Il Giro del Mondo in 30 Caffè – Nelle spiagge assolate di Phiphi Island, nella giungla cambogiana tra i templi di Angkor Watt, sul Delta del Mekong o sugli altipiani laotiani, tutti si preparano ai grandi festeggiamenti che sanciranno il passaggio dall’anno della tigre a quello della lepre, secondo l’oroscopo cinese. Oggi vi portiamo nel Sud-est asiatico, dove dopo un anno turbolento per l’economia ci si aspetta un 2011 di stabilizzazione. Sempre sotto l’ala protettrice di Pechino.
Arriva il momento di tirare le somme di questo 2010, anno turbolento ma in generale positivo per i paesi della vecchia Indocina. Un buon tasso di crescita per tutta l’area, nuovi passi avanti per l’integrazione ASEAN, progetti importanti come i corridoi nell’area del Grande Mekong (tra Cina, Laos, Vietnam e Cambogia fino alla Birmania) e soddisfazioni politiche come il rilascio di Aung San Suu Kyi (foto sotto) aprono scenari interessanti per il 2011. Secondo la tradizione la lepre porta nel suo anno saggezza, pace e tranquillità, permette di cogliere i frutti del duro lavoro passato, riposarsi e trarre beneficio dalla negoziazione. Ecco le prospettive 2011 per i paesi dell’area.
VIETNAM – Il governo si riunirà nell’undicesimo Congresso Nazionale con i rappresentati del partito, per riprogettare la sua strategia in base ai risultati sinora raggiunti e alle nuove istanze provenienti dall’arena internazionale; inoltre verranno definiti gli obiettivi socio economici per il prossimo quinquennio. Il 2011 darà l’avvio ai nuovi piani economici strategici grazie ai quali il governo spera di realizzare importanti progetti nelle infrastrutture e raggiungere ambiziosi traguardi per la sanità, l’istruzione e la lotta alla corruzione, migliorando ulteriormente la posizione competitiva del paese nei mercati esteri. Se Hanoi riuscirà a mantenere i volumi commerciali odierni e contenere l’inflazione, sarà possibile ridurre il deficit di bilancio e consolidare la crescita.
THAILANDIA – Tra i paesi della zona, la penisola del Siam è quello che presenta la situazione più preoccupante. Dopo le violente proteste di maggio, le relazioni tra il primo ministro Abhisit Vejjajiva e l’opposizione si sono normalizzate, ma la scena politica rimane imprevedibile e le elezioni del 2011 sembrano sempre più un miraggio. Le continue tensioni hanno avuto un forte impatto negativo sulla crescita del paese, in declino ormai dal 2005. Mentre i flussi commerciali si sono rafforzati in alcuni settori (automobilistico ed elettronico), gli investimenti diretti sono diminuiti a fronte di un aumento del rischio del paese, i progetti pubblici su larga scala ristagnano e il turismo mostra solo una tiepida ripresa. Ci sono invece buone notizie sia sul confine birmano, che su quello cambogiano. Lo scorso novembre la Thailandia ha inviato un acconto di 30.000 US$ a seguito dell’incidente sul ponte Koh Pich a Phnom Penh. Il 2011 dovrebbe vedere l’apertura ufficiale del confine con la Cambogia a seguito dello sminamento dei territori circostanti. Sul fronte Birmano le relazioni sono migliorate, ma il dibattito sui diritti umani si è ammorbidito per favorire sostanziosi accordi commerciali tra la giunta e le imprese Thai, sempre più dipendenti dalla manodopera immigrata birmana.
LAOS, CAMBOGIA E BIRMANIA – Sebbene Cambogia e Laos siano considerate le nuove promesse del Sudest Asiatico è ancora molto rischioso investire in loco. Nel 2011 ci si aspetta una consistente contrazione del settore bancario soprattutto in Cambogia, che subirà un duro colpo a seguito del crollo del mercato immobiliare. Secondo l’EIU (Economist Intelligence Unit) il 2011 vedrà solo una modesta espansione in entrambi i paesi rispetto ai tassi degli ultimi anni, nonostante la situazione politica sia abbastanza stabile. In realtà c’è ancora molta strada da fare: il 35% della popolazione dell’area vive ancora sotto la soglia di povertà (calcolata sul reddito medio del paese), sopravvivendo con $0.45 al giorno e la corruzione rimane dilagante. Nonostante l’accesso al WTO nel 2004, il cammino cambogiano verso la crescita è stato molto faticoso; dopo alcuni anni al 6%, con un picco al 13% nel 2007, l’economia non ha retto ed è collassata a seguito della crisi registrando un -1.5% nel 2010. Per il Laos invece l’entrata nel WTO (prevista tra il 2012-2013) potrebbe rappresentare una vera svolta: il paese ha ottenuto buoni risultati negli ultimi 10 anni, mantenendo un tasso di crescita stabile attorno al 6.5% e si è concentrato nell’intensificazione dei rapporti commerciali con Vietnam e Thalandia, nello sviluppo del turismo, nell’estrazione mineraria e nella produzione di energia idroelettrica.
Infine in Birmania, dopo il rilascio di Ang San Suu Kyi lo scorso novembre, un’ondata di ottimismo ed euforia ha travolto il paese. Molti sostengono che la mossa del governo sia solo uno specchietto per allodole, un modo per proporsi all’opinione pubblica con una nuova immagine, senza cambiare la sostanza dittatoriale e repressiva del governo. Altri invece ritengono che il rilascio della leader democratica possa aprire la strada per un dialogo tra il generale Than Shwe e Obama nel 2011. La Casa Bianca infatti sembra sempre più preoccupata per l’intensificarsi dei rapporti tra Yangoon e Beijing.
Valeria Giacomin