La scorsa settimana da Gaza sono ripresi massicci lanci di razzi verso il territorio israeliano, mettendo a rischio la giĂ fragile tregua tra le parti. In 3 Sorsi analizziamo gli eventi, le loro possibili motivazioni e la reazione di Israele.
NUOVI LANCI – I razzi del Movimento per il Jihad Islamico in Palestina (Jihad Islamica Palestinese) a sono tornati a colpire Israele. Mercoledì 12 Marzo, secondo fonti ufficiali del governo israeliano, nei territori limitrofi alla Striscia di Gaza sarebbero caduti almeno 40 razzi, dei quali 3 sono stati abbattuti dal sistema anti-missile israeliano, schierato a protezione delle cittĂ , mentre 8 hanno colpito centri urbani, tra Ashdot e Sderot, causando lievi danni e nessuna vittima. La zona meridionale del paese è però rimasta paralizzata per ore, a causa dei protocolli di emergenza e delle persone nascostesi nei rifugi anti-aerei. La Jihad Islamica rivendica 70 lanci. Secondo le Forze di Difesa Israeliane (Israeli Defense Force – IDF) i lanci del 12 Marzo si vanno ad aggiungere ai circa 60 avvenuti dall’inizio di quest’anno. La maggior parte dei razzi è costituita dai Qassam, che prendono il nome dalle omonime brigate (le Izz ad-Din al-Qassam Brigades) e sono autoprodotti nella Striscia al costo unitario che varia tra i 500 e gli 800 Euro.
LA REAZIONE ISRAELIANA – Il Primo Ministro israeliano Benyamin Netanyahu aveva subito dichiarato: “Se non ci sarĂ silenzio nel sud di Israele, presto ci sarĂ un rumore assordante a Gaza”. Inoltre aveva aggiunto che una risposta da parte delle IDF sarebbe avvenuta quanto prima. Poche ore dopo, l’artiglieria ha colpito il nord della Striscia, mentre i caccia dell’Aeronautica israeliana hanno compiuto bombardamenti su campi d’addestramento e basi delle Brigate Al Qods, braccio armato della Jihad Islamica, nei pressi di Rafiah e Khan Yunis. Gli obiettivi colpiti sarebbero stati circa 29. Successivamente, sono stati chiusi tutti i valichi. I vertici delle IDF hanno iniziato a
fare pressioni su Hamas perchĂ© riprenda il controllo della situazione e faccia cessare i lanci nel rispetto della tregua. Il Ministro degli Esteri israeliano Avidgor Lieberman, ha dichiarato che se i lanci continuassero, Israele procederebbe a un’occupazione militare della Striscia. Domenica 16 Marzo, le autoritĂ militari Israeliane hanno riaperto il valico commerciale di Karem Shalom per far affluire il gasolio necessario a riavviare la centrale elettrica di Gaza.
IL PERCHE’ DELL’ATTACCO – L’escalation di mercoledì 12 Marzo sembra essere una reazione collegata a due fatti avvenuti in precedenza. Il primo rappresentato dall’eliminazione, tramite attacco aereo, di tre miliziani della Jihad Islamica l’11 Marzo. Il secondo sarebbe, invece, il sequestro da parte della Marina israeliana della nave Klos-C nelle acque del Mar Rosso (tra il Sudan e l’Eritrea), a bordo della quale sono stati trovati ingenti quantitativi di armamenti e missili di fabbricazione siriana (gli M-302, con gittata sufficiente a colpire Tel Aviv e Gerusalemme) destinati in clandestinitĂ a Gaza. Queste armi, secondo Israele, proverrebbero dall’Iran.
Emiliano Battisti