno deciso anche quello delle celebrazioni per l’anniversario della vittoria della Seconda Guerra Mondiale. Un grave colpo per il Governo e per il morale di tutti i cittadini, che considerano tali eventi tra i più importanti e sentiti dell’anno.

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Fig. 3 – Alcuni moscoviti ascoltano uno dei primi discorsi di Putin sull’emergenza coronavirus in Russia, 25 marzo 2020

GLI ULTIMI CASI E I PIANI PER IL FUTURO DEL PAESE

Negli ultimi giorni la Russia ha registrato migliaia di nuove infezioni, portando così il numero ufficiale di casi nel Paese oltre quota 80mila e il numero dei decessi a causa del virus a 747 persone. Diverse regioni stanno cercando di introdurre pass di viaggio digitali simili a quelli usati a Mosca, nel tentativo di rendere ancora più efficaci le misure anti-contagio. Intanto il Ministero dell’Interno ha confermato che la Russia, in nome della trasparenza internazionale, sospenderà temporaneamente le espulsioni degli stranieri dal Paese per i prossimi due mesi.
La situazione a Mosca resta molto seria. Secondo il centro per i diritti delle donne “Nasiliyu”, più di 100mila donne incinte non saranno in grado di subire interventi o di abortire a causa delle restrizioni sanitarie e dell’assenza di personale medico, impegnato nella gestione dell’epidemia nei principali ospedali cittadini. Inoltre, il Ministero del Lavoro ha ordinato a tutte le strutture sanitarie e alle case di cura della capitale di mettere in quarantena residenti e impiegati per due settimane. In particolare preoccupa la situazione dei medici negli ospedali, soprattutto dopo l’allerta data dal dipartimento neurologico dell’ospedale regionale di Lyubertsy, vicino Mosca, che ha visto ben 52 membri del suo staff infettati dal virus in poco tempo.
Nelle prossime settimane le Autorità russe inizieranno a monitorare i movimenti di tutte le persone che mostrano sintomi di coronavirus utilizzando la geolocalizzazione attraverso le app di spostamento più comuni, imponendo anche l’autoisolamento e multando severamente chi uscirà dalla propria abitazione. Yandex, storico colosso tecnologico russo, ha inoltre dichiarato che offrirà gratuitamente a tutti i test per il coronavirus, partendo inizialmente da Mosca, ad oggi ancora la città più colpita in Russia. Ma non tutte le notizie fanno sperare in una fine prossima e serena della pandemia nell’ex Paese sovietico. Secondo Reuters, ad esempio, sarebbe infatti stato scoperto un enorme mercato nero riguardante un farmaco antivirale di nome Kaletra, utilizzato per combattere l’HIV, il quale sembrerebbe efficace anche per il trattamento della Covid-19 e sarebbe utilizzato già in diversi ospedali del Paese da fine gennaio. Il direttore della H-Clinic di San Pietroburgo, centro specializzato in malattie infettive e in possesso delle scorte di tale farmaco, ha recentemente dichiarato che sono stati letteralmente subissati dalle telefonate dei pazienti, desiderosi di scoprire la sua reperibilità e l’efficacia dei suoi principi contro il coronavirus. Kaletra può essere infatti acquistato anche come farmaco generico, dal nome Kalidavir, ma il suo prezzo sta letteralmente lievitando nelle ultime settimane, tanto da essere stato preso di mira da speculatori che hanno acquistato dalle 100 alle 700 scatole per volta, portando così il prezzo a 3.800 rubli per scatola (ovvero circa 51 dollari) rispetto al costo iniziale di circa 900 rubli (intorno ai 12 dollari).
Mentre dunque molti Stati europei puntano alla graduale ripresa delle attività lavorative in sicurezza, il picco di contagi in Russia sembra essere ancora lontano e la crisi economica e sociale, purtroppo, solo agli inizi.

Claudio Pira

Photo by barmalyanich is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • Crescono i contagiati di coronavirus in Russia, ma per Putin il picco dell’epidemia è ancora lontano.
  • Secondo l’OMS non c’è pericolo di una crescita incontrollata nel Paese, ma i numeri ufficiali destano molti dubbi e perplessità a livello internazionale.
  • Preoccupa soprattutto la situazione a Mosca, dove gli ospedali sono sotto pressione e il Governo ha adottato misure drastiche per limitare lo spostamento dei cittadini.
  • Negli ultimi giorni si sono registrati migliaia di nuovi casi, il che fa temere una lunga crisi sanitaria e socio-economica per il Paese.

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Claudio Pira
Claudio Pira

Sono nato a Roma il 27 aprile 1995, mi sono laureato in Storia e Politica Internazionale
presso l’Università degli studi di Roma Tre. Collaboro con alcune testate giornalistiche, tra
cui Endangered Peoples, Fanner e con il sito web Riscrivere la Storia. Sono anche autore di
due saggi storici: L’inizio della fine e Le due guerre che hanno sconvolto il mondo.
Attualmente lavoro presso l’ufficio stampa e comunicazione della Croce Rossa Italiana. Tra
le passioni più grandi, la storia, le minoranze, il mondo orientale e l’antropologia. Desidero
un giorno poter viaggiare in tutto il mondo per scoprire la storia e le tradizioni di quanti più
popoli possibili.

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