venerdì, 15 Novembre 2024

APS | Rivista di politica internazionale

venerdì, 15 Novembre 2024

"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

Serbia: la tempesta perfetta continua (e si fa politica)

In 3 sorsi Il coronavirus sembra allentare la morsa sulla Serbia, che da lunedi 4 maggio non è più in quarantena. Ciò che ora preoccupa è la “febbre” per le imminenti elezioni politiche, indette dal Presidente Vučić per il prossimo 21 giugno.

1. PROTESTE E CONTROPROTESTE

Nell’ultimo periodo di quarantena, gli attivisti dell’associazione Ne davimo Beograd (Non soffochiamo Belgrado) hanno organizzato una protesta, la stessa che si era spontaneamente diffusa fra i cittadini al tempo in cui governava Slobodan Milošević: alle 20.05, dopo l’applauso al personale medico e paramedico, le persone si sono per più giorni consecutivi affacciati alle finestre dei propri appartamenti (in cui erano rinchiusi dalle 18 alle 5 del mattino del giorno successivo per via del coprifuoco) e con fischietti e pentole sbattute l’una contro l’altra hanno manifestato la propria opposizione alla politica di Vučić. I sostenitori del Presidente, dal canto loro, hanno risposto alle proteste in maniera alquanto violenta: con una vera a propria organizzazione militare, alcuni simpatizzanti del partito progressista guidato dallo stesso Vučić (SNS, Srpska Napredna Stranka) sono saliti sui tetti dei grattacieli e degli edifici più alti di Belgrado, Novi Sad e delle altre principali città serbe e hanno acceso fumogeni, fatto scoppiare petardi e diffuso attraverso altoparlanti potentissimi slogan contro il leader dell’opposizione Dragan Đilas.

Embed from Getty Images

Fig. 1 – Manifestazione di protesta dell’opposizione serba contro l’estensione del lockdown, 30 aprile 2020

2. LA CAMPAGNA CONTRO DILAS

La contro-protesta dei membri dell’SNS non è stata certo spontanea, ma organizzata nei minimi particolari: per muoversi liberamente durante il coprifuoco, infatti, i sostenitori di Vučić hanno ottenuto speciali lasciapassare; per entrare nei condomini e raggiungere il tetto hanno dovuto contattare e ottenere l’assenso degli amministratori condominiali; le attrezzature per diffondere gli slogan contro Đilas sono state fornite da una ditta vicina a Željko Mitrović, il padrone del network televisivo Pink che ospita quotidianamente il Presidente e i Ministri del Governo Brnabić. Gli slogan hanno raggiunto ovviamente anche l’appartamento belgradese di Đilas, che ha implorato – in lacrime – Vučić di abbassare i toni e di smetterla di spaventare la sua famiglia. Nei giorni successivi sono seguiti continui scontri verbali e a volte anche fisici fra i sostenitori del Presidente e quelli dell’opposizione. Il Parlamento si è riunito per abrogare lo stato di emergenza e il coprifuoco e ci sono stati momenti di tensione quando Boško Obradović, il leader del partito Dveri, una formazione nazionalista di estrema destra, ha interrotto la seduta urlando “Abbasso Vučić e Ana (Brnabić)” e schiamazzando con un fischietto.

Embed from Getty Images

Fig. 2 – Lo show parlamentare di Bosko Obradovic, leader del partito di estrema destra Dveri, contro la premier Ana Brnabic, 6 maggio 2020

3. LA CORSA AL VOTO

Vučić ha utilizzato il periodo di emergenza dovuto alla Covid-19 per fare campagna elettorale: la sua presenza in televisione è stata quotidiana. La protesta delle pentole lo ha sicuramente impaurito, per questo ha accorciato l’ultimo coprifuoco, previsto dall’1 al 3 maggio. Il Presidente ha avuto fretta di indire le elezioni per due motivi: vuole approfittare del consenso guadagnato grazie alla lotta alla Covid-19 e spera che l’opposizione non riveda la propria decisione di boicottare la gara elettorale. In realtà Vučić non ha molto da temere, la sua popolarità non è soltanto frutto della massiccia esposizione mediatica, ma anche delle logiche clientelari che dominano il suo partito: la maggior parte di coloro che hanno un posto di lavoro nell’apparato statale, ma non solo, lo deve all’SNS. In più l’opposizione è completamente divisa, lacerata da lotte interne e faide di partito: la Coalizione per la Serbia, che riunisce diversi partiti di opposizione ed è guidata da Đilas, è profondamente divisa e alcuni suoi rappresentanti, come l’ex Presidente serbo Boris Tadić, ritengono che non abbia senso boicottare le elezioni, come era stato deciso prima dell’emergenza Covid-19. La verità è che una vera opposizione in Serbia non esiste. Le parole di Snežana Čongradin sul quotidiano indipendente Danas sono a questo proposito illuminanti: la giornalista, infatti, asserisce che finché a fare opposizione saranno persone estremamente ricche, che non si sono fatte scrupoli di fare affari e arricchirsi durante gli anni Novanta, nulla cambierà in Serbia: il riferimento è a Đilas e alla situazione sociale del Paese, in cui dominano analfabetismo funzionale e povertà e in cui la politica è in mano a soggetti che sembrano non conoscere le reali esigenze della popolazione.

Christian Eccher

Belgrade waterfront” by sonic182 is licensed under CC BY

Dove si trova

Perchè è importante

  • In Serbia l’ultima fase dello stato d’emergenza per il coronavirus è stata segnata da pacifiche e rumorose proteste popolari contro le politiche del Presidente Vucic.
  • I sostenitori del Presidente hanno risposto con una violenta campagna contro il leader dell’opposizione Dragan Dilas, mentre si sono registrati momenti di forte tensione anche in Parlamento.
  • Nella corsa alle elezioni del prossimo 21 giugno Vucic appare nettamente favorito, grazie anche alle logiche clientelari che dominano il suo partito.

 

Vuoi di più? Iscriviti!

Scopri che cosa puoi avere in più iscrivendoti

Christian Eccher
Christian Eccher

Sono nato a Basilea nel 1977. Mi sono laureato in Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, dove ho anche conseguito il dottorato di ricerca con una tesi sulla letteratura degli italiani dell’Istria e di Fiume, dal 1945 a oggi. Sono professore di Lingua e cultura italiana all’Università di Novi Sad, in Serbia, e nel tempo libero mi dedico al giornalismo. Mi occupo principalmente di geopoetica e i miei reportage sono raccolti nei libri “Vento di Terra – Miniature geopoetiche” ed “Esimdé”.

Ti potrebbe interessare